Bene l'iniziativa dell'associazione Osidea che permetterà in Europa il primo prelievo di cellule staminali dal cordone ombelicale secondo i criteri della donazione “autologa-solidale”. Secondo questa nuova formula la neo mamma potrà conservare il proprio cordone ombelicale sia per le future esigenze di salute del neonato e della sua famiglia, sia per eventuali pazienti che dovessero averne bisogno in futuro.
Chiaramente tutto questo sarà possibile grazie alla convenzione stipulata da questa associazione con la più grande banca privata del sangue europea, la “Crio Save” di Bruxelles. Nel nostro Paese è infatti vietata l'istituzione di banche per la conservazione del sangue del cordone ombelicale per uso autologo presso strutture sanitarie private, consentendone, invece, la donazione e la conservazione soltanto in strutture pubbliche. È quindi positiva l'iniziativa di Osidea per il semplice fatto che la donna viene messa nelle condizioni di scegliere cosa fare del proprio cordone ombelicale.
Lo scorso anno ho depositato insieme a deputati di vari partiti una proposta di legge che ha come obiettivo quello di permettere a tutte le donne di conservare per sé, per i propri congiunti o per chi ne abbia necessità il sangue del proprio cordone ombelicale per scopi terapeutici, clinici o di ricerca. La paura di molti è di avere, con la conservazione autologa, una diminuzione della donazione, cosa in Italia impossibile, visto che non tutti i punti nascita permettono la raccolta e la donazione del cordone, facendo sì che molti di questi vengano gettati via. Le banche private aumenterebbero solo la possibilità di conservazione delle sacche cordonali in sinergia con il servizio pubblico e senza pesare economicamente su di questo.
La legge sul parto, attualmente in discussione nella XII commissione (Affari Sociali), nel suo testo unificato contiene proprio questa possibilità. Se le resistenze ideologiche ed opportunistiche che si sono già manifestate in commissione non l'avranno vinta, è probabile che per il sangue del cordone non si dovrà più sottostare a quanto –oggi lodevole– propone l'associazione Osidea.
Donatella Poretti