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Alberto Figliolia. “De Nittis. Pittore della vita moderna” 
A Palazzo Reale di Milano fino al 30 Giugno
29 Maggio 2024
 

La natura, io le sono così vicino… Quante gioie mi ha dato! Mi ha insegnato tutto: amore e generosità… Amo la vita, amo la natura. Amo tutto ciò che ho dipinto. (Giuseppe Gaetano De Nittis)

 

Nessuno dei paesi che io ho conosciuto aveva la dolcezza di questa bella terra di Francia. (Giuseppe Gaetano De Nittis)

 

 

La morte lo ghermì a soli 38 anni. Chissà che cosa avrebbe ancora potuto dare alla vita, all’arte, a sé stesso… La parabola esistenziale, come quella artistica, di Giuseppe De Nittis è stata breve, poco più di un lampo, ma di tali esiti e portata da renderlo immortale. Nativo di Barletta (1846) e parigino di adozione, De Nittis aveva un respiro internazionale: vicino alle istanze dell’Impressionismo, finissimo studioso della realtà urbana in costante eterno mutamento e dei suoi interpreti e acutissimo osservatore psicologico.

Già nella sua adolescenza pittorica in quel di Napoli – La Napoli che io amavo era quella ingenua e pittoresca, dall’incomparabile animo poetico e io adoravo tutto di lei, le sue passioni, le sue violenze e perfino le sue selvagge esplosioni di collera – De Nittis si era immerso, complice anche la lezione dei Macchiaioli, nella pittura en plein air. Luce, terre, cieli, che permarranno come elementi base, costitutivi, come humus della sua arte, anche quando essa scoprirà e si eserciterà negli orizzonti delle metropoli straniere… Che bei tempi! Con tanta libertà, tanta aria libera, tante corse senza fine! E il mare, il gran cielo e i vasti orizzonti! Lontano le isole di Ischia e di Procida; Sorrento e Castellammare in una nebbia rosea che, a poco a poco, veniva dissolta dal sole. E da per tutto, un profumo di menta selvatica e di aranceti.

La successione dei quadri italiani è magnifica, comprese le visioni del Vesuvio dipinte in un suo ritorno italiano a causa della guerra fra Francia e Prussia – Mi aveva preso, come accade a molti, l’amore per la montagna, per il Vesuvio – una serie di piccoli studi, “straordinari per il taglio compositivo, la tecnica e il colore, uno dei risultati più originali del vedutismo ottocentesco. De Nittis coglie dal vero la montagna in diverse condizioni di luce, ne indaga i profili, i crepacci, le creste, la vegetazione rada, in vedute ravvicinate e poco panoramiche, sottoponendo così il paesaggio a un processo di rigorosa semplificazione formale, in cui anche le rare figure umane sono quasi interamente assorbite dall’ambiente”.

Ma la Francia, nonostante la sotterranea invincibile italianità e una magnifica digressione londinese, era nel suo DNA – nessun francese ama la Francia con una passione più alta e disinteressata di me – tanto da ristabilirvisi insieme con l’adorata Léontine Lucile Gruvelle, sua moglie dal 1869, ritratta in splendide commoventi opere. In coppia con l’altro italien de Paris, Giovanni Boldini, De Nittis diverrà uno dei maggiori scopritori del genius loci della capitale francese, della sua mondanità, dei suoi riti e tipi, delle strade e piazze affollate e delle storie e passioni che incessantemente vi transitano. E gli interni e i ritratti pure fanno parte di questo mondo, carpito nella sua intima essenza, narrato con estrema attenzione allo studio e ai valori formali così come alla verità interiore intravista.

