Nell’affollarsi del dibattito politico che quotidianamente anima i diversi programmi TV e gli organi di stampa, a proposito dei fatti accaduti recentemente a Pisa e Firenze (cariche e scontri tra polizia e studenti), hanno fatto discutere a lungo le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il quale così si è espresso: “L’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura con i manganelli, bisogna garantire libertà di manifestare; i manganelli con i ragazzi sono un fallimento”.
A queste se ne sono sovrapposte altre autorevoli come “...clima di crescente aggressività contro le forze dell’ordine…” o “…pericoloso togliere il sostegno alle forze dell’ordine…”
Da qui la domanda: bisogna approvare l’operato della polizia anche se prende a colpi di manganello un gruppo di giovanissimi studenti che manifestano, disarmati, per il “cessate il fuoco” contro il popolo palestinese?
A destra - scrive in una nota la scrittrice Lidia Ravera - c’è chi ama la polizia in tenuta antisommossa, armata fino ai denti e carica di indistinto livore.
A sinistra c’è chi ama la polizia democratica che consente a garantire incolumità a chi manifesta la propria opinione, la propria angoscia o il proprio dissenso per come stanno andando le cose in Medio Oriente.
A sinistra c’è chi considera la condotta bellica della destra estrema, in Israele al potere, un orrore umano e un pericolo politico.
A destra c’è chi considera, o finge di considerare, quelli di sinistra antisemiti perché sono contrari alla strage indiscriminata di Palestinesi, neanche fossero tutti Hamas.
E c’è anche chi afferma che volere la pace significa dimenticare la tragedia del 7 ottobre. Niente di più falso: l’umanità trascende la politica.
Si vorrebbe semplicemente (ma è forse un sogno!) che israeliani e palestinesi non fossero più estranei gli uni agli altri, che cadessero pregiudizi, falsità e ipocrisie.
Il bisogno di pace è di tutti; è di tutti il desiderio che non si uccida più, che la vita torni a scorrere, che si ricostruiscano le case bombardate, che i bambini non subiscano un dolore più grande di loro, che li segnerà per tutta la vita.
È di tutti il desiderio di pace, fraternità, solidarietà.
Pace, fraternità , solidarietà significano molto… ma concretizzano poco, soffocate come sono dall’egoismo, il tornaconto e la sete di potere. Concetti che trascendono le barriere culturali, religiose e sociali costituendo le radici stesse dell’umanità.
Sappiamo bene ciò che accade senza la fraternità consapevolmente coltivata, senza una volontà politica di fraternità, tradotta in un’educazione alla fraternità, al dialogo, alla scoperta della reciprocità e del mutuo arricchimento come valori. Conosciamo bene come la libertà si restringe quando si favorisce una condizione di solitudine annullando ogni autonomia per appartenere a qualcuno o a qualcosa.
Pace, fraternità, solidarietà – in sostanza - non hanno bisogno di teorie ma di gesti concreti e di scelte condivise, le sole che possano realizzare una cultura di Pace.
Giuseppina Rando