Il 6 agosto 2024 si è svolto il Laboratorio creativo sulle Cappellette votive nei pressi di San Bernardo (Civo), con la partecipazione di bambine e bambini che hanno prodotto lavori veramente eccezionali, maturando un nuovo interesse verso questo bene culturale della montagna. L’iniziativa è la prima di altri numerosi eventi estivi di questo agosto 2024, organizzati dal Gruppo “Ciò che è stato è parte di noi” e dall’Associazione per la diffusione del Fondo Pizzigoni E.T.S., con il patrocinio dei Comuni di Civo e di Dazio e l’adesione di èValtellina, del Coro dei “Cech” di Traona, dell’Edilizia Zugnoni Bruno e C. Snc, con le sponsorizzazioni di Autotorino S.p.A. di Cosio Valtellino, di Frate Elettronica di Morbegno e della Famiglia Valtellinese di Roma. Ringraziamo in modo particolare Fabio Soldati, vicesindaco del Comune di Civo e la Proloco di Civo per la disponibilità dei tavoli e delle panche, indispensabili per poter disegnare e creare comodamente vicino alla Cappelletta di San Bernardo, ora presentata come riferimento importante.
Il laboratorio a cielo aperto è stato condotto da Giulia Bogialli, esperta di uso didattico del museo, con la collaborazione di Patrizia Rovedatti e della scrivente, dei genitori e dei nonni che si sono uniti festosamente nella condivisione del bel pomeriggio caldo ed accogliente intorno alla Cappelletta di San Bernardo. Due parole di introduzione e poi, al via di Giulia, è partita sfrenata la fantasia dei piccoli che hanno ricreato nove Cappellette con riferimenti sacri, come quella con “San Carlo” di Claudio, ed ecologici come quelle ispirate all’ambiente e intitolate “Il cuore del bosco” di Linda e “Laghetto” di Anita, oppure familiari e dense di emozioni come quella di Giulia di tre anni che ha disegnato “La culla” e poi, tanto stanca, è andata a nanna. Non sono mancate espressioni di empatia con il mondo animale nella Cappelletta “Animals” di Elisa, e di carattere cosmico come “Il Mondo” di Carlotta. Nelle Cappellette, finemente colorate e ricche di elementi naturali, raccolti nel terreno circostante, ognuno ha riversato le proprie gioie e i momenti significativi della propria vita come nelle opere “La realtà” di Leonardo e “L’Unione” di Tommaso che richiamano temi tra realismo e esistenzialismo dell’essere umano. Dopo varie votazioni, la Cappelletta vincente il premio di un bel cappellino di paglia è stata “La Fortuna” di Clara. Veramente ardua la scelta del vincitore tra tante bellezze! Come organizzatori abbiamo apprezzato molto la partecipazione degli adulti che di fatto non erano certo esclusi prioritariamente dal pomeriggio creativo. Chi ci ha accompagnato ha dimostrato la positività di voler meglio estendere il progetto a tutte le fasce della popolazione, magari introducendo varianti significative intonate all’ambiente naturale, pensiamo per esempio alla composizione del Mandala. In un tempo così circoscritto, l’esperienza è stata intensa ed entusiasmante conclusa con un graditissimo rinfresco. Laboratori come questo sono senz’altro da ripetere in prossimità delle varie Cappellette che abbiamo restaurato e che ci avviamo a restaurare.
Nella mente il pensiero va alla Cappelletta di San Bello alla quale abbiamo dedicato il laboratorio creativo. Nell’attesa del restauro, cerchiamo le immagini che potrebbero aiutare nella ricostruzione dell’affresco originario. Abbiamo consultato un antropologo culturale, esperto di arte sacra e, al momento, possiamo precisare, rettificare e aggiungere almeno sei nuove considerazioni effettuate tenendo conto della volta e delle tre pareti, frontale, sinistra e destra:
1. sulla parete di fondo in alto della Cappelletta, la Trinità è raffigurata dal Padre, dal Figlio, simbolizzato dalla Croce, e dallo Spirito Santo in forma di colomba circondata da fasci di luce;
2. nella parete frontale, il Bambino Gesù è in punta di piedi sul grembo della Madonna, il tallone alzato mostra il tentativo di arrivare ad abbracciare il collo della Madre che lo cinge amorevolmente;
3. nella parete frontale, accanto alla Madonna si intravvedono due personaggi di cui uno ha in mano un fazzoletto;
4. nella parete frontale, le tre immagini in basso all’affresco, sotto la Madonna in trono, potrebbero essere di devoti imploranti, un giovane nudo, un anziano, una donna dalla capigliatura accurata, forse appartengono alla stessa famiglia e stanno chiedendo l’aiuto per un malato;
5. nella parete di sinistra guardando la Vergine, appaiono due figure una con in mano il fazzoletto, l’altra con la mano sul petto, una potrebbe rappresentare San Bello;
6. nella parete di destra, guardando la Vergine, è probabilmente ritratta Santa Margherita da Cortona (1247-1297), penitente del Terz'Ordine Francescano, che si tratti di questa santa si potrebbe dedurre dall’abito, con l’evidente cordone, e dalla Croce e dal teschio, deposti poco distanti, in basso a destra, questi due ultimi elementi sono ben presenti in altre iconografie, sopra la santa un angelo che porge l’aureola.
Dell’abate di Monastero Benigno de’ Medici (1372-1472), popolarmente detto “San Bello”, ci dovrebbe essere una immagine nella Chiesa di San Bello a Campovico. La Chiesa è chiusa, non si sa chi potrebbe aprirla per permettere di fotografare il santo. Siamo alla ricerca di due immagini che potrebbero aiutare nella ricostruzione. La prima è quella della Madonna di Talamona di Giovanni Gavazzeni e la seconda è quella di San Bello per meglio identificarlo nella Cappelletta di Milva Barri. Senza escludere una indagine nella Chiesa parrocchiale di Berbenno di Valtellina.
In attesa che chi farà il restauro possa far meglio emergere le figure soffuse e corrose dal tempo, rivolgiamo il nostro appello affinché qualcuno contribuisca alla ricerca inviando a sandra.chistolini@uniroma3.it le foto scattate, posizionando il cellulare sia in orizzontale che in verticale, delle due immagini della Madonna di Talamona e di San Bello.
Ringraziamo in anticipo per la preziosa collaborazione e restiamo a disposizione per la segnalazione di altri restauri in Valtellina.
Sandra Chistolini