La signora con l’Ulster (1880-81, pastello su tela, Galleria d’Arte Moderna, Milano), il Ritratto di Edmond de Goncourt (1881, pastello su tela, Archive Municipales-Fonds de l’Académie Goncourt. Nancy), La Place des Pyramides (1875, olio su tela, Musée d’Orsay, Parigi) – carrozze, omnibus, signore eleganti, una venditrice di frutta con il carretto, lavandaie, bambini, un cane randagio… un preciso fascinoso spaccato cittadino colto nell’istante – L’amazzone al Bois de Boulogne (1875 circa, olio su tela, Museo delle Raccolte Frugone, Genova), Il salotto della principessa Mathilde (1883, olio su tela, Pinacoteca Giuseppe De Nittis, Barletta), Alle corse di Auteuil. Sulla seggiola (1883, olio su tela, Pinacoteca Giuseppe De Nittis, Barletta), Il ritorno dalle corse (o La signora col cane, 1878, olio su tela, Civico Museo Revoltella-Galleria d’arte moderna, Trieste). La pattinatrice (1875, olio su tela, Musée des Beaux Arts, Dunkerque)… è una interminabile e stupefacente sfilata di capolavori: 90 dipinti tra oli e pastelli provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private.

Splendide anche le “eccezioni” londinesi – Sin dal primo giorno Londra mi fu propizia – come Piccadilly (o Giornata invernale a Londra, 1875, olio su tela, collezione privata) e lo spettacolare Westminster (1878, olio su tela, collezione privata) – “Alla smaterializzazione della massa dell’edificio avvolto dalle nebbie e infuocato dalla luce del tramonto, reso con pennellate vibranti e sciolte, fa riscontro il primo piano arditamente scorciato, con le figure perfettamente a fuoco” – o quella svizzera Sul lago dei Quattro Cantoni (1881 circa, olio su tela, collezione privata).

È da citare peraltro l’influenza esercitata sul pittore dall’arte giapponese, sovente richiamata nelle soluzioni formali adottate. Tra i paraventi (1879 circa, Pinacoteca Giuseppe De Nittis, Barletta) ne è un esempio, come anche la produzione di ventagli da lui realizzati fra il 1880 e il 1883: “Queste opere evidenziano l’influenza dell’arte nipponica sul pittore, che ne abbraccia con entusiasmo i materiali, come l’oro, l’argento e l’inchiostro di china, e le tecniche pittoriche, tra cui il kirikane (che prevede l’applicazione di una foglia d’oro ritagliata) e il mokkotsu-ho (una pittura che utilizza direttamente il colore o l’inchiostro senza un disegno preparatorio).”

Ma Giuseppe è quasi giunto al capolinea dei propri giorni. Anche se lui non lo sa… Quanti bei progetti ho per l’avvenire! Morirà all’improvviso il 21 agosto 1884. Sarà sepolto, quale prediletto figlio di Parigi, al cimitero di Père Lachaise sotto un epitaffio creato da Alexandre Dumas figlio: “Qui giace il pittore Giuseppe De Nittis morto a trentotto anni. In pieno amore. In piena gloria. Come gli eroi e i semidei.”

L’ultimo suo capolavoro è Colazione in giardino (1884, olio su tela, Pinacoteca Giuseppe De Nittis, Barletta): vi compaiono Léontine e il figlio Jacques, seduti a tavola nel giardino. Il pittore non c’è. Un testamento spirituale? Un ultimo barlume di felicità strappata, come in un presentimento, alla cattiva sorte? Prima delle tenebre. La luce è pura nostalgia.

Ci resta una galleria di dipinti che illuminano i sensi e lo spirito, commisti il sentimento di transitorietà dell’esistenza e la joie de vivre. Con un immenso senso di gratitudine verso il ragazzo di Barletta migrato nella Ville Lumière.

 

Alberto Figliolia

 

 

De Nittis. Pittore della vita moderna, a cura di Fernando Mazzocca e Paola Zatti. Palazzo Reale, Piazza Duomo, Milano.

Info e prenotazioni: da martedì a domenica ore 10-19:30; giovedì 10-22:30. Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura.

Info e prenotazioni: palazzorealemilano.it, mostradenittis.it.

Per l'offerta didattica e i gruppi scrivere a: denittis@milanoguida.com o chiamare infoline +39 0287188174 (dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13).

Catalogo: Silvana Editoriale.


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