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In libreria/ Silvia Comoglio, “La lezione degli dei” di Lucetta Frisa
18 Maggio 2023
 

Arianna Apollo Marsia Persefone Briseide… e loro, gli dei. Microcosmi visibili/invisibili, visibili/invisibili perché appartenenti all’epica, a quel mondo che esiste in una dimensione forte e concreta ma anche altra, intangibile e intoccabile, e tuttavia non preclusa come ci insegna Lucetta Frisa nel suo La lezione degli dei, edito di recente da New Press Edizioni.

Microcosmi, Arianna Briseide e gli dei, da esperire, come fa Lucetta Frisa, nella densità del loro palpito sottile, in quella toccata e fuga in cui però si compenetrano, riescono a compenetrarsi, il soggetto Arianna (dico Arianna ma questo vale per tutti i microcosmi presenti in questo libro) e il soggetto Lucetta Frisa. Una compenetrazione che, come ogni compenetrazione, ha le sue conseguenze. E in questo caso la conseguenza forse più solida e definita è il passaggio di cