C’è una parola che nessun esponente di questa destra di governo, in particolare se appartenente a Fratelli d’Italia, riesce mai a pronunciare, nemmeno dietro richiesta esplicita. La parola è: antifascista. Non l’ha mai pronunciata il ministro Francesco Lollobrigida, il ministro Guido Crosetto, il ministro Gennaro Sangiuliano, il Presidente del Senato Ignazio La Russa, tra l’altro collezionista di cimeli del passato regime fascista, tantomeno la Presidente del consiglio Giorgia Meloni. Nemmeno l’hanno mai pronunciata i vice ministri Matteo Salvini e Antonio Taiani. Eppure hanno tutti giurato sulla nostra Costituzione, Giorgia Meloni per la seconda volta, tenendo conto che è stata ministro con uno dei governi presieduti da Silvio Berlusconi. Non l’ha pronunciata nemmeno Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica del partito, che quantomeno non è mai stata parlamentare e tantomeno ministro.
Il problema è costituito dal fatto che la nostra Costituzione è chiaramente antifascista. Lo è, per fare uno dei tanti esempi possibili, col il contenuto dell’art. 3, nel quale esplicitamente tra l’altro si afferma: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Tutto l’articolo è improntato sull’eguaglianza, di fatto e di diritto osteggiate dal disciolto regime fascista, in particolare con l’emanazione delle leggi razziali dirette contro gli ebrei. E poi, lo dichiara in modo esplicito con la XII norma transitoria finale, nella quale si legge: “è vietata la ricostituzione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Norma che, in pratica, ha avuto diverse interpretazioni da parte della magistratura. Proprio per evitare o quantomeno ridurne le diverse interpretazioni è stata integrata, successivamente, dalle leggi Scelba e Mancino.
E allora, se non esiste alcun dubbio sulla matrice antifascista della Costituzione, nata dalla Resistenza, perché questa destra non riesce a pronunciare la parola in questione? Il motivo, per Fratelli d’Italia, è molto semplice. Deriva dal Movimento sociale italiano che, attraverso alcune trasformazioni, diventa Alleanza nazionale, il cui simbolo riporta la fiamma, e cioè il tributo alla salma di Mussolini. La derivazione da questi movimenti impedisce ai suoi esponenti di pronunciare la parola in questione, quella di antifascista nella quale, pur in un momento di decadenza di alcuni valori, la maggioranza degli italiani, credo, sappia e voglia riconoscersi. Gianfranco Fini è stato l’unico politico delle formazioni politiche di destra, dopo avervi militato e anche guidate a lungo, che alla fine abbia avuto il coraggio di dichiarare che il fascismo costituisce un male assoluto. Molti rappresentanti della nuova destra invece, al fine di evitare inevitabili accuse, e nel contempo nella loro impossibilità di pronunciare la parola “antifascista”, si trincerano dietro la nuova espressione di “afascista”.
Sergio Caivano