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Chi va col lupo… impara a lupare!
19 Giugno 2023
 

Rispetto alla precedente nota informativa inviata agli organi di informazione sul tema LUPO del marzo 23 “E se son lupi… luperanno”, sia in Valchiavenna che nel resto della provincia, non ci sono novità sostanziali da segnalare.

Messer Lupo è sempre lui, non sevizia, non sbrana, non tortura, non incrudelisce… fa il suo lavoro di onesto carnivoro secondo quanto gli ha prescritto Madre Natura. Mammifero sociale, intelligente e opportunista, non spreca inutili energie per inseguire riottosi ungulati quando può avvalersi di facili prede, magari anche del tutto incustodite, a portata di zampe e di denti.

Per capire i suoi modi di fare e il suo stile di vita, non è utile, anzi è proprio sbagliato, umanizzarne la figura usando stereotipi forgiati per classificare esseri umani: non è feroce, ferino, crudele, sadico… non è nemmeno una mammoletta a cui si possa dare soverchia confidenza nel caso attraversi la nostra strada, anche se probabilmente sarebbe LUI a girare alla larga da noi.

 

Un animale che viene da lontano

Risalendo l’Appennino e avanzando lungo le frontiere orientali, ha progressivamente colonizzato prima le aree montane periferiche e marginali abbandonate dall’uomo e già abitate da ungulati, poi si è spinto anche nel piano le cui popolazioni umane, in epoche pre moderne, avevano già avuto a che fare con il lupo sterminandolo quasi completamente e costringendolo a rifugiarsi in zone sempre più remote e inaccessibili.

Se il numero totale di 3.300 esemplari stimato da uno Studio ufficiale, spalmati su una superficie italiana di 300.000 kmq sembrano sopportabili senza patemi d’animo, le ansie e le preoccupazioni nascono quando in zone circoscritte si verificano fenomeni di predazione su animali domestici, pecore e capre in particolare, o quando esemplari di lupo troppo “confidenti” vengono visti, identificati, fotografati di passaggio nei paesi o nelle vicinanze di abitazioni.

Il termine “lupo confidente” non è solo un aggettivo, è una categoria gestionale e al momento NON ci sono lupi confidenti in provincia; il fatto che qualche esemplare ogni tanto frequenti aree abitate o che predi in prossimità dell’abitato non ne fa un “caso problematico”.

In questo delicato contesto, non serve ribadire quanto sia importante la funzione della “libera informazione” per fornire ai lettori notizie corrette e documentate, evitando il sentito dire e il becero sensazionalismo.

 

Da circa 20 anni in Valchiavenna e Valtellina

Dalle informazioni in nostro possesso, al momento il territorio della Valchiavenna vede la presenza di 3 branchi stabili + 1 in probabile formazione che interessa la Valle Spluga orientale e la Val Bregaglia, ma non vi sono prove certe di riproduzione. Ogni branco, come sul resto delle Alpi, difende un territorio che va dai 100 ai 200 kmq., comprende una coppia alfa di lupi più altri 4 o 5 individui subalterni e difende attivamente il proprio territorio dall’ingresso di altri esemplari in dispersione.

I lupi si riproducono una volta all’anno e partoriscono da inizi maggio a metà giugno, dopo un paio di settimane i cuccioli sono ricoverati in un luogo remoto. I lupi possono percorrere molte decine di km al giorno, dunque animali osservati in diverse località sono spesso gli stessi.

Questa situazione e densità di branchi è del tutto in linea con quanto succede nel resto delle Alpi, in Valchiavenna c’è ragionevolmente spazio al massimo per altri due branchi e la saturazione sarà raggiunta presto.

 

Difficile convivenza

Il numero degli animali domestici colpiti nei primi 5 mesi del 2023 è di 49 capi di ovicaprini predati in tutta la provincia; il dato è dell’Amministrazione provinciale sulla base delle denunce pervenute dagli allevatori. Nessuno di questi animali era custodito tramite misure di prevenzione idonee e la stragrande maggioranza non aveva alcuna protezione né sorveglianza; non vi sono stati ad oggi in Valchiavenna danni a bovini o equini.

I lupi dispersi e solitari, in preferenza predano animali domestici, mentre i lupi in branco puntano alle prede selvatiche, inoltre i lupi in branco sono generalmente meno confidenti, occupano territori precisi che possono essere studiati, così come possono essere monitorate le loro abitudini.

Gli enti locali provano a minimizzare i danni arrecati agli allevatori attuando interventi preventivi e compensativi:

- L’Amministrazione provinciale provvede al rilievo dei danni e offre supporto agli allevatori, ad esempio, con la fornitura di recinzioni elettrificate idonee e di cui molti si stanno dotando.

- Regione Lombardia è rimasta una delle sole in Europa a rimborsare i danni da grandi predatori a tutti, professionisti e hobbysti, sia che abbiano, sia che non abbiano messo in atto misure di prevenzione.

 

C’è sempre una facile soluzione ad un difficile problema, peccato sia sbagliata

Se la predazione anche di un solo domestico crea allarme e preoccupazione, i dati oggettivi disponibili non sembrano segnalare situazioni di eccezionale gravità.

Come già dichiarato, riteniamo non esista una ricetta semplice ed univoca per evitare TUTTI i danni che possono derivare dalla presenza del lupo; se crediamo alla parola convivenza e non allo sterminio, certi comportamenti sono da rivedere e modificare perché non è più possibile un allevamento in-custodito ed in-gestito come nell’epoca pre-lupo.

D’altronde non sembra che le cosiddette “politiche di contenimento”, adottate ad esempio in Francia da un decennio, abbiano prodotto risultati soddisfacenti, dal momento che ogni atto (legale o illegale) che mina la stabilità dei branchi, fa ritornare la situazione indietro nel tempo, con la dominanza di lupi solitari privi di guida esperta che sono quelli che provocano più danni e difficoltà di gestione.

Non sono documentati al momento in Valchiavenna casi di lupi aggressivi o confidenti; se capitassero casi di lupi che frequentano regolarmente fonti di cibo umane in ambiente urbano (ad esempio rifiuti) o predano regolarmente animali in paese o mostrano ripetuti comportamenti molto confidenti, vanno segnalati alle autorità, perché si tratta di comportamenti da gestire perché non idonei.

 

Katia Grandi, LEIDAA Sondrio

Simona Danielli, Cros Lecco-Varenna

Lorenza Tam, Legambiente Valchiavenna

Massimo Benazzo, ORMA Morbegno

Villiam Vaninetti, WWF Valtellina Valchiavenna


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