Sta per arrivare la primavera, cari frequentatori di Tellusfolio e di The corner.
Tempo di cambiamenti? di rinascita come avviene in natura? Di propositi vari da attuare? Chissà, forse per qualcuno sì.
Pensavo che sarebbe bello svegliarsi e leggere qui, nel nostro angolino, con una certa frequenza (magari al momento della pausa-caffè) una poesia che – come al solito partendo dai sentimenti, dalle emozioni (ma in poesia, chi non ne parla?) – ci faccia iniziare la giornata con un pensiero in più.
Che possa indurre una qualche riflessione, giusto così, per alimentare anche il cantuccio sentimentale...
Naturalmente, per l'approccio approfondito e professionale, su Tellusfolio ci sono le autorevoli rubriche di Critica della Cultura. Noi qui lanceremo semplicemente dei pensieri poetici, come già fatto con quelli letterari ispirati alla narrativa e ai testi musicali.
Ed ecco la proposta di oggi:
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
(Alda Merini)
Nata a Milano nel 1931, la Merini si colloca fra le più grandi voci poetiche dell'odierno panorama letterario.
La sua vita, segnata dalla malattia mentale e dai frequenti ricoveri, emerge come tessuto stesso della sua poesia, abitata alternativamente da una personale lucidità che deve fare i conti continuamente coi fantasmi del teatro della mente. Come ha detto Maria Corti: la realtà tragica vissuta in modo allucinato irrompe nell'universo della memoria e viene proiettata in una visione poetica in cui è la Merini, con la penna in mano, a vincere.
Frances Piper