Anche quest’anno la Valtellina ha festeggiato il compleanno di Charles R. Darwin, unendosi all’iniziativa che da anni si svolge a febbraio in molte città di tutto il mondo. L’anno scorso il Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno, diretto dal dr. Fabio Penati, aveva organizzato diverse iniziative, con la partecipazione di Telmo Pievani, vero guru dell’evoluzionismo italiano.
Quest’anno invece l’iniziativa è stata presa in Alta Valle, dove Legambiente e la Biblioteca Civica di Tirano hanno organizzato una presentazione della figura e dell’opera di Darwin. Rigore scientifico, semplicità e simpatia hanno conquistato il pubblico, accolto nella sala del camino di Palazzo Foppoli con ottimi biscottini e due dita di spumante. Ottima la relazione introduttiva di Ruggero Spada (docente di Scienze al “Pinchetti”), uno dei pochi in grado di utilizzare le presentazioni di power point in modo efficace: immagini non banali, accompagnate da brevi commenti suggestivi che fanno da controcanto al relatore, e sfondi chiari che prevengono l’abbiocco. Ma la vera sorpresa è stata la relazione principale di Luca Pozzi, biologo evoluzionista dell’università di Torino. Luca è un ragazzo di Valtellina che, quatto quatto, è diventato biologo e poi si è specializzato in lemuri, primati e scimmie varie: insomma un professionista dell'evoluzionismo scientifico. Ci siamo conosciuti per caso un mese fa, ed è stato lieto di offrirsi per l’iniziativa.
Be', Luca ci ha catturato con il suo tono colloquiale e con la semplicità e la linearità della sua esposizione. Tra il pubblico, lo stesso Fabio Penati e un nutrito gruppo dell’associazione Scuola e Diritti, particolarmente interessata all’argomento.
Già, perché l’evoluzionismo, cardine della biologia moderna, sembra avere vita dura nella scuola italiana: radiato dai programmi per volere della Moratti, è rientrato a stento, dopo la ribellione del mondo scientifico (quarantamila firme, compresa Rita Levi Montalcini), con qualche parola fra gli argomenti di Scienze. E di fatto, i ragazzi di terza media si studiano invariabilmente a memoria 108 versi del cinque maggio, si scervellano sui poligoni inscritti e circoscritti per settimane, si affannano a ricordare (per qualche giorno) una serie di luigi, filippi, franceschi e carli che hanno dominato l’Europa, ma non hanno, spesso, una preparazione di base sul “fatto” dell’evoluzione, né sui suoi possibili meccanismi. Per questa ragione, Scuola e Diritti intende promuovere iniziative per la formazione all’insegnamento dell’evoluzionismo, coinvolgendo istituzioni e docenti che già se ne occupano, affinché ogni insegnante nella scuola dell’obbligo abbia un aiuto per presentare agli studenti gli aspetti dell’evoluzionismo più legati alle proprie materie di insegnamento.
Dicono che con il nuovo governo la scuola vada verso il cambiamento; noi speriamo in un’evoluzione, cioè un cambiamento adattivo rispetto alle condizioni ambientali, ai bisogni e alle attese della società multietnica e multiculturale di oggi.
Giancarlo Sensalari
per l’associazione culturale Scuola e Diritti