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“Angelica Mariner” 
Dalla storia profonda del ribollente Morbegnese...
Angelica Mariner
Angelica Mariner 
23 Febbraio 2007
 

Difficile ascoltare hardcore e derivati di questo genere: gli Angelica Mariner ottengono un amalgama di suoni ed urla che è difficile non notare. Forse il vero tocco degli Angelica sta nel mescolare venature di emocore e metal classico con un suono che ricorda l’hardcore americano.

Ciao Alex, da dove saltate fuori?

Ciao. Be', ci siamo formati nell’estate 2003 ma i primi concerti risalgono al 2005, ricordo che una sera Lele era venuto a dirmi che dei suoi amici cercavano un cantante, ai tempi io ero già in un'altra band però accettai lo stesso.

Prime cover e primi pezzi nostri. Il nome è venuto molto dopo.

Fra poco uscirà un EP di 4 pezzi massacranti…

Già, se tutto va come previsto l’EP uscirà non appena sarà possibile, dico così perché stiamo facendo tutto da soli, grafiche, packaging, ecc. Quindi è facile che i tempi vadano per le lunghe.

Dove è stato registrato? L’avete autoprodotto?

Abbiamo registrato i quattro pezzi nel luglio dell’anno scorso con due nostri amici che avevano da poco messo su uno studio di registrazione mobile, il Myrocket Studio (www.myspace.com/myrocketstudio).

Due giorni a quaranta gradi e più dentro uno stanzino allestito in una fabbrica di cosmetici... Veramente io ci ho passato pochissimo tempo perché le parti di voce sono state registrate solo alla fine, comunque una bella esperienza.

Più che autoprodotto direi che l’abbiamo co-prodotto. Per coprire le spese di registrazione e stampa abbiamo chiesto una mano ad alcune etichette indipendenti.

La filosofia del Do It Yourself è nata dall’hardcore/punk di inizio ’80. Ora con il web ed un pc ognuno è produttore di se stesso. Questo ha disgregato la grande famiglia Hc/Punk o è solo cambiata?

Alex) Penso che da quello che un tempo era la grande famiglia si sia passati a realtà più piccole. Ci sono molti più gruppi di una volta. La possibilità di raggiungere molte persone grazie al web non può che esserci d’aiuto stando in Valtellina. Ciononostante internet o meno sono le persone che fanno la differenza e quelle sono sempre poche.

Gabriele) Be', ti dirò… il mio punto di vista è un po’ critico su questa cosa… Da un lato internet è sicuramente uno strumento formidabile per distribuire la propria musica e per farsi conoscere, dall’altro impone dei ritmi forsennati che secondo me hanno poco a che fare col d.i.y.; c’è un’offerta incredibile, una richiesta isterica e una digestione irrazionale e frenetica delle cose: ci si ferma poco tempo sui contenuti, siano essi formali o concettuali… Non lo so, forse è un fatto di età ma trovo quasi impossibile che un disco di questi anni possa cambiare la vita di qualcuno e questo non accade per forza perché i dischi sono peggiori ma anche per i ritmi imposti da questo sistema. Inoltre internet fomenta di brutto il pettegolezzo, altro fattore disgregante per qualsiasi ipotetica scena. Ogni tanto mi sembra tutto molto individuale… ma di un’individualità un po’ impersonale, stereotipata… ma forse sono solo io che non sto al passo. Ci sarebbero tante cose da dire su come sia scomparso in valle un certo modo d.i.y di organizzare concerti ed eventi, ma è un discorso lungo e complicato…

Di fanzines come la storica Nessuno Schema ne esistono ancora?

G) Ne esisteranno anche ma molto più probabilmente in forma telematica…

Ricollegandosi al discorso “internet”, le fanzines sono sicuramente state schiacciate dalla rete, però io trovo che oltre al fascino fisico della carta (e alla possibilità principe che tale formato fornisce: cioè la lettura sulla tazza del cesso) fosse affascinante anche la tempistica che caratterizzava le ‘zine: se penso a Nessuno schema penso anche alle attese perché uscisse, ai ritardi congeniti, alle ricerche di una copisteria vantaggiosa, il fatto che ci fosse un numero, non un continuo aggiornamento di un sito, dilatava i tempi in un modo piacevole.

Nessuno schema rimane a suo modo un fenomeno unico in Italia, o almeno io sono particolarmente affezionato a quel modo ironico, disilluso ma al tempo stesso idealista che ha sempre caratterizzato gli scritti di Claudio e Marco, al loro punto di vista sul modo antagonista di quegli anni, un punto di vista che è chiaramente quello di gente cresciuta come noi in paesi piccoli e lontani (fisicamente e mentalmente) da certe realtà metropolitane.

Per quanto riguarda altre fanzines, le ultime, ottime, che ho letto, risalgono a un 5/6 anni fa e sono Stewey’s Star ed Emphasys ma non so se esistono ancora.

