Testi scelti da Di*vento
Il dolore come inizio
la luce mi attraversa
nulla inizia né finisce in me.
Accade.
Non sono l'ombra sul pavimento
né il muro che s'accende.
Sono il vetro che lascia entrare
la misericordia del sole.
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Sentire le cose senza ragione.
Arrivare dove loro sono ed io non ancora.
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Posso essere ferma come gli alberi
che non è immobilità, ma movimento fisso.
Lo vedo nei riccioli dei rami, nei miei capelli.
Accogliere è restare anche per il fuoco.
Le radici continueranno a cercare.
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La poesia è il mio posto luminoso
come può esserlo una fiamma protetta dal vento.
Il raggio trova aperture e si posa
dritto
nell'oscurità della caverna.
Tra il nero e la luce
eccomi
essenziale
a brillare come pietra scheggiata.
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La felicità è come neve tra i capelli
l'azzurro ne detta la fine
ma il bianco resta a contornare le attese
la mimosa zavorra i sogni
l'ulivo ispessisce le forze tra i campi
pettinati di fragilità.
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Radunare le radici ed i rami
farsi uliveto e fiori di mandorlo
per i nidi e poi per i voli
per il Silenzio che disperde i rumori
richiamando a sé le erbe, anche quelle secche
i legni spezzati
i segreti degli iris e le verità delle foglie verdi.
Discende nel cadere dei petali
per farti dire la tua prima parola
dopo aver detto la sua.
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Ho fiducia nella paglia
su questo accenno di strada vegetale
l'invito al nido per il nascere
tra il verde delle ere, dei passi, i crepitii.
Finisce la mia assenza
dentro l'intreccio d'un pezzo di rovo
un gioiello luminoso, carte colorate
resti presi per gusto, per gioco.
Tra il dare ed il ricevere senza alcun debito
ad uno ad uno si posa il mio essere qui.