Seppur tardivi, sono giunti a bersaglio gli strali lanciati da vari esponenti politici contro la malagestione delle linee ferroviarie lombarde, e specificamente la Milano-Tirano che riguarda più da vicino valtellinesi e valchiavennaschi. Contro Rfi - Rete ferroviaria italiana - hanno tuonato i massimi vertici regionali, a cominciare dal governatore Attilio Fontana, per proseguire con l’assessore responsabile dei trasporti Franco Lucente e con l’incaricato alla montagna, il ’pontasch’ Massimo Sartori. E, oltre ai rappresentanti del Pd che hanno costantemente messo in risalto l’insostenibilità dei disagi vissuti dagli utenti di Trenord, si è fatto vivo pure l’ex parlamentare Jonny Crosio, già leghista della prima ora e adesso approdato tra i Fratelli d’Italia. Tutti costoro, evidentemente colpiti dalle ripetute e giustificate lamentele dei pendolari quotidianamente alle prese con guasti, ritardi e financo soppressioni di convogli, hanno finalmente preso posizione non potendo ignorare la criticità della situazione in atto da lungo tempo, malgrado gli investimenti per oltre 5 miliardi di euro effettuati in Lombardia dal 2019 al 2024 per lavori di manutenzione, potenziamento e messa in sicurezza della rete ferroviaria.
Fontana ha affermato che, nel rispetto dell’utenza, occorre avvisare tempestivamente degli eventuali disservizi, come fosse possibile prevedere la loro evoluzione nell’immediato futuro. E Sartori è persino arrivato a suggerire possibili rimedi, come la cancellazione dei treni che, viaggiando pressoché vuoti, non fanno che aumentare le possibilità di causare imprevisti su una linea già sovraccarica e in perenne caos. Riducendo il numero delle corse (ma solo temporaneamente, fin quando la situazione non sarà risolta definitivamente, tiene a precisare l’esponente leghista) c’è la possibilità di veder diminuiti gli stop che si verificano quasi ogni giorno. Già, ma come trovare i giusti rimedi necessari per invertire la rotta?
“Se c’è un problema qualche intervento per migliorare il servizio va fatto subito” è l’imprecisata risposta alle richieste dei viaggiatori, come a dire ‘tentar qualcosa non nuoce, o la va o la spacca’. La leggerezza e la superficialità con cui vengono trattate le comprensibili necessità ed urgenze dei tanti pendolari che fanno uso quotidiano dei treni per recarsi al lavoro piuttosto che a scuola, oltre che inconcludenti, sono davvero sconcertanti e lasciano molti dubbi sull’effettiva risoluzione dei problemi. Un fatto rimane certo e incontrovertibile: con un unico binario tra Lecco e Colico c’è poco da inventare e, per giunta, non si è nemmeno fatto fronte alla vera e propria invasione della stazione di Varenna da parte di tanti turisti dopo la fine dell’emergenza Covid che ha spinto la gente a tornare a viaggiare. Sarebbe bastato un po’ più di buon senso e di organizzazione per soddisfare tutti, comunque ora Rfi ha previsto (testuale) “una rimodulazione dell’offerta” sulla Milano-Lecco-Tirano con un piano di investimenti pari a 312 milioni di euro che include interventi di restyling e di miglioramento degli accessi alle stazioni e la soppressione di diversi passaggi a livello, altro tasto dolente della questione.
Però l’importante resta tornare alla normalità in tempo per i tanto agognati Giochi olimpici del 2026, non è così?
Guido Monti, ex utente settimanale ed ora saltuario di Trenord