Oggi, giorno 7 del settimo mese nel mio settantasettesimo anno, il Signore Dio ricorda a me:
– PERDONA! Perdona chi ti ha derubato non sette volte, ma settanta volte sette, – come Gesù ammoniva il discepolo Pietro, che gli chiedeva: – Quante volte devo perdonare chi mi ha offeso? Sette? – E gli pareva di aver detto un’enormità.
Il settimo comandamento prescrive: non rubare! Resta valido, naturalmente. Ed il nuovo comandamento è quello del perdono ad oltranza per chi ti ha derubato.
Da cinque anni, la giudice di Treviso mi ha tolto l’amministrazione dei beni e l’ha data a mio fratello, impeccabile nel farla. Dio mi ha donato la condizione dell’esenzione dalla cura dei miei beni. A me è facile la pratica del perdono per che mi manca la cura dell’offesa. Per ciò prego chi legge di perdonare i nemici e gli amici.
Lo studio del zumero mi ha evidenziato: DUN è un antico nome di Dio; ‘per’, con barag etc. è il trono degli dèi. Per-DUN viene ad identificare nel nuovo Testamento Dio col suo basamento!
Papa Francesco ha passato tutto il suo pontificato in nome del perdono ed ha dedicato un giubileo straordinario alla misericordia divina sempre pronta al perdono dei nostri peccati.
Perdona te stesso del male fatto e chiedi a Dio di riuscire a perdonare chi ti offende.
Amo il mio ultimo compagno di viaggio, lo Spirito Santo, che rende normale il perdono. Io TI ringrazio, mio GIR, pesh-pesh: tu sei l’ampiezza del perdono! Per questo motivo Gesù ha detto che la bestemmia contro lo Spirito Santo è l’unica cosa imperdonabile sempre.
A TE chiedo, mio GIR, di diffondere la pratica del perdono fin che l’offesa sparirà dalla Terra ed avremo la pace nell’armonia del bene.
Io rendo grazie a GIR!
Carlo Forin