Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Bottega letteraria > Prodotti e confezioni
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
In libreria/ Maria Pina Ciancio. “Prove per atto unico” di Maria Benedetta Cerro
02 Ottobre 2023
 

Mi credevo esperta
ed ero impreparata.
Imbiancata e storta
sotto il peso della cenere

(M.B. Cerro)

 

 

È stato detto tanto sulla pandemia e sui fatti drammatici e imprevedibili che nel 2020 ci hanno coinvolti tutti, indistintamente. E si è anche scritto tanto. In prosa, come in poesia, ma credo che queste prove di Maria Benedetta Cerro siano tra le cose più belle e condivise che mi sia capitato di leggere sul tema.

La raccolta Prove per atto unico, Edita da Macabor (2023) con la bella ed esaustiva prefazione di Tommaso Di Brango, si apre con i “Versi della malapena” e della “Mala Hora”. Sono poesie quasi sussurrate, bisbigliate, che germogliano urgenti e necessarie dentro il dramma del silenzio, della distanza e della morte. Sono abitate dello smarrimento e della pena di un tempo storico condiviso (in cui i ritmi della normalità e le consuetudini vengono sconvolti) e che travalica confini, muri, frontiere e abbraccia tutto e tutti, esseri umani, cose, oggetti. Siamo dentro la metafora degli ‘alberi’, immobili, impotenti, con i piedi radicati a terra, lo sguardo che vaga e si inabissa in un fazzoletto di cielo, scrive infatti la poeta “Ci è imposto di stare – ora siamo alberi -/ Ci tocca l’imprevisto/ l’impotenza/ la trasformazione” (p. 23).

Essere dunque in un destino condiviso, dove le cose hanno perso la loro condizione inanimata, per farsi gancio, appiglio, zattera del naufragio, ma anche referenti emotivi della nostra solitudine obbligata, vissuta dietro porte chiuse e orizzonti all’improvviso fatti brevi. Ecco, è in questa precarietà e in questa incertezza del domani, che si collocano questi versi di Maria Benedetta Cerro, quasi un diario che ripercorre in tutte le sue sfumature la vulnerabilità di un’anima assediata dal silenzio che perdura. Sperimentare il mito della caverna buia e senza specchio, senza l’altro che ci restituisca a noi stessi. Sperimentare in quel buio della caverna il sentimento nudo della vita e della morte. E nella solitudine interiore, che è riflesso di quella esteriore, il sentimento dell’appartenenza “vide gli oggetti  farsi umani/ –sembrare che una pena li turbasse / o una gioia repentina” (p. 22). E poi stupirsi di fronte ai piccoli miraggi della natura che (r)esiste: il mandorlo fiorito, le violette tra le crepe, gli aranci in fiore, un lillà fiorito appena, un glicine fastoso, i gelsomini, alcuni gerani vivi tra i tanti ridotti scheletro. Sono i ciuffi d’erba, i fiori e i germogli che danno anima e assieme alla luce testimoniano la vita “Così si ferma il respiro/ quando sorprendi la bellezza/ che prende la mira/ per accecarti fino al cuore” (p. 71).

E sopraggiungono i versi delle due ultime sezioni ‘La casa dell’armonia’ e ‘I giuramenti del vento’ dove si aprono varchi e spiragli di speranza e dove la mano si protende “Risolvimi/ mi sono aggrovigliata nei miei numeri. / Cupamente / nel respiro dei morti mi sono precipitata. / A te / senza mediazione / dico -salvami adesso- (p. 82). C’è la consapevolezza della complementarietà/necessità di un incontro tra l’io e l’altro e -dell’appartenenza. Non ci sono verità assolute in questo libro, ma prove e tracce. Scavo della parola e del linguaggio per non dimenticarsi, per non dimenticare, per capire “le nostre vite analfabete”, “per dare un nome a tutto questo” perché “solo ciò che ha nome esiste e vale”. E in Maria Benedetta Cerro è forte la lezione di Heidegger sul linguaggio, che nel suo essere essenziale, come lo è la poesia, istituisce il mondo e lo porta alla luce, lo avvicina a noi.

Prove per atto unico è un libro che parla piano, in forma di sospiri, scortica le parole, entra dentro chi la legge, scava solchi per lasciare tracce condivise.

 

Maria Pina Ciancio

 

*

Vanno via e tornano cenere – i giorni –
Senza interiezione 
                          come una constatazione. 
Bisogna che si fermi – quest’ultimo –
E scrivo.
                          Poi lavoro tutto il giorno. 
Ma – ho scritto –
Per chi si cerca e non sa
                      che il se stesso è nell’altro.

(Maria Benedetta Cerro, p. 26)

 

 

Maria Benedetta Cerro, Prove per atto unico

Macabor, 2023, pp. 94, € 13,00


Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy