Guardare allo specchio, guardarsi allo specchio. Un’immagine rovesciata del mondo e di sé, quanto basta per suscitare un universo di se e di domande. Un sovvertimento, un ribaltamento di visione e prospettive. E specchiarsi negli occhi dell’altro? Con un invisibile filo di simpatia simbolica? (Dal greco συμπάϑεια, composto di σύν, “con”, e “πάϑος”, affezione, sentimento/Anche se affezione ha una sua intrinseca ambivalenza)
Invero la mostra Sguardi allo specchio di Emanuela Niada e Silvia Pisani, artiste che hanno collaborato al progetto, ha un suo particolarissimo significato e valenza, fra astrazione, speculazione filosofica e un potente materico, fra estetica e ricerca spirituale... “echi e risonanze simili, indagando l’interrelazione tra l’individuo e il cosmo in un dialogo speculare. Nelle loro opere il macrocosmo si riverbera nel microcosmo personale e la realtà trascendente spesso irrompe nel presente scompaginandolo in giochi di luce e ombra. Questi due piani, molto distanti tra loro, si compenetrano offrendo la possibilità di accedere a una dimensione più sottile e arricchente e di aprirsi, così, a una nuova consapevolezza. […] Lo specchio è lo strumento che cattura il divenire mutevole.”
Quindi le immagini elaborate da Emanuela e Silvia si affiancano in una sorprendente reciprocità restituendoci una rappresentazione del mondo che va oltre la superficie riflettente, a una inusitata profondità.
Peraltro l’esposizione ha come ulteriore scopo, oltre a quello prettamente e squisitamente artistico, la raccolta fondi per sostenere i progetti de Il Bullone di Near Onlus, Fondazione non profit creata per ragazzi affetti da varie patologie croniche e che sviluppa progetti rivolti a giovani e adolescenti in difficoltà soprattutto dal punto di vista della salute. Citiamo: “Il Bullone – che simboleggia forza, coesione, coraggio – è una testata giornalistica mensile (anche un sito e un canale social) nata da un progetto con i giornalisti del Corriere della Sera, dove i ragazzi scrivono storie, danno voce alle loro emozioni e intervistano personaggi importanti ispiratori per un mondo migliore. [...] La Fondazione organizza per i ragazzi che si definiscono B.liver (essere-vivere-credere) attività settimanali, incontri, laboratori, corsi di formazione, di approfondimento e svago. Il Bullone sensibilizza attraverso progetti artistici visionari, viaggi temerari, storytelling, esperienze che uniscono realtà diverse in percorsi originali (www.ilbullone.org).”
Una testata di bellissimi contenuti e di rara bellezza come può confermare chiunque abbia avuto la fortuna di imbattersi in essa.
Cosmo
Si rigenerano cellule
scorrono linfa e sangue
risuonano le sfere del tempo.
Mute energie invisibili
mi trapassano
plasmando responsi sottili.
Sono, quelli sopra, versi – tratti dalla silloge Poesia nell’invisibile (La Vita Felice, 2021, pp. 144, euro 15, prefazione di Roberto Mussapi) – di Emanuela Niada, ben nota anche come poetessa, che della versatilità creativa ha fatto uno dei propri punti di forza. Difatti scrive non solo poesie, ma anche acutissimi aforismi, dipinge e inventa opere concettuali, ispirandosi ai mandala, elabora e fabbrica maschere speciali con forti richiami simbolici. E spende non poco tempo in azioni di volontariato (in Hospice per la VIDAS). I versi citati paiono perfettamente attagliarsi alla tematica delle sue fotografie e dei lavori esposti. Per inciso la mostra Sguardi allo specchio, con inaugurazione mercoledì 20 novembre (ore 18:30-21), sarà visitabile dal 21 al 24 dello stesso mese con i seguenti orari: gio/ven/sab 10-19; dom 10-14. Sede sarà la ex Casa Olimpia Milano di via Privata Caltanissetta 3, un luogo mitico per tutti gli appassionati del cestismo italiano, tempio delle Scarpette Rosse che hanno fatto la storia del basket non solo nostrano.
Veniamo alle opere fotografiche di Emanuela Niada, accanita nel miglior senso del termine, sensibile e intelligente viaggiatrice, la quale ha colto dai suoi itinerari nei vari Paesi e continenti innumerevoli suggestioni... “inseguendo il riflesso luminoso nell’acqua di fiumi, laghi, mari dove le immagini possono risultare speculari o distorte.”
Dunque... “La foto in Botswana delle canne che si raddoppiano nella lente del fiume Okawango, in cui irrompe l’ologramma del sole […] Fiori di loto si rispecchiano nelle backwaters nel Sud dell’India” (ma anche tristemente a galleggiare una bottiglietta di plastica, N.d.A.). E ancora sassi e nubi a intorbidare l’acqua di un laghetto in alta quota in Ladhak.
Non solo scatti e stampe fotografiche tuttavia. In mostra sono anche grandi specchi pensati come moderni mandala, un’altra meditazione sullo spazio tempo e sul divenire, sulla creazione del mondo, “nella visione cabalista e l’interazione tra il cosmo e la psiche come indicano tante antiche saggezze e ormai anche la moderna psicologia.”
Fra gli altri...
-Non c’è più Tempo, del 2022 (diametro cm 68), è un “grande specchio specchio che riporta un orologio al centro e da un lato sassi e conchiglie che riproducono le ere geologiche del pianeta e dall’altro lato orologi che simboleggiano la tecnologia umana.”
-Mi Specchio nel Cosmo, del 2023 (cm 60x70)... “La tela ritrae una nebulosa blu con traiettorie dorate e argentate che raffigura una galassia con uno specchio tondo al centro che rappresenta la coscienza cosmica, l’intelligenza che regola in armonia il moto degli astri e sovrintende alla vita nell’Universo.”
Sembra richiamato il gran pensiero galileiano, e si legano la riflessione scientifica con quella mistica, la razionalità con l’afflato verso l’eterno e il mistero.
-Cantare la Luce, del 2022 (cm 61x61)... “La tela nera simboleggia il buio del cosmo infinito, con un viso che si delinea e si riconosce in uno specchio, si allinea al progetto di incarnazione e può dar voce alla propria essenza più autentica.”
Fotografia
Somma di raggi differiti
captati da alchimie argentee
l’immagine fotografica.
Scia di stelle in scala ridotta
l’istantanea rallentata
nel domani si riverbera.
Era giusto chiudere la parte relativa a Emanuela Niada con un’altra sua poesia dall’antologia già menzionata.
Silvia Pisani è un’altra personalità contrassegnata da uno straordinario eclettismo. Dopo la maturità artistica si trasferisce negli States per studiare alla New York University. Tornata nel Bel Paese si diploma all’Istituto Artistico dell’Abbigliamento “Marangoni” di Milano lavorando per alcuni anni come stilista di moda. Inizia presto a esporre suoi lavori in Italia e all’estero. Nasce poi il suo interesse per medicina integrata, psicologia e... “tutto ciò che riguarda l’accesso ai segreti contenuti nelle sfere inesplorate dell’essere umano […] approfondendo lo studio e la sperimentazione diretta delle vibrazioni di colori, simboli e musica come mezzi di trasformazione dell’individuo. Si esprime prevalentemente con la spatola, creando vortici di energia mediante la forza intensa del colore. Attraverso il movimento rappresenta la provvisorietà della vita in continua evoluzione. Negli ultimi anni amplia la sua ricerca artistica dedicandosi anche alla scultura e all’installazione tramite il recupero e il riutilizzo di materiali di scarto, dato che il tema della tutela dell’ambiente rappresenta un punto fondamentale della sua etica personale e del suo stile di vita.”
