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In libreria/ Rita Bompadre. “Divenire” di Valentina Marzulli
09 Febbraio 2024
 

Divenire di Valentina Marzulli cattura l’energia ispiratrice dello svolgimento del tempo intorno al passaggio esistenziale del mutamento. La poetessa intuisce nel divenire qualcosa che diviene, nel movimento interpretativo della realtà, che si manifesta e si dissolve nelle contraddizioni emotive, non disperde l’essenza originaria dell’evoluzione passionale ma la rinnova. La visione ontologica di Valentina Marzulli accoglie la molteplicità della vita, dilata il contenuto incondizionato dell’amore, include la progressiva conversione attraverso l’illusoria provenienza delle aspettative e la concreta destinazione dell’assenza, realizza l’incessante necessità di presagire le espressioni del desiderio e la sospensione del sentimento, di riconoscere, nelle relazioni, l’intensità del coinvolgimento e di dare un significato profondo al qualcos’altro che anima la percezione sensuale della carnalità e la coscienza sincera della spiritualità.

Valentina Marzulli concretizza il simbolico richiamo del passato nella concezione dialettica delle vibrazioni evocative del cuore, alterna l’indeterminatezza del silenzio con la risolutezza delle parole, scrive versi incisi nel carattere coraggioso ed efficace di una poetica che adotta il sentire in tutte le sue carismatiche declinazioni. Divulga la sconfinata estensione di ogni orizzonte sensitivo attraverso la viscerale, impulsiva e ineluttabile prospettiva dei ricordi, distende la deviazione impetuosa degli affetti nei provocanti intrecci lirici e romantici dell’anima, assapora l’inquieto profumo della malinconia, esplora l’intonazione suggestiva delle divagazioni autobiografiche, affianca alla riflessione sul cambiamento la conservazione autentica della speranza.

Divenire svolge il suo insegnamento poetico intorno alla discordanza irrequieta degli interrogativi, evidenzia lo stridore dei contrasti, mostra il turbamento della fragilità, pone l’accento sui discorsi interrotti e sospesi, consuma la dolcezza dei baci e il fascino ineluttabile degli incontri, l’impronta infinita e imprevista del destino, oppone all’oscurità del vuoto la limpidezza dei giorni, mantiene la lacerazione delle ferite interiori, trattiene l’equilibrio della verità per lenire il dolore e saldare i margini di ogni guarigione. Divenire è tramutare le sensazioni provate e vissute lungo lo spostamento introspettivo del pensiero, è il valico che collega la prospettiva dinamica della trasformazione alla libertà di affidarsi alla vita e al suo sincero entusiasmo, sostiene la proiezione della consapevolezza.

Valentina Marzulli invita il lettore a prestare attenzione e cura alle occasioni e a credere alla straordinaria forza delle corrispondenze, a imparare a sorprendersi e a svincolarsi serenamente da tutto ciò che non è più un giovamento e limita il nostro essere, a seguire l’indicazione positiva delle decisioni, a ricevere tutto ciò che accade e allontanare tutto ciò che vaga. La poesia di Valentina Marzulli approccia la metamorfosi dell’anima, fa spazio all’inarrestabile ribaltamento delle situazioni, nella dimensione seducente e sconosciuta del diventare altro, fluisce naturalmente nel luogo simbolico del riscatto e della serenità che protegge l’identità sacra dell’amore, culla l’immutabilità del bene e tutto quello che resta.

 

 

Testi scelti da Divenire

 

 

IL SUO VUOTO

 

Il suo vuoto

aveva il colore

di tutti gli occhi malati,

delle mani sgarbate,

del suo corpo

per sempre marchiato.

Il suo vuoto

era pieno di sale,

e di terra,

e di strappi,

e di piccoli pezzi di cuore.

 

 

STATO DI NATURA

 

Come acqua scorro,

turbolenta, tra i miei pensieri.

Come un sasso affondo,

tutta intera, tra le mie voglie.

Come un naufrago mi abbandono,

miserabile, ai miei tormenti.

 

 

CONTRASTI

 

Bianco.

L’orlo

del vestito

sul ginocchio.

Il seme

che si sparge

e cola piano.

Il cielo

che risplende

e, anche oggi,

scorre invano.

È nero.

 

 

AUT AUT

 

Vedere, non guardare.

Volere, non toccare.

Sentire, non pensare.

Capire, non parlare.

Amare.

 

 

UTOPIE

 

E domani amore,

domani tu incontrami.

Lasciamo una volta,

che la vita poi scorra,

che la Luna rinasca,

che il destino si compia,

che nei tuoi baci io muoia.

 

 

LE STELLE POI CADRANNO

 

Verranno giorni limpidi,

le nubi passeranno.

Al mare in pieno Agosto,

le stelle poi cadranno.

 

 

12 LUGLIO

 

Io non lo so

dove poi ce ne andiamo

quando smettiamo di esserci.

Dove finisce

tutto il nostro incessante pensare?

E tutti quei sogni, l’anima, i baci?

So di certo,

che quel mattino d’estate,

quando mi hanno chiamato,

io nel mio corpo esistevo

tanto quanto tu,

forse, dal tuo già te ne andavi.

Ed è stato un bene

che poi tu sia restato,

come avremmo saputo altrimenti,

in tanta confusione, dove ritrovarci?

La vita, come la morte,

è solo un passaggio,

così mi hai insegnato.

La prossima volta,

allora, ricordati di lasciarmi

il tuo nuovo recapito.

 

Rita Bompadre

Centro di Lettura “Arturo Piatti”


 
 
 
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