Era il 18 novembre 2004 quando a Sondrio venne sottoscritto un progetto di condivisione e di pace fra il capoluogo valtellinese e la città brasiliana di São Mateus, un gemellaggio che avrebbe continuato a dare frutti e che quest’anno compie i suoi ventiquattro anni di esistenza.
Ha dunque un sapore in più la consueta Festa del Gemellaggio che si è tenuta sabato scorso 1 giugno presso la Casa del Rugby sondriese, alla presenza dei due ideatori del progetto, i coniugi Maria Donati e Francesco Racchetti e del presidente dell’Associazione São Mateus, Manuel Marelli. Sostenitori e cittadini sondriesi hanno assistito all’incontro informativo sulle attività portate avanti in questi anni e concluso poi la serata con una cena approntata dal Gruppo Alpini di Sondrio e una lotteria di beneficenza.
«È un sogno lontano divenuto realtà, questo progetto che ha riunito molti», ha affermato Francesco. «Per la nostra associazione il punto focale di intervento continua a essere il settore dell’educazione. Il Centro “Ricostruire la Vita”, dove operano educatori, insegnanti, psicologi, riunisce attualmente quarantacinque bambini e ragazzi fra i 6 e i 15 anni. Qui, trovano un posto per loro, un luogo dove vengono visti e guidati allo studio e dove viene data loro l’occasione preziosa di esprimersi».
Tante le storie che i protagonisti potrebbero raccontare; c’è quella di Tiago, 11 anni, che vive coi nonni come Ana Luisa, entrambi con genitori assenti. L’uno, da loro definitivamente abbandonato, la ragazzina con un padre spacciatore del tutto assente. Oppure il racconto di due sorelline, stessa età, padri diversi, che nel Centro trovano finalmente chi si prende cura di loro. Le ferite di questi minori, medicate con l’ascolto, l’apprendimento e il gioco.
«Sono 19 le Borse di Studio attive ad oggi (più di 30 quelle terminate), per ragazzi universitari meritevoli, che lavorano per vivere e frequentano la sera, con grande impegno, avendo ben chiaro in sé che lo studio potrà salvarli dalla miseria assoluta in cui vivono» continua il racconto di Francesco. «Vi potrei parlare di Beatriz, diciottenne, madre di un bambino di un anno e mezzo, che ha potuto iscriversi a Odontoiatria, un sogno per lei, che con stupore grato vede configurarsi come realizzabile. E di Jaqueline, che vive nella discarica col marito amorevole (cosa di per sé rara, in una realtà dura come quella di São Mateus) ma rimasto senza occupazione, che siamo riusciti a reiscrivere all’università, a Scienze infermieristiche, una facoltà spesso scelta dai nostri studenti.
Davvero, vedete, non è sbagliato parlare di ricostruire una vita: si possono ripescare, con questi interventi, persone che sembravano non avere più alcun sbocco vitale».
Mentre scorrono le diapositive coi volti felici degli studenti in occasione delle loro lauree o, per i più piccoli, dei loro quotidiani giorni di scuola, le parole che illustrano ai presenti la realtà di São Mateus e i frutti del Gemellaggio si fanno strada nei pensieri e nel cuore dei presenti.
Si tratta di dare respiro all’esistenza, di tornare o cominciare a concepire un futuro. Parola, questa, che altrimenti porta con sé per i più emarginati solamente sfiducia e depressione.
La bella novità di quest’anno per l’Associazione Sondrio-São Mateus è l’adesione di un gruppo di valtellinesi all’importante viaggio in Brasile che annualmente l’Associazione con qualche suo membro attua, al fine dell’incontro coi protagonisti dei progetti: studenti, operatori e istituzioni coinvolte. A partire saranno in 18, a luglio, trattenendosi due settimane.
«Due, tra tutti gli altri, saranno i momenti principali di confronto per il nostro gruppo: una giornata con la Comunità rurale (il quilombo) che da anni collabora coi nostri progetti. Si tratta di villaggi fondati da afrodiscendenti che, grazie al decreto varato nel 2003 dal governo di Lula, hanno potuto avere accesso alla terra, coltivarla e autoriconoscersi comunità tradizionale fondata principalmente sull’agricoltura e la pesca. La loro sussistenza è comunque sempre messa a dura prova. Il quilombo col quale collaboriamo si oppone allo sfruttamento delle multinazionali che depredano e, producendo per l’esportazione, causano aumento dei prezzi delle materie prime e dunque povertà. Lo scambio di cibo dal quilombo alle favelas di São Mateus è un grande risultato, non è comune infatti questo aiuto tra comunità rurali e città. L’altro incontro che avremo sarà con l’Università federale di São Mateus, la più importante, pubblica e gratuita, che si sta rivelando uno dei principali partner per i nostri progetti. Con loro, già si è svolto l’anno scorso un importante Convegno dedicato al valore dello studio, a cui è stata invitata anche una rappresentanza del nostro Centro “Ricostruire la Vita”, coi ragazzi che hanno presentato uno spettacolo molto apprezzato di capoeira, l’arte marziale altamente espressiva e tipicamente brasiliana con la quale spesso i nostri giovani riescono a tornare a comunicare».
Si è conclusa così, con la condivisione del programma di viaggio dell’Associazione, l’incontro della serata. Restano impresse le ultime frasi di Francesco: «Credetemi, ho imparato molto più a São Mateus in questi anni, grazie ai progetti del gemellaggio, che in tutta la mia vita, di universitario e di insegnante… Ci si assume un grande impegno, quando si accetta di confrontarsi con i poveri del mondo, di provare a sognare insieme un cambiamento e una giustizia. Ora io e Maria passiamo il testimone a giovani entusiasti».
Perché è con l’entusiasmo verso il possibile che si può incrociare lo sguardo limpido di questi bambini e ragazzi. Il loro sorriso, che nasce dalla miseria più concreta e che significa “ringrazio perché sono vivo”, possa - come scrive la poetessa afrodiscendente Monica Porto - essere ricambiato dalla vita.
Per seguire le attività dell’Associazione,
visita il sito: www.adancadavida.com
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Annagloria Del Piano