Il fotografo Oliviero Toscani è stato ammazzato dall’amiloidosi, una malattia che colpì anche me nel 2008, ma in forma non irreversibile. Perciò nel 2025 posso raccontarlo.
Il popolo riassume così questo male: chi ne è colpito può continuar a camminare senza cervello. Io amo il mio cervello come me stesso. Nel 2008 stesi un diario di quell’autunno che www.tellusfolio.it mi pubblicò. Il 4 ottobre postai una preghierina per san Francesco a Dio, con la richiesta di allontanare sorella demenza da me, ma pronto alla sua volontà. Nel dicembre 2008 il centro medico del san Matteo di Pavia decretò il male non irreversibile ed io gioisco ancora da allora, 17 anni dopo. Non posso dire adesso che cosa avrei fatto davanti ad un esito alternativo di morte mentale, perciò vado cauto nel mio giudizio sul comportamento laico del fotografo, reso famosissimo da Benetton.
Se io avessi continuato a credere in Dio, come faccio dal 2003, sarei stato su di una via alternativa al fotografo Oliviero Toscani, che ha detto al suo medico: la vita è la malattia. La vita resta alternativa alla morte anche dopo la morte.
Questa è la mia fede: io sono un pensiero di Dio, il fuoco della mia vita; adesso sono una fiammella serena dello Spirito di Dio. Chiedo al mio autore di confortare le anime con pensieri di morte e di accompagnarle nel trapasso alla vita che non finisce, ma gioisce per sempre in Lui.
Carlo Forin