Mi pare che uno tra di voi suonasse con gli Eternit parecchi anni fa. Che fine hanno fatto Ciotti (l’“Editore” ideatore di Nessuno Schema) e la vecchia old school valtellinese?

Parlare di vecchia scuola fa ridere e piangere, di scuola infatti ce n’è stata ben poca, sicuramente di divertimento tanto. Non sarò sicuramente esaustivo perché parlo solo di persone con cui in un modo o nell’altro sono in contatto. Comunque parlare di Valtellina equivale per quanto mi riguarda a parlare del Morbegnese.

Dei Carrions N.N. che io sappia non sta suonando nessuno; anni fa (se non sbaglio 1999/2000) Budda e Zorro avevano formato gli Alienazioni Unite con Diego (nostro batterista e già batterista degli “oscuri” Pape Satan di Chiavenna) e Lorenzo aka Marrabbio (Gradinata Nord e mille altre cose, oggi suona nei milanesi Death Before Work) e avevano pure registrato un cd molto bello che purtroppo non è mai stato stampato.

Claudio (batteria) e Alex (chitarra), già negli Eternit, hanno poi dato vita ai Gradinata Nord insieme ad altre eminenze grigie del Morbegnese… non se ne hanno notizie da tempo ma penso che esistano ancora, suggerisco comunque a tutti di recuperare il loro cd, ci si trova la stessa ironia di Nessuno Schema. Marco, basso degli Eternit e creatore insieme al Ciotti di Nessuno Schema vive ad Helsinki (infatti nell’ultimo periodo di vita dei suddetti lo sostituii io) e non penso suoni più; ogni tanto torna in valle e partecipa alle partite di calcetto organizzate dal Ciotti (infatti se esiste una scena è quella dei calcettari del dopolavoro, non certo quella dell’HC valtellinese). Alida, voce degli Eternit non sta suonando.

I Milaus, che sono sicuramente il gruppo valtellinese più noto oggi, annoverano nelle loro fila alcuni esponenti di spicco (sembro mario luzzato fegiz) della “scena che fu” come Fabio Bonelli (ricordo bene un pezzo a lui dedicato sul 7” degli Eternit), Max e Zonca. Gli ultimi due, assieme a Ian, avevano dato vita nella prima metà degli anni novanta ai Karsavina, un trio veramente avanti rispetto a tutti gli altri gruppi valtellinesi e non solo di quel periodo.

Io, dopo una prima esperienza con gli ex PVC negli Overdones (punk rock canonico), ho poi suonato nei Maister Proper (HC melodico): di quel gruppo l’unico rimasto nell’ambito Punk-HC è Fabio che tutt’ora suona con me nei Redbloodhands.

Mattia, basso in PVC, chitarra e voce dei Peter punk (mitica “Mitch king of the beach” cantata su “rockaway beach” dei ramones), poi basso nei Gradinata Nord, ora suona nel trio acustico il Buono, il Brutto ed il Cattivo.

Il fratello di Mattia Giacomo “Botka” vive in Germania e dopo il duo elettronico Skoda (mitici!!!) non so se ha combinato ancora qualcosa…

Altri personaggi mitici della vecchia Morbegno che non suonano più sono il Daddy Menesatti (cantante di PVC, Overdones – mio primo gruppo – Pubertas Morbegno), suo fratello Giovanni, Mazzoni (PVC, Overdones e altro), i fratelli Romegialli (Mama pus, Negative Approach, Nuke, Gotcha) e Rocco aka Barista Satanico (con Ciotti nei grinder ???)

Venendo agli anni più recenti, sicuramente vanno citati gli Una Bomber, che nel periodo di maggiore diffusione di un nuovo approccio italico all’HC (per intenderci il filone in un certo modo creato dai Sottopressione e in quegli anni portato avanti da mach5 e php a Milano) spaccavano veramente tanto, anzi secondo me erano i migliori in questo genere. Be', di loro Marco (batteria) e Andrea (voce) suonano nei Redbloodhands, Marco suona anche nei Wombat Kombat e Andrea nei Ghost Chant, mentre per qual che ne so nessuno degli altri ragazzi sta suonando al momento.

Be'… mi fermo qui anche perché mi vengono in mente una serie di cose per cui è meglio fermarsi ora.

Se dovessi definirvi a qualcuno che non vi ha mai sentito direi che siete una sorta di “Helmet dei primordi che fanno un emo-grind-core-metal”. In che percentuale ci ho azzeccato?

hmmm! Non saprei, non ho mai ascoltato niente degli Helmet… È difficile trovare un paragone. Quando qualcuno mi chiede come suoniamo gli dico che c’è un sacco di rumore e urla. Non sta a me fare i paragoni.

Be', le definizioni sono sempre delicate, perché l’ascoltatore ci mette molto del suo, mi sa che ad esempio nessuno di noi ha mai ascoltato gli Helmet più di tanto. L’idea che sta alla base è quella di non farsi preclusioni di sorta nella costruzione dei pezzi, ma mi rendo conto che gli influssi che ognuno di noi porta alla fine sono percepibili da pochi “iniziati”: la definizione data sopra da Alex funziona perfettamente con il 99.9% degli esseri umani, poi parlando con il restante 0.1% che ascolta HC possono saltare fuori influenze e somiglianze più o meno evidenti. Personalmente cerco di mettere nel calderone qualche linea dark ’80 (joy division ecc…) e qualcosa di stoner (kyuss) ricordandomi che suoniamo HC. In questo senso internet è particolarmente deleteria perché è molto facile perdere originalità ed è sempre più difficile che nascano scene musicali distintive (penso all’HC italiano degli anni 80 o dei primi 90): oggi un gruppo Canadese ed uno Malese hanno gli stessi riferimenti “globali” e spesso elaborano le cose in maniera praticamente identica, ormai l’unica cosa che distingue un gruppo italiano da uno americano (oltre alla produzione) è la pronuncia del cantante, solitamente pessima (Alex in questo senso ci rende meno riconoscibili perché ha un’ottima pronuncia… cazzo, così siamo ancora più banali degli altri).

Dal vostro sito si vedono parecchi contatti, la scena italiana è ancora viva?

Spesso il rapporto che si ha con gli altri gruppi è basato solamente sullo scambio di date, il classico “io ti faccio suonare dalle mie parti ma è sottinteso che anche tu farai altrettanto”, capita poi che con qualcuno si diventi amici ma non si parla di scena. La maggior parte dei contatti che abbiamo sono di gruppi esteri poi.

Quali sono i temi dei testi visto che è praticamente impossibile capirli?

Riflessioni personali basate su esperienze reali o meno. I testi sono rigorosamente in inglese.

Vi siete guardati in giro all‘estero per un’etichetta o per suonare?

Certo, ma non siamo gli unici a farlo e quindi è difficile che le etichette prendano il primo che capiti, comunque abbiamo avuto buoni risultati ed è probabile che ci possa essere qualche data fuori dall’Italia.

È appena uscita una raccolta sull’hardcore americano (American Hardcore)? Che ne pensate?

Io non l’ho ancora vista, ho sentito pareri discordanti a riguardo.

Ci sarà un ritorno alla vecchia scuola o è solo marketing?

Se per vecchia scuola intendi il carrozzone di reunion che ultimamente sta dilagando, sì.

Non so se è marketing… cioè è normale che dopo qualche anno ritornino in voga certi suoni… è ciclico, capita nell’abbigliamento… ops… capita nell’abbigliamento, quindi… sì, è marketing, conscio o inconscio ma è marketing. Magari a te viene istintivo ripigliare certi stili che erano stati sepolti dal tempo, poi ad uno piace, uno si interessa, un altro recupera le stesse influenze, uno vecchio ritorna in auge e fa concerti… penso sia fisiologico… ma tutto va ad ondate eccessive nelle dimensioni e nella rapidità con cui scompaiono.

Qualche concerto?

Guarda, non appena è pronto il cd bisognerà promuoverlo quindi stai tranquillo che ci saranno.

Quando stamperete l’EP dove si potrà trovare?

Si potrà trovare chiedendo a noi oppure ai nostri concerti o ancora chiedendo alle etichette che ci hanno coprodotti.

Alcuni di voi suonano anche con altri gruppi. Li volete citare?

Al momento io ho un cosiddetto side project di musica elettronica con un mio amico ma non abbiamo ancora un nome.

G) Fede e Diego al momento non hanno altri gruppi, così come Teo che fino a poco tempo fa suonava nei milanesi SledgeHC (recuperate i loro cd che ne vale la pena). Io suono nei Redbloodhands e sono in fase di costituzione di un nuovo gruppo a Milano, ma il tutto è ancora indefinito.

Che significa “Angelica Mariner” e come mai nel vostro logo ci sono così tanti cavalli?

Angelica Mariner non ha un significato ben preciso, diciamo che ha una libera interpretazione. Il logo al quale ti riferisci non è ufficiale né ufficioso, è una disegno che ho fatto io piuttosto che dover mettere la solita foto di noi cinque (sulla default image del profilo myspace preciso), prima c’erano dei dinosauri e prima ancora squali…

Vi ringrazio per la disponibilità.

Grazie a te.

 

 

Line-up

Alex-voce

Matteo-chitarra

Diego-batteria

Gabriele-basso

Federico-chitarra

 

Discografia

angelica mariner - on failure and consumption (ep)

 

Contatti

www.myspace.com/angelicamariner

angelicaxmariner@hotmail.com

 

Nicola Mattarucchi

(da 'l Gazetin, febbraio 2007)


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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