Dichiarazione del deputato radicale della Rosa nel Pugno Bruno Mellano
Ho rispetto per Franco Turigliatto e ho seguito con attenzione il suo ripetuto travaglio politico in questi primi mesi di legislatura, oggi sfociato nella non partecipazione al voto e nell'annuncio delle sue immediate dimissioni. Resta però una questione di fondo: se fosse stata rispettata la lettera della pur orrenda legge elettorale vigente, Franco Turigliatto (e con lui altri sette) non avrebbe mai dovuto mettere piede nell'aula di Palazzo Madama, usurpando così il seggio di otto senatori regolarmente eletti ma tuttora tenuti fuori dal Parlamento. Si tratta di una ferita grave alla legalità di questo Paese che da mesi i Radicali Italiani – in particolare Daniele Capezzone (giunto ormai al ventisettesimo giorno di sciopero della fame) – chiedono al presidente Marini e a tutta la coalizione di centrosinistra di rimarginare.
In Nero su nero Leonardo Sciascia scrive che «tutti i nodi vengono al pettine, l'importante è che ci sia il pettine». Oggi, mercoledì delle ceneri, la maggioranza è stata pettinata (anche) da Turigliatto.
Roma, 21 febbraio 2007
Il problema rimane quello di ristabilire la legalità violata
La Giunta delle elezioni discuta subito la “Relazione Manzione”
Il digiuno a staffeta continua ad oltranza
Alla notizia delle annunciate dimissioni del senatore di Rifondazione Comunista Franco Turigliatto, Silvio Viale (Direzione nazionale Rosa nel Pugno) e Giulio Manfredi (Direzione nazionale Radicali Italiani) hanno dichiarato:
«Le dimissioni di Turigliatto non incidono minimamente sulla questione degli otto senatori che, regolarmente eletti, attendono ancora, nove mesi dopo le elezioni, di poter espletare il proprio mandato. I radicali non hanno mai fatto lotte per la legalità ad personam e contro personam; noi abbiamo sempre chiesto il rispetto della legge, a favore di tutti e contro chiunque la violasse.
«Chiediamo alla Giunta delle Elezioni del Senato di discutere e decidere il “caso Piemonte”, sulla base dell’esauriente relazione – il cui testo è ancora precluso ai cittadini comuni – presentata dal senatore Manzione.
«Il digiuno a staffetta lanciato dai radicali piemontesi è stato fatto proprio da decine di associazioni radicali in tutta Italia e da centinaia di cittadini. Andiamo avanti ad oltranza».
Torino, 21 febbraio 2007
Melina del centrosinistra sugli 8 senatori estromessi: ne valeva la pena?
Dichiarazione di Lanfranco Turci, vicepresidente del gruppo Rosa nel Pugno alla Camera
L'improvvisa notorietà acquisita in queste ore da Franco Turigliatto consente di ricordare il problema - tuttora irrisolto - del mancato riconoscimento dei diritti di otto senatori (di cui quattro della Rosa nel Pugno) regolarmente eletti e tuttora tenuti fuori da Palazzo Madama a causa di un'illegittima interpretazione della normativa elettorale. In particolare, sulla mancanza dei titoli di Turigliatto è intervenuta con chiarezza e notevoli argomenti giuridici la relazione che il senatore Roberto Manzione ha depositato nei giorni scorsi in seno alla Giunta elezioni del Senato. Proprio per ottenere legalità dalle e nelle istituzioni Daniele Capezzone sta facendo lo sciopero della fame, insieme a molti altri cittadini, da ben 28 giorni.
Chissà che, col senno di poi, qualcuno nel centrosinistra non inizi a interrogarsi sull'opportunità della resistenza - una vera e propria 'melina' - fin qui opposta al riconoscimento dei legittimi diritti dei senatori della Rosa nel Pugno pur di salvaguardare la posizione di chi col proprio mancato voto ha contribuito alla caduta del Governo Prodi...
Roma, 22 febbraio 2007
(da Notizie radicali, 22 febbraio 2007)
N. B. - Per aderire al digiuno a staffetta
si può utilizzare l’apposito banner
su www.radicali.it