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Sorprendenti rievocazioni ed anniversari all’Auditorium “Romina Trenta” di Velletri 
di Nick da Rocca
21 Aprile 2024
 

Nel bell’Auditorium della Casa delle Culture e della Musica in Velletri (Roma) domenica 7 aprile 2024 si è potuto assistere ad un magnifico quanto inconsueto concerto di mandolino e pianoforte. Quest’ultimo era sempre l’ormai ben noto pianoforte Erard del 1879 che caratterizza tutti i concerti matinée della rassegna “Il suono di Liszt a Villa d’Este”, organizzata dall’Associazione Culturale Colle Ionci con la collaborazione di Fondarc e il sostegno della Regione Lazio.

Il presentatore, ma anche scrupoloso curatore di questi concerti della domenica mattina, Giancarlo Tammaro, è sempre attento ai riferimenti storici nello stilare i programmi, ma questa volta l’anniversario è stato veramente sorprendente. Chi avrebbe mai detto che il mitico Franz Liszt avesse accompagnato col pianoforte un mandolinista? Già era difficile che suonasse con i ben più consueti violino e violoncello, ma con il mandolino non lo si immaginava proprio: eppure accadde a Londra con un celebre mandolinista di quei tempi, l’italiano Pietro Vimercati. L’episodio, sconosciuto ai più, è stato indagato in questi ultimi due anni grazie agli studi sul Vimercati del concertista e docente di mandolino Carlo Aonzo – protagonista del concerto assieme al pianista, anch’egli docente in conservatorio, Dario Bonuccelli – ed alle ricerche su Liszt ed Erard del dott. Tammaro. In base alle cronache londinesi del tempo ed alla locandina di quell’accademia tenutasi a Londra il 21 giugno 1824, si è potuto anche identificare il pezzo che suonarono in quella occasione il giovanissimo Liszt e Vimercati e lo si è programmato proprio a duecento anni dall’avvenimento. Come spiegato nell’introduzione al concerto, quella era anche la prima presentazione fuori della Francia, e quindi al resto del mondo, del nuovo pianoforte Erard, prototipo conforme di quello utilizzato in questi concerti in Velletri: si è trattato quindi di una vera rievocazione filologica, nel loro bicentenario, di quel singolare episodio ed anche della prima dimostrazione pubblica del tipo di pianoforte protagonista di questa rassegna concertistica. Il brano in questione era poi una piacevolissima serie di variazioni sull’aria “Di tanti palpiti” dall’opera Tancredi di Rossini, che i due concertisti hanno interpretato con grande maestria e felicità di espressione.

Il programma iniziato con una bella Sonata per fortepiano e mandolino di Bartolomeo Bortolazzi, oggi quasi sconosciuto ma assai noto e quotato tra fine ‘700 e primi ‘800, comprendeva, a seguire, anche altre rarità, come due brevissimi Valzer per violino e pianoforte di un Liszt dodicenne, forse le uniche sue composizioni originali per tale formazione, eseguite naturalmente col mandolino in luogo del violino, come pure è stato per una profondamente suggestiva esecuzione de La lugubre gondola di un Liszt ormai anziano, colpito dalla visione di un funerale veneziano sul Canal Grande. Chiudeva poi il programma un bellissimo e corposo Concerto n.2 per mandolino e piano di Raffaele Calace, grande mandolinista, ma pure costruttore e promotore nel mondo del mandolino, per il quale ha composto tantissima musica al fine di ampliarne il repertorio originale.

Non paghi della fatica di questo ultimo pezzo, molto bello ma assai impegnativo, i due concertisti offrivano ad un pubblico numeroso ed entusiasta un delizioso bis: una breve serie di variazioni sulla serenata “Deh! Vieni alla finestra” dal Don Giovanni di Mozart, composta da un Vimercati, forse proprio Pietro o il suo nipote Carlo, come spiegava nell’annuncio lo stesso Aonzo che da poco le aveva ritrovate. Bravissimi quindi Carlo Aonzo e Dario Bonuccelli, che hanno interpretato magnificamente i brani, meritando i lunghissimi applausi che li hanno salutati, ma anche gli organizzatori e sostenitori capaci di proporre programmi così interessanti, piacevoli ed originali, che è ben difficile ascoltare anche presso istituzioni ben più titolate e dotate di mezzi economici e materiali.


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