Venerdì , 18 Ottobre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Bottega letteraria > Prodotti e confezioni
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
In libreria/ Marisa Cecchetti. “Tutto l’oro del mondo” di Guglielmo Aprile
05 Settembre 2024
 

Divisa in sette sezioni, la silloge di Guglielmo Aprile, Tutto l’oro del mondo, trabocca di luce, a cominciare dal fascino dell’alba col sole che colora l’oriente: “dal calice del sole stilla un nettare che invade i campi e le vene ne inonda”; poi si alza piano piano sulla terra umida di notte “una neve dorata che si stende su tutto ciò che è verde, un luccichio che imperla i sassi e l’erba”. Il trionfo del mezzogiorno è infuocato - “Febbre del mezzogiorno, il cielo brucia” - quando cielo, terra, uomini e cose sono nella fiamma e “il mondo arde di un fuoco mite, e dello stesso rogo che lo consuma nutre il suo rigoglio”. Come un innamoramento è quello che si legge nei versi di Guglielmo Aprile, una gioia così folle davanti allo splendore di cieli, terre e mari, che fa nascere il desiderio di perdersi, di dissolversi in essi: non più distinti ma una cosa sola io e la scena che ha per sipario i sensi”, e contiene echi di panismo dannunziano.

Non solo si colgono le meravigliose forme del creato, ma se ne ascoltano le voci, i suoni, i canti, fin dall’alba annunciata dal primo passerotto e dal merlo: “il primo passero si è affacciato da un pulpito balaustrato di rami, rabdomante del giorno”. Poi arriva il canto di tutti gli uccelli destati al giorno che nasce, che ha l’allegria di giochi di fanciulli: “Dal fogliame uno strepito, uno scoppio di risate infantili”. Se il cielo è invaso di luce tanto da non contenerla: “Non basta il cielo a contenerla tutta questa luce: ne straripa, ne è gravido”, il mare accoglie e moltiplica la luce che si spinge giù: “un manto fluttuante sul fondale, venato da riflessi che si accendono, tra la sabbia e i sassi, di lampi d’oro”. La luce lo appiattisce al mattino -Distesa calma al mattino” - e più tardi “il mare palpita come in fiamme”. Il sole è il dio pagano che permette la vita, la luce è tanto intensa che sembra prossima a partorire un dio d’oro: un senso di profonda sacralità si respira in questi versi - dove la metafora fa da padrona - nella scelta stessa del registro linguistico: l’ostia incandescente, resuscita, presbiteri, mitrei, unzione del fuoco, consacra. La luce che invade il mare, la voragine del cielo e la terra, è così “deliziosa” che forse è la stessa che vide Dio sul neonato pianeta; su tutto si stende il respiro e l’occhio di Dio:Dio respira, e le stelle e le città sono il suo alito”.

Una profonda gratitudine va a quella luce che è fonte di ogni vita: “unico e vero compenso che spetti in cambio all’uomo, per ogni suo male, e impareggiabile messe del vivere”; luce che annienta ogni divisione e fa di tutto ciò che abbraccia un unicum dorato “nel vortice in cui tutte le cose sono una sola, sono oro e musica”. A quella divinità “ogni essere che faccia ombra sopra la terra, s’inginocchia colmo di gratitudine a ricevere dal cielo l’unzione del fuoco, il segno che lo consacra”. Quel sole che “apre i propri occhi nei miei, mi penetra con i suoi raggi”, alimenta una forza gentile, un desiderio di essere accolto, di trasumanare: “gli uni negli altri i corpi in un impersonale oro si sciolgono”; di valicare i confini della propria pelle: “Non sono più rinchiuso in questa pelle e del mio corpo scavalco i confini, il bianco miele del sole mi inonda; morto è in me l’uomo, e resuscita in polline”. Concetto che rimanda a Dante: “trasumanar significar per verba / non si poria”, fino a evocare Walt Whitman di Foglie d’erba col senso della continuità della materia: “Il più minuscolo germoglio ci dimostra che in realtà non vi è morte, / E che se mai c’è stata conduceva alla vita, […] Tutto continua e tutto si estende, niente si annienta”. Una raccolta, quella di Guglielmo Aprile, che ha finalmente il coraggio e la volontà di sollevare un canto alla bellezza, al dono della vita, lontana da ogni inutile ripiegamento su scontati e diffusi dolori.

 

Marisa Cecchetti

 

 

Guglielmo Aprile, Tutto l’oro del mondo

Carabba, 2024, pp. 136, € 15,00


Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.4%
NO
 29.6%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy