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Gabriele Santoni. Ri-lettura de “La figlia della rupe e del mare” di Maria Lanciotti 
“È un racconto forte che, a mio parere, può, anzi deve, diventare un romanzo”
05 Agosto 2024
 

Ho appena finito di leggere La figlia della rupe e del mare,* ne ho avidamente succhiati i contenuti, assaporate le strette al cuore che sensate e condensate vicissitudini ne hanno fatto nascere, per poi morire nelle pagine seguenti. Ho vissuto le emozioni forti e di miele di un Primo senza uno Zero e senza un Secondo, autocreato e autoannientato in un posto che non c’è, e in un non tempo che non è mai stato. Solo sentori, e uno stralcio di vita che è cresciuto all’ombra dei sentimenti più nobili, incontaminati e insiti nel cuore di ognuno di noi.

Tutti siamo Primo, tutti siamo Maren e Mimosa, tutti siamo rupe e mare. Coraggioso l’affronto alla paura, fuoco che scalda se controllato, ma fiamma spietata se indomata. E l’inconsapevole violenza che alberga in tutti noi e che nasce dal consapevole bisogno di essere amati a qualunque costo, è stata una “scoperta” che non immaginavo potesse essere resa con carta e penna. Primo è il mondo intero, Primo è tutti noi. Maren è il desiderio. Mimosa il frutto che ne nasce. Suggestiva la scelta della cornice, ho sentito anch’io il profumo del mare e l’odore della terra. Ho sentito la voce muta della donna e il dolore dell’uomo. Ho visto i coralli e le pelli, ho bevuto latte e raccolto i fiori. Un’ora di lettura intensa, rapito dalle pagine dattiloscritte, nell’attesa di una fine che lasciasse una traccia, come poi è stato.

È un racconto forte che, a mio parere, può, anzi deve, diventare un romanzo. Primo e Maren hanno tante cose da raccontare, devono scandire equamente una gradata sintonia di cosmiche pulsioni, che sono storie, tempeste, amori e tutto ciò che poi chiamiamo vita.

 

Gabriele Santoni

 

 

* Prima stesura di un racconto di Maria Lanciotti scritto nel 2000 con il titolo provvisorio “La figlia della rupe e del mare”. Rimasto in sospeso inedito nel cassetto, anni dopo ‒ proprio come a suo tempo auspicato da Gabriele Santoni, reporter e scrittore, nel suo commento al racconto, anch’esso rimasto inedito e conservato tra le pagin dattiloscritte ‒ viene ripreso dall’autrice e le servirà da spunto per il romanzo “La figlia della rupe” pubblicato nel 2007 con la Ibiskos Editrice Risolo nella Collana Frontiere dello Spirito, con la prefazione di Antonio Nicola Franco.


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