La conferma viene da un rapporto redatto dall’agenzia europea per l’asilo: l’Italia non è il Paese col più alto numero di richiedenti rifugio. È vero invece che i migranti bussano sempre di più alle porte dell’Unione europea: nel 2022, senza considerare i rifugiati ucraini, sono state 1 milione le richieste di asilo registrate dai 27 Paesi Ue. A queste vanno aggiunte circa 520mila domande arrivate nei primi sei mesi del 2023, in crescita del 28% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.
Questi dati disegnano lo scenario di una situazione critica che potrebbe essere peggiore di quella vissuta nel 2015-2016, ma che indicano come l’Italia non sia la nazione col maggior numero di richiedenti asilo. Il Bel Paese nel 2022 ha infatti esaminato 84mila domande, un terzo di quelle arrivate agli uffici per l’asilo di Berlino (244mila). La Germania resta di gran lunga il Paese europeo con la maggiore quota in assoluto di richiedenti. Al secondo posto c’è la Francia con 156mila, seguita da Spagna (118mila) e Austria. In termini assoluti l’Italia si piazza solo al quinto posto, ma scivola molto più in basso se si raffrontano richieste di asilo e numero di abitanti.
Da noi l’anno scorso ci sono state 1,4 domande ogni mille residenti, percentuale più bassa tra i grandi stati dell’Ue. In termini relativi veniamo scavalcati da Paesi più piccoli come la Grecia, dove il rapporto è di 3,7 richieste di asilo ogni mille abitanti, mentre in Belgio è del 3,6, in Bulgaria del 2,8 e in Austria addirittura del 12. E nel primo semestre del 2023 non sembrano esserci stati cambiamenti: se è vero che l’Italia ha già ricevuto quasi 62mila domande d’asilo, l’aumento delle richieste riguarda però un po’ tutti i Paesi dell’Ue e Germania, Francia e Spagna hanno numeri ben più alti.
Tra le grandi economie dell’Ue l’Italia risulta essere quella che si è attivata meno nel 2022 per ricollocare nel suo territorio rifugiati dalle zone di guerra nel mondo. Sempre escludendo gli ucraini, l’anno scorso abbiamo condotto nel nostro Paese appena 80 persone attraverso i cosiddetti canali sicuri, la Svezia ne ha ricollocati circa 5mila, la Germania 4.775, la Francia 3.200, l’Olanda 1.405, la Spagna 1.110, la Finlandia 1.090. Il rapporto dell’agenzia europea per l’asilo segnala poi un aumento dei cosiddetti movimenti secondari, vale a dire dei passaggi di richiedenti asilo dal Paese di arrivo a un altro dell’Ue, dove in base al regolamento di Dublino dovrebbero restare in attesa dell’esito della procedura. Il fenomeno ci riguarda da vicino, dato che i governi del Nord Europa hanno più volte imputato all’Italia di favorire la ’fuga’ di migranti dalle sue strutture per poter raggiungere la Germania o la Francia.
L’anno scorso da noi ci sono state circa 10mila domande implicitamente ritirate da richiedenti asilo che, come spiega l’agenzia europea, possono indicare movimenti secondari non autorizzati verso un altro Paese, e per questo motivo vengono utilizzate quale indice per capire l’entità di tali spostamenti. Ecco perché l’Italia è anche il Paese europeo che ha ricevuto il maggior numero di domande da parte di altri stati membri dell’Ue affinché riprenda i migranti sfuggiti. Nel 2022 ci sono state inoltrate oltre 30mila domande di questo tipo, e dall’altro lato della barricata la Germania e la Francia sono i Paesi Ue che hanno inviato più richieste in uscita, rispettivamente circa 70mila e 45mila, peraltro rimaste in gran parte senza risposta. L’agenzia europea per l’asilo segnala che i trasferimenti di ’dublinati’ nel 2022 sono stati appena 16mila rispetto a 166mila richieste complessive. Dunque va sfatato un luogo comune sostenuto a più riprese da Salvini & co.
Guido Monti