La poesia di Loredana Semantica è caratterizzata da una forte componente autobiografica, che trae spunto da situazioni familiari, quotidiane, lavorative con una forte universalizzazione del soggettivo e della propria esperienza di vita. Nella sua apparente semplicità, cattura immancabilmente il lettore, perché sa guardare con sottile ironia alla vita reale e quotidiana e, da questa, si spinge a indagare la complessità del mondo e delle relazioni. I suoi versi partono sempre da un punto di vista privato, privo di retorica e di solennità. Sono strettamente legati al suo tempo, e si caratterizzano di una forte componente critica e di denuncia della contemporaneità e del mondo che la circonda. Io cerco la radice/ trovandola nel cuore/ scrostando intorno ad esso/ a metri spessore di marcio/ in superficie (p. 34). C’è ispirazione, curiosità e anche tanta passione nella scrittura di Loredana Semantica, come se il mondo dentro e intorno a sé fosse pieno di voci, interrogativi, folgorazioni, intuizioni: Scrivere è un fatto istantaneo/ come l’acqua per chi ha sete/ allora provo a tracciare di me/ di voi una mappa o cronologia/ l’evoluzione in punti fermi/ del piacere che conforta (p. 61). In questa poesia vorticosa fatta di carne e sangue, dal ritmo incalzante, ricco di sperimentazioni, metafore, paradossi, ribaltamenti e sovrapposizioni di senso, la percezione del sé si fa piccola, minuscola/ mosca cieca, (p. 20), rarefatta sperduta molecola (p. 79), puntino esatto sulla terra (p. 45). E da questa prospettiva la poetessa cerca, scava, traccia mappe di se stessa e del mondo delinea limiti, imperfezioni, desideri, solitudini, sofferenze, incomprensioni che deformano e stancano il corpo.
Si nota, infatti, in tutta la raccolta un ricorrente riferimento del lessico alla fisicità, alla carnalità (espressiva) del corpo (ho graffi dappertutto, crepe sul viso, costole ingabbiate). Ma è proprio questo sentirsi in balia della vita e del destino, questa ricerca di essere se stessi oltre le maschere che il mondo ci impone, che conduce la poetessa a una ricerca di leggerezza, oltre il peso della gravità e la mole afflitta della carne. E lo fa attraverso un corollario di elementi che nei suoi versi si fanno ricorrenti e simbolici come la “foglia”, il “vento” le “ali”: Vorrei una foglia/ grigia fino al midollo/ solcata da nervature/come uno specchio/ d’occhi e di bocca/ come se fosse il mio corpo/ ed io dentro la foglia/ che plano sul piano incosciente/ senza peso (p. 18). Un paragone, che qui è identificazione tra la vita umana e il ciclo della natura e che è ricorrente nella letteratura fin dai tempi di Omero. Anche la “neve”, con la sua coltre bianca di silenzi, sottende ricerca di armonia e serenità, così come di rinascita, senza dimenticare che quest’ultima, ha oggettivamente la capacità di coprire le brutture e dunque le impurità della vita, ricordandoci con il suo bianco abbraccio la nostra innata purezza.
Maria Pina Ciancio
Loredana Semantica, TITANiO
Terra d’ulivi edizioni, 2023, pp. 100, € 14,00