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TEMI al femminile nella Svizzera italiana
06 Marzo 2007
 

Biasca: Il teatro di Katia Troise, le edizioni Epoché, Ketty Fusco, la poesia di Alfonsina Storni e tante immagini. La qualità delle iniziative culturali nella Svizzera italiana, che attraverso TELLUSfolio sono veicolate sul web in modo costante, risulta evidente da questa scheda di Daniele dell'Agnola. (cds)

 

 

Testo di apertura e traduzione:

 

Pudiera ser que todo lo que en verso he sentido

no fuera más que aquello que nunca pudo ser,

no fuera más qua algo vedano y reprimilo

de familia en familia, d mujer en mujer. 

 

Dicen que en los solares de mi gente, melido

estaba todo aquello que se debìa hacer…

Dicen que silenciosas las mujieres han sido

de mi casa materna… Ah, bien pudiera ser…

 

A veces en mi madre apuntaron antojos

de liberarse, pero, se le subió a los ojos

una honda amargura, y en la sombra lloró.

 

Y todo eso mordente, vencido, mutilado,

todo eso que se hallaba en su alma encerrado,

pienso que sin querelo lo he libertado yo.

 

 

 

Può ben darsi che tutto ciò che in versi ho sentito

Non sia altro che quello ch’essere non ha potuto,

non sia che qualcosa di vietato e represso

di famiglia in famiglia e di donna in donna.

 

Dicon che nelle case della mia gente, avite,

misurato era tutto quel che si dovea fare…

dicon che silenziose le donne sono state

della casa materna… Oh, potrebbe ben darsi…

 

A volte in mia madre spuntò la fantasia

Di voler liberarsi, ma le salì agli occhi

Una fonda amarezza e nell’ombra essa pianse.

 

Tutto questo rammarico mortificato e vinto,

tutti quello che aveva nell’anima rinchiuso,

forse, senza volerlo, io l’ho liberato.

 

Alfonsina Storni, Poesie, a c. Angelo Zanon Dal Bo, Fondazione Ticino Nostro, Lugano 1973, p. 79

 

 

Alfonsina Storni si è liberata nel mare poetico, “bien pudiera ser” per contrastare ciò che non ha potuto “essere” altrove: in questi versi racconta una “doppia pelle” dentro alla quale la madre (profonda immagine di donna) è rimasta costretta, tra pianto e fantasia, tra chiusura e liberazione, tra risalita con gli occhi e discesa nell’ombra. Alfonsina Storni pare condensare il filo conduttore di una rassegna dedicata al “femminile” e proposta in una Biasca che, oltre ad essere “Contro…”, qualche volta diviene anche “Per…”

La rassegna TEMI (Teatro, Editoria e letteratura, Musica e Immagini al femminile), promossa dal circolo cultura di Biasca, da Bibliomedia, con la collaborazione del dicastero cultura del Comune, si aprirà con la presentazione di un libro dal titolo significativo: La bambina e le bombe. Si tratta della sedicesima pubblicazione di Ketty Fusco, nota regista, interprete teatrale e scrittrice. Anna Felder, nella prefazione all’opera, composta da racconti e organizzata in due sezioni, definisce la penna di Ketty Fusco una “bacchetta magica” forse appoggiandosi ai modi di Cesare Pavese, che scrisse “scoiattolo della penna” per spiegare i mondi fantastici, trasfigurazione della realtà, di Italo Calvino. L’appuntamento è fissato per giovedì 8 marzo, alle 20:30, presso Bibliomedia a Biasca. Interverrà, oltre all’autrice, Franca Tiberto, giornalista e presidente del PEN International Svizzera italiana e retoromancia.

La rassegna continuerà con una serata dedicata proprio ad Alfonsina, mercoledì 14 marzo (Bibliomedia). Ne parleranno Marinella Luraschi e Franca Cleis, dell’Associazione degli Archivi Riuniti delle Donne Ticino di Melano. Segnalo pure l’intervento musicale, con Luisa Beffa alla fisarmonica: eseguirà, naturalmente, Alfonsina y el mar.

Giovedì 22 marzo spazio e tempo alla ticinese Gaia Amaducci, alla sua casa editrice milanese, Epoché e alla scrittrice e giornalista Valentina Acava Mmaka, autrice del libro Cercando Lindiwe, (Epoche, Milano 2007). Per anni Valentina si è occupata di cooperazione e sviluppo nei paesi del terzo mondo. È autrice di favole per ragazzi e di testi didattici sulle tribù africane di Africa Orientale e Sudafrica. La pubblicazione della storia di questa donna di nome Lindiwe, che fugge dalla violenza dell’apartheid, che perde la sua identità fino a vivere una doppia femminilità (una Lindiwe annientata diventa un’anonima Ruth che ritroverà con fatica la propria forza di donna), rappresenta un’altra intelligente iniziativa di Epoché, editore che molti lettori hanno già conosciuto qualche mese fa, a Lugano, in occasione dell’uscita di un altro libro dai toni forti, Il castigo degli ipocriti di Leïla Marouane.

 

A Biasca il defunto Politeama lascerà spazio alla nuova Coop e allora Doppia pelle, il nuovo spettacolo teatrale con la regia di Katia Troise, andrà in scena domenica 25 marzo, alle 17:30, curiosamente, tra gli spazi di una biblioteca (Bibliomedia). Un testo, un’idea molto originale, da non perdere, con una regista capace, assieme ai suoi attori (Alessandro Otupacca, Melissa Gnesa, Matteo Casoni, Elena Visconti) di creare spettacoli di notevole livello artistico. Doppia pelle racconta l’affascinante e contraddittoria dimensione del femminile. Nello spettacolo di intrecceranno storie, esperienze, spaccati di vita tratti da opere di diversi autori. L’universo femminile sarà evocato attraverso voci, sguardi, sensazioni: «Doppia pelle è l’istante che abbiamo per scivolare dentro la pelle di ogni segreta femminilità», mi dice Katia.

Il 21 aprile, grazie alla collaborazione di Marco Gurtner (dicastero cultura del comune di Biasca) il critico d’arte Stefano Crespi sarà ospite alla Casa Cavalier Pellanda, con la conferenza L’altro sguardo: voce e immagine al femminile. A partire dal 22 settembre 2007 è prevista un’importante mostra con sei pittrici. Olé!

 

Daniele Dell’Agnola


 
 
 
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