Le tele della Pisani, con un’accentazione spiraliforme (a tratti vien da pensare anche all’esperienza vangoghiana, ma con un tasso di enorme quiete nel respiro), richiamano l’energia in divenire, l’inarrestabile flusso cosmico “al cui interno ognuno può proiettarsi e percepire la propria visione della realtà in base alla risonanza che si viene a creare con l’opera.”
Mi Specchio nella Fonte, del 2023 (cm 40x50), “richiama l’immagine di una galassia all’interno della quale è applicata una lente specchiata che simboleggia l’Occhio di Dio. Lo specchio invita la persona a osservare il proprio riflesso immaginando di proiettarsi all’interno di misteriosi mondi “sottili” e di lasciarsi trasportare da un magico vortice di energie multicolori, luminose e iridescenti.”
Lo Zero Cosmico, del 2022 (cm 80x80), “è una tela cosparsa di polveri iridescenti e strass disseminati sulla superficie. Tali punti di luce illustrano l’espansione dell’energia cosmica che si diffonde nello spazio illimitato. Lo Zero è il simbolo dell’infinito ed è rappresentato da una lente a specchio inserita nel quadro che apre la visione su una realtà senza inizio né fine, costituita da diversi piani di esistenza paralleli e sconosciuti.”
Siamo davvero a un altissimo livello di evocazione.
Emerald nel Cuore, del 2019 (cm 20x20), “è una piccola tela il cui nucleo centrale è costituito da una lente a specchio, simbolo di un cuore verde smeraldo. Esso irradia frequenze d’amore tramite il moto rotatorio a spirale creato da polveri sottili, colorate e iridescenti. L’opera rappresenta metaforicamente il cuore di un individuo che ha scelto consapevolmente di porsi al servizio della Vita. Allineando la propria essenza alla vibrazione del Creato può vivere in armonia con il respiro dell’esistenza donando a se stesso e agli altri la propria luce.”
E la Luna che “si rispecchia nell’acqua attraendo a sé, come un magnete, le onde del mare che rappresentano le emozioni e la sua luce sollecita l’introspezione nel silenzio notturno.”
Rivelazioni, del 2011 (cm 50x100)... “Nelle antiche saggezze vengono generalmente attribuiti numerosi significati alla figura del triangolo con la punta rivolta verso il basso. In questo frangente, il triangolo specchiato posto al centro della tela incarna il simbolo del principio femminile e assume, quindi, il valore di apertura e accoglienza di verità intrinseche alla coscienza cosmica. Lo specchio si apre all’energia dell’Assoluto tramite ampi e vibranti raggi che, danzando nel Vuoto come antenne dorate, sono in grado di captare codici e armonie universali. I misteri dell’esistenza sono rappresentati da una cascata di turchesi, pietre preziose che simboleggiano gocce di saggezza disseminate nell’Universo.” (Vien anche da pensare al clinamen di Democrito e alla sua necessità-necessarietà (poetica) e all’osmosi/compenetrazione di immanente e trascendente)
Mondi senza fine si palesano alla nostra vista-visione, un gioco fra fuori-dentro-fuori, un’esplosione di luce che corre nell’oscurità spezzando le tenebre nelle pianure e nei canyon interiori che si estendono e sfumano a perdita d’occhio negli orizzonti...
Siamo atomi nel nulla, ma siamo anche atomi del tutto che ci intride. E, se come sosteneva l’immenso Antoine-Laurent de Lavoisier, Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, quanto questo è vero nella collana dei giorni... e quanto è vero per il soffio che indissolubilmente ci impasta-plasma-permea, per la scintilla del pensiero e dei sentimenti (e dell’amore che ci dovrebbe animare e muovere), rendendoci unici in un insieme correlato, figli, tutti, dell’Universo. Quell’Universo indecifrabile, sapiente e compassionevole.
Alberto Figliolia