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Sandra Chistolini. Collezioni pedagogiche e cultura materiale 
Un dialogo sull’apprendimento attivo che include la Valtellina
18 Febbraio 2024
 

Le collezioni pedagogiche appassionano i bambini soprattutto quando è possibile toccare gli oggetti e interagire anche con i compagni. L’occasione di sperimentare questa modalità di apprendimento attivo nasce dal Progetto italo-tedesco dal titolo “Bildung und Objekte: Historische Sachlernprozesse in schulbezogenen Sammlungen”, ovvero “Educazione e oggetti: Processi di apprendimento di materiali storici nelle collezioni scolastiche”. Il Progetto ha lo scopo di permettere agli alunni, inizialmente della scuola elementare, con eventuale estensione agli altri gradi di istruzione, di osservare, usare, muovere, spostare, manipolare, apprezzare gli oggetti della Collezione del Fondo Pizzigoni a Roma e del Museo della Scuola di Lipsia.

In sessioni parallele di attività, gruppi periodici di dieci scolari a volta hanno partecipato a momenti di conoscenza delle cose conservate, rappresentative della cultura scolastica materiale locale. Tra gli oggetti più gettonati ci sono gli strumenti per il richiamo degli uccelli; le forme geometriche; i burattini; le figurine mobili; le piante collegate al giardino della scuola di cento anni fa; la camera oscura; le fotografie; i plastici; i calendari; i disegni; i ritagli e molto altro ancora.

Una esperienza unica nella vita scolastica che ha calamitato l’attenzione di tutti. La curiosità di visitare le collezioni, e di poterle esplorare da vicino, ha prodotto un pensiero critico personale e comune con la proposizione di questioni ed interrogativi su oggetti, anche inconsueti, che è stato necessario provare ad identificare. Le associazioni tra quello che facevano i bambini a scuola molti decenni fa e quello che succede oggi nelle nostre classi sono scaturite con fluidità, favorendo la ricostruzione di una memoria posseduta ed ora giunta a nuova consapevolezza. Il collegamento di alcuni oggetti a parti della propria esperienza personale vissuta in famiglia con genitori e nonni, o anche in altri Paesi di provenienza estera, soprattutto per i bambini con passato migratorio, evidenzia il processo intellettivo, storico, culturale, archeologico attraverso il quale i piccoli acquisiscono il senso del tempo e dello spazio. Con gli oggetti delle collezioni si apprende a contestualizzare ed anche a immedesimarsi cambiando le regole del gioco, facendo e disfacendo, codificando e decodificando tanti linguaggi. Anche per questo osserviamo sempre un apprendimento attivo che si forma e di arricchisce insieme alla stessa interazione con gli oggetti.

Nel Convegno internazionale e interdisciplinare del 22 e 23 febbraio 2024 a Roma, Dipartimento di Scienze della Formazione, Università degli Studi Roma Tre, è possibile ascoltare i risultati, in presenza e online, della sperimentazione condotta al Fondo Pizzigoni e al Museo della Scuola di Lipsia. Apriamo il dialogo con esperti, dirigenti, docenti, educatori che studiano il valore antropologico della cultura materiale liberandola dalle teche che la conservano e rivelando che cosa ogni oggetto racconta e conduce a riprodurre, imitare, inventare.

Educare con gli oggetti permette di ritrovare le tracce del passato nella quotidianità del presente. I bambini sanno anche proiettare nel futuro le loro osservazioni e se per un verso descrivono ciò che vedono da vicino, per altro verso vanno oltre il dato fenomenologico immediato estrapolando pensieri e modificando comportamenti assolutamente originali.

La consistenza pedagogica emerge nella sedimentazione dell’esperienza nella quale si innestano esperienze già vissute da altre persone e che si ha ora la capacità di ricondurre alla stessa matrice esistenziale. Il disegno di un bambino della scuola del 1900 genera domande ed indagini sul come si potesse allora rappresentare qualcosa del mondo naturale e della società. Il linguaggio grafico-pittorico è agevolmente comparabile a quanto si rileva nei contesti nei quali viviamo.

Per la Valtellina le due iniziative sul Palazzo del Podestà di Caspano e sul recupero delle Cappellette votive, in corso d’opera, rientrano nella medesima traiettoria di studio. Palazzi e Cappellette sono gli oggetti della cultura locale con cui invitiamo ad interagire per conoscere ed amare quale patrimonio dell’umanità. Collezioni pedagogiche sul territorio che raccogliamo per salvaguardare, tutelare, conservare, scoprire insieme.

 

Per la partecipazione al Convegno ci si può collegare via teams con i link alle due giornate come da Programma allegato e qui di seguito citati:

22 febbraio 2024 dalle ore 14:30 » link teams

23 febbraio 2024 dalle ore 10:00 » link teams

 

Per gli insegnanti che desiderino far valere la partecipazione ai fini dell’aggiornamento professionale si rilascia l’attestato da consegnare alla scuola di appartenenza. Il riconoscimento è a cura della dirigenza scolastica.

 

Sandra Chistolini

 

 

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