Questo filo spinato, ogni giorno dovrebbe penetrare e lacerare i nostri cuori, perché nulla si dimentichi della violenza alla quale direttamente o indirettamente un giorno fummo esposti nudi, privi di libertà e di dignità.
«Saremo capaci di capire il messaggio della storia (che al momento sembriamo ancora ignorare) che con parole e immagini ci invita a riflettere attentamente e adoprarci, perché non si ripeta mai più l’infamia di ciò che un giorno svestì l’uomo di umanità?»
«Saremo capaci di demolire le famigerate divisioni in nome della “razza” che cancellano la parola “fratello”?»
«Saremo capaci di tenderci le braccia l’un l’altro e di cancellare per sempre l’orrore vissuto dagli occhi dei bambini, l’orrore di ciò che è stato e che sotto altre forme continua ad essere?»
Purtroppo di fronte a una “Guernica” che non dà pace, un dubbio atroce ci assale: «saremo capaci di sentirci uomini al di là di ogni differenza?»
«Memori di tale e tanta violenza, saremo capaci di nutrirci di cultura per capire, di guardare al di là di quel filo spinato e avvertire con un’emozione rigeneratrice che è tempo di dire, uniti, “no” alle guerre, ai muri che separano e impediscono, ai fili spinati, e creare un mondo nuovo senza confini e senza colori?»
Con negli occhi un paio di “scarpette rosse” lo sgomento ci assale e la coscienza parla all’“anima” trafitta. Ma la speranza si rinvigorisce di fronte a un presagio: un intreccio di mani infinito dipinge l’orizzonte, mentre una candida colomba vola e dona a ognuno un ramo di ulivo.
«È forse solo un miraggio?» Chissà! Ma se saremo uniti abbatteremo ogni pregiudizio di “razza”, trasformeremo la speranza in una realtà che ridarà a tutti dignità e rispetto e all’unisono si leverà dovunque la preghiera della fratellanza.
Anna Lanzetta