«I bambini sono troppo piccoli per conoscere le proprie opinioni religiose. Esattamente come non si può votare fino a 18 anni, si dovrebbe essere liberi di scegliere la propria cosmologia e la propria etica senza l’impertinente presunzione da parte della società che si erediteranno quelle dei genitori. Dovremmo restare allibiti se ci raccontassero di un bambino leninista o di uno neoconservatore. I bambini non dovrebbero sentirsi descritti come “bambini cristiani” ma come “bambini di genitori cristiani”. Questo di per sé darebbe loro consapevolezza, rendendoli in grado di formare le proprie menti e scegliere se avere una religione e quale, anziché credere che religione significhi solo “stesse credenze dei genitori”». (Richard Dawkins)
Purtroppo anche quest’anno ci sono pervenute testimonianze di discriminazione riguardo alla scelta di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (IRC), discriminazioni che possiamo così sintetizzare:
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Cercare di convincere i genitori a cambiare scelta perché altrimenti il figlio/a rimarrebbe isolato
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Voler conoscere le ragioni della scelta di non avvalersi dell’IRC
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Non consegna all’atto dell’iscrizione del modulo per la scelta dell’IRC e del modulo delle quattro possibili alternative
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Feste natalizie troppo dense di suggestione religiosa non considerando la presenza di bambini che non si avvalgono
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Cerimonie di culto
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Non rispetto delle scelte delle famiglie.
Personalmente mi sono recata a scuola e ho preteso il modulo, hanno cercato di liquidarmi dicendomi che anche per l’anno prossimo si confermava la scelta precedente. Ho insistito visto che non capivo che cosa dovevo riconfermare dato che:
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il primo anno abbiamo scelto per nostra figlia (frequenta la scuola media) l’attività alternativa che, poi, non è stata organizzata (ha passato l’intero anno scolastico nel corridoio, senza che nessuno ci avvisasse);
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il secondo anno abbiamo scelto di farla entrare un’ora dopo e la scuola ha organizzato l’attività alternativa alla terza ora e quindi la nostra scelta non ha avuto evidentemente seguito.
A quel punto hanno dovuto consegnarmi il modulo e per il prossimo anno scolastico abbiamo scelto attività alternativa, scelta condivisa anche da nostra figlia perché quest’anno si è trovata a suo agio frequentando tale attività (ha potuto stare assieme agli altri quattro ragazzi che non si avvalgono).
Comunque, calma ragazzi, non abbiate timore nell’esprimere e rendere visibili le vostre scelte!
Di seguito troverete delle indicazioni che vi possono aiutare, visto che abbiamo la fortuna di abitare in una parte di mondo che ci dà ancora la possibilità di scegliere, ne vale la pena!
Scelte possibili per chi non si avvale dell’Irc
Le attività dei non avvalentisi hanno pari dignità di quelle degli avvalentisi. Chi non intenda avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica ha sostanzialmente quattro strade:
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Attività didattiche e formative (cosiddetti “insegnamenti alternativi”);
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Studio individuale assistito;
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Studio individuale libero;
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Uscita dall’edificio scolastico (eccezion fatta per gli alunni delle scuole materne comunali, i quali hanno solo la possibilità di non avvalersi dell’IRC).
Questo vademecum prende in esame esclusivamente la prima tipologia.
Quello che la Scuola deve fare
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Garantire la parità di diritti fra coloro che seguono l’insegnamento di religione cattolica e coloro che non lo seguono. Al momento delle iscrizioni, distribuire il modulo di scelta previsto dal Ministero (allegati D ed E della circolare annuale sulle iscrizioni).
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Comunicare ai genitori l’offerta educativa e le modalità organizzative delle attività previste per i non avvalentisi.
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Garantire l’attività alternativa che i genitori hanno scelto liberamente sul modulo a loro consegnato.
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Consentire di cambiare la scelta da un anno all’altro.
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Rilasciare informazioni ai genitori - e agli studenti maggiorenni - che richiedono informazioni scritte su tutte le decisioni che riguardano bambini e ragazzi e la gestione della scuola, ai sensi della legge 241/1990 sulla “Trasparenza degli atti della pubblica amministrazione”.
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Garantire agli alunni delle scuole elementari che non si avvalgono dell’IRC il diritto alla cedola libraria ministeriale dello stesso importo previsto per l’IRC (€ 5,93 o 5,94 a seconda della classe).
Quello che la Scuola non deve fare
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Distribuire moduli di scelta elaborati in proprio.
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Tentare di convincere genitori e studenti a cambiare la propria scelta.
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Organizzare cerimonie di culto, visite pastorali, benedizioni durante l’orario scolastico.
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Consegnare pagelle contenenti la valutazione dell’insegnamento della religione cattolica e di cosiddette attività alternative.
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Permettere la diffusione di opuscoli religiosi all’interno dell’istituto.
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Aggregare gli alunni non avvalentisi ad altre classi.
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Utilizzare l’insegnante impegnato nell’attività alternativa per la sostituzione di colleghi assenti.
Come richiedere l’attivazione di insegnamenti alternativi
All’atto dell’iscrizione, bisogna riconsegnare l’allegato D dopo aver barrato la casella “scelta di non avvalersi dell’IRC” e l’allegato E dopo aver barrato la casella “attività didattiche e formative”. Si suggerisce di indicare già su quest’ultimo modulo l’insegnamento alternativo che si desidera sia attivato dall’istituto.
Per gli anni successivi vale la scelta iniziale, a meno che il cambiamento non sia comunicato tempestivamente all’istituto. L’art. 310 del Testo Unico delle norme sull’istruzione sembrerebbe vietare di abbandonare la frequenza dell’ora di religione in corso d’anno: ma ciò si configura come una violazione dell’art. 19 della Costituzione, e pertanto tale norma è da ritenersi superabile. Il passaggio alla frequenza di un’ora alternativa, anziché alla non attività o allo studio individuale, può tuttavia creare problemi nell’organizzazione scolastica.
Quali insegnamenti alternativi possono essere richiesti
Nonostante la lacunosità della normativa, gli insegnamenti che possono essere attivati sono molto vari: l’importante è che la loro natura sia coerente con la funzione educativa della scuola.
Gli insegnamenti possono essere sia curriculari (ad esempio, un’ora in più di inglese) che non curriculari.
Gli insegnanti sono scelti all’interno del corpo docente dell’istituto, pertanto l’attivazione di alcuni insegnamenti in luogo di altri dipende anche dalla formazione dei docenti dell’istituto.
Come interloquire con la Scuola sulla definizione degli insegnamenti alternativi da attivare
Nonostante, anche in questo caso, l’assoluta frammentarietà delle disposizioni, va ricordato che la normativa vigente prevede comunque, per le secondarie, che il collegio docenti tenga conto delle proposte degli studenti. Il Testo unico, invece, prevede che «nell’adottare le proprie deliberazioni il collegio dei docenti tiene conto delle eventuali proposte e pareri dei consigli di intersezione, di interclasse o di classe». Suggeriamo pertanto, oltre che indicare gli insegnamenti richiesti già sull’allegato E, di stimolare il collegio docenti e/o i consigli suddetti con le proprie proposte.
Si ricorda a tal fine che ogni scuola è tenuta a redigere un Piano di Offerta Formativa (POF) con cui illustra pubblicamente le linee-guida con cui intende sviluppare il proprio progetto educativo. È senz’altro utile richiedere che all’interno del POF le “attività didattiche e formative” siano accuratamente dettagliate, in modo che gli organi scolastici prendano adeguata coscienza di questa realtà.
Come sono giudicati gli studenti
Il giudizio sull’IRC, così come quello sulle attività di chi non si avvale deve essere consegnato su foglio a parte. Così stabilisce il testo unico all’art. 309, recependo una norma in vigore dal 1928, mai più modificata.
Spero che queste informazioni vi possano essere utili e se avete bisogno di chiarimenti scriveteci all’indirizzo di posta elettronica scuoladiritti@libero.it o telefonate al numero 0342-610787.
Antonella Pizzini
segretaria di Scuola e Diritti
(da 'l Gazetin, marzo 2007)