L’autunno è noto a tutti come una stagione. Lo studio del passato ne fa qualcosa di più grande: il nome di un anno in zumero.
L’anno zumero era tutto il tempo. Aveva un nome e non un numero per che era un dio. Nel Capodanno, la dea della vita si univa col dio della morte col miracolo della nascita dell’anno nuovo, mentre era temuto che il matrimonio sacro non avvenisse col pericolo del caos con la confusione dei morti tornanti tra i viventi e la dissoluzione del dur- an- ki, ovvero del perdurare dell’unione del Cielo con la Terra.
In latino autumnus, all’indicativo, sillabato in zumero: a-u- tum- nus. Leggo dal centro: “portar via (tum) l’uovo (nus) da Terra-Cielo (a-u)”.
Questa è una semplificazione limitata dalla grafia latina. Coi grafi de John Alan Halloran, Sumerian Lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles 2006:
A- hug- tum-nus. Leggo: “portar via (tum) l’uovo (nus) dal seme (a) in riposo (hug)”.
Hug, hun
to hire or rent (someone or something); to introduce (to a job); to enthrone (a ruler); to rest; to repose, to repose; to abate; to placate (cf., al- hu- nu, and hu – nu, and hu- nu) (many + to mete out to). Halloran: 115
Questo lemma è molto complesso. Ha anche il significato di “intronizzare un regolo”. Dunque, un’altra traduzione è: “portar via l’uovo dal seme che intronizza il Regolo”.
A- Hug – tum- nus = “Portar via il seme dal seme che intronizza il Regolo”.
Quest’altra traduzione mantiene un’ambiguità ma è coerente: il dio A- hug- tum- nus “porta via l’uovo dal seme che intronizza il Regolo”.
Perdura il compito di trovare l’anno esatto con questo nome, ma la ricerca linguistica, verificata esatta, conforta la bontà formale dell’inchiesta.
Invito gli antichisti alla critica di questo articolo.
Grazie allo Spirito di Dio che mi ha spinto a farlo.
Carlo Forin