Conosco Stefano da alcuni anni, da quando è entrato a far parte del Laboratorio Poetico di èValtellina Cultura e Territorio, gruppo del quale sono responsabile. Insieme abbiamo partecipato a tante iniziative sul territorio alle quali è intervenuto non solo in veste di poeta, ma anche di musicista, accompagnando con la sua chitarra o l’handpan le letture di altri autori, come durante la rassegna in biblioteca a Morbegno di “Pillole di Poesia”, da poco conclusasi.
Con piacere gli ho proposto un’intervista, per conoscere meglio questa sua passione, in occasione dell’uscita della sua seconda raccolta poetica dal titolo Mancanza. Una trentina di componimenti che indagano l’uomo e le sue emozioni, con parole colorate e potenti. Ogni testo è affiancato da istantanee, alcune in bianco e nero e altre colorate, di paesaggi, volti, particolari che contribuiscono ad arricchire questa pubblicazione. Grazie a Stefano per la disponibilità e un sincero augurio di poter coltivare in maniera feconda questo suo estro.
– Com’è nata la passione per la scrittura?
Diciamo che ho scritto poesia fin dalla giovane età, penso come tanti altri ragazzi. A volte le inviavo ad alcuni giornali che le pubblicavano. Mi ricordo l’Eco delle Valli che usciva in provincia il sabato. Poi crescendo con la vita che sommerge (famiglia, lavoro, impegni nel volontariato) non ho prodotto molto e in generale scrivevo poesie per regalarle, altre le ho perse e alcune le eliminavo. Poi ho ricercato la poesia in varie esperienza teatrali come attore e regista di alcuni spettacoli. Uno si intitolava “I poeti lavorano di notte”, titolo di una splendida poesia di Alda Merini. Ora sporadicamente scrivo Haiku, poesie, che poi condivido con amici e nei vari incontri pubblici del Laboratorio Poetico di èValtellina.
– Quali sono le tematiche che affronti nei tuoi testi?
Indubbiamente nei miei testi, quelli dell’età più matura, le tematiche più ricorrenti sono la natura con la sua sacralità, la ricerca esistenziale dell’uomo nel suo velo spirituale, con una dose di eros umano che compare a qualsiasi età.
– Hai pubblicato di recente una raccolta di poesie e immagini dal titolo Mancanza, in collaborazione con Alice Ciapponi. Ci parli di questo libro?
Questo libro, che per me è il secondo, che pubblico in autoproduzione, raccoglie mie poesie e fotografie di mia figlia Alice. Ho scelto il blu per la copertina perché penso che questo colore rappresenti la nobiltà d’animo dei poeti. Dicevo appunto “mancanza” riferito a quello stato d’animo che spinge a scrivere per creare relazioni o per realizzare forme artistiche e penso ai pittori, musicisti ecc. Oppure la mancanza di una relazione profonda che un poeta tende a cercare. Tra l’altro in copertina ho messo una foto di mia mamma, quando aveva 26 anni, anche qui a testimoniare, ora che non c’è più, una mancanza. Probabilmente anche verso la nostra madre universale…
– La prima presentazione del libro è avvenuto in quota, vicino a Sacco, sabato 20 luglio. Hai in cantiere altre presentazioni del libro?
Il libro è stato presentato per la prima volta in maniera del tutto informale in una località di montagna, all’aperto, nel mezzo di un bosco, in Valgerola, luogo a mio parere denso di poesia. Probabilmente ci sarà un’altra presentazione prossimamente alla seconda “Festorch”, serata di musica, danza e poesia e pittura ai Torchi Bianchi di Campovico.
– Altri progetti?
In futuro mi piacerebbe realizzare un libro di “Haiku”. Ne ho già scritti, alcuni sono presenti anche all’interno di questo libro.
Segreto è il mio giardino
Nella profondità del cuore
ho scavato silenzioso un altro nome…
Lì dove ristagna
Si apre un cancello di cristallo…
Mistico cammino scalzo
Tra velluti e rovi atemporale…
Un incontro di fiamma
Nella rivelazione del tutto improvvisamente…
Non spezzare lo stelo d’oro
affronta la tua sofferenza in solitudine…
Vedrai te stesso ovunque
disintegrandosi lentamente…
Non avrai altra scelta.
Un addio
Ti scriverò poesie,
che rimarranno chiuse ai raggi del sole.
Ti manderò sguardi che non capirai mai.
Suonerò e ballerò per ogni disperazione
che mi circonda.
Io non sarò mai lì.
I nostri giardini, si chiameranno separazione.
Forse mi vedrai, ma non sarò io.
Forse amerai l’amore, che ci ha fatto smarrito.
Stefano Ciapponi è nato a Morbegno il 18 novembre 1960. Di professione giardiniere ha sempre lavorato a stretto contatto con la natura, per vent’anni con la “Forestale” come operaio. Ha fatto parte di svariati gruppi teatrali di vario genere, sempre a livello locale. Ha realizzato da registra quattro spettacoli. Nutre una vera passione per la poesia. Viene spesso ispirato dalla natura, dall’animo umano e dai suoi autori prediletti. Ha pubblicato due raccolte: Tensione (2020) e Mancanza (2024).