Appena entrato nella sede dell’Anpi, associazione alla quale sono iscritto da poco, conosco Irma Camero Clerici. Mi accoglie molto cordialmente, con un bel sorriso schietto, mi suggerisce la lettura di alcuni libri per approfondire le mie conoscenze sulla lotta partigiana in Valtellina della quale, al momento, conosco solo alcuni fatti. Seguo il suo suggerimento. Leggo avidamente tutti i testi esistenti sulla Resistenza nelle nostre valli.
Poi, Irma torna a svolgere la sua funzione, quella di segretaria, che comprende praticamente tutto quanto serve all’associazione, dal tesseramento all’archivio alla corrispondenza. La memoria storica dei partigiani valtellinesi, il contatto con gli stessi ricadono in gran parte sulla sua persona. Lavoro che svolge con scrupolo, rigore e precisione. Vengo a sapere che la cosa si ripete, ormai, da lunghi anni. E continua ancora, per qualche tempo.
Ma arriva un momento, con l’avanzare dell’età, che il suo fisico non regge più come prima. Così, superati gli anni ottanta, non se la sente più di continuare, chiede di essere esonerata dall’incarico. Viene a trovarci ogni tanto, sempre più affaticata. Ma ci tiene molto ad essere informata sull’andamento dell’associazione. La comprendo. Negli anni del peggior fascismo, quelli della Repubblica di Salò, ha messo a rischio la propria vita operando come staffetta, e non vuole certo veder disperso quel patrimonio di ideali e di speranze che lei ed altri hanno saputo creare e trasmetterci.
Col tempo le sue visite si diradano. La vedo l’ultima volta nel mese di settembre. Capisco che non sta più bene. Le telefono spesso. Mi dice: “Vieni a trovarmi, così facciamo quattro chiacchiere”. Glielo prometto ma, per un motivo o per un altro, non mantengo la promessa. Le sue condizioni peggiorano. La figlia Daniela è costretta a ricoverarla presso la casa di riposo di Berbenno. Veniamo a sapere della sua scomparsa a funerale e cremazione avvenuti. Se ne è andata così, in punta di piedi, per non volere disturbarci. Noi dell’Anpi rendiamo onore al suo passato eroico di staffetta, ad una persona positiva ed altruista. La rimpiangiamo molto.
Sergio Caivano
(estate 2013)