Recentemente si è tenuto a Grosotto (So) un interessante incontro tra l’associazione Altra Via, impegnata nel sostegno ai migranti, e diversi sodalizi locali per affrontare il problema sempre più impellente dei richiedenti asilo. Un aspetto trascurato della questione è rappresentato dal razzismo nei confronti di chi ha la pelle nera, in crescita in Italia come nel resto d’Europa. Le discriminazioni più evidenti, frequenti e rilevanti nel nostro Paese riguardano occupazione e casa.
Un migrante di origine africana su due vive in abitazioni sovraffollate e, sebbene l’80% abbia un lavoro regolarmente retribuito, solo il 2% ha un appartamento di proprietà. Il 49% dichiara di essere stato discriminato per ragioni razziali quando si è presentato al colloquio di lavoro. Si tratta della percentuale più alta nell’Ue. È quanto emerge da un’indagine diffusa dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali. Il rapporto, effettuato sulla popolazione di origine africana di 13 Stati membri, evidenzia che il fenomeno del razzismo è in netta crescita rispetto al 2016, quando fu condotta la precedente indagine. Se sette anni fa il 24% degli intervistati nell’Ue aveva dichiarato di aver subito una forma di discriminazione dal punto di vista razziale, nel 2022 la quota è salita al 34%. L’Italia si piazza di poco al di sotto della media Ue (33%): sette anni fa era al 23%.
Uno dei luoghi principali di scarsa considerazione è il lavoro: in Europa il 28% dichiara di essersi sentito discriminato nella ricerca di un’occupazione. In Italia, questa quota è del 49%, la più alta tra i Paesi partecipanti all’indagine. Dietro di noi ci sono Germania (48%), Austria (48%) e Finlandia (46%). Nel rapporto si legge che, rispetto alla generalità delle persone, è più probabile che quelle di origine africana ottengano solo contratti temporanei e siano troppo qualificate per il loro lavoro. Basta guardare al caso italiano: il 79% degli intervistati dichiara di avere un’occupazione retribuita, ma la stragrande maggioranza svolge lavori sottopagati… Questo ha un risvolto sulle condizioni umane: l’aumento dell’inflazione e del costo della vita ha sottoposto un numero maggiore di persone di origine africana a un rischio più elevato di povertà rispetto al resto della popolazione. Solo il 2% dichiara di avere una casa di proprietà (nel resto dell’Ue è l’11%). Il 52% vive in abitazioni sovraffollate e fatiscenti, e il 42% non arriva a fine mese. Anche in questo caso, si tratta di percentuali sopra la media europea.
Il razzismo non è solo discriminazione nella vita quotidiana, ma comporta purtroppo anche degli abusi. Il 4% degli intervistati in Europa dichiara di aver subito una o più violenze fisiche legate al colore della pelle o alla proprio religione. In Italia, la percentuale è dell’1%, mentre in Finlandia è dell’11% e in Germania del 9%.
No comment, Salvini & c.?
Guido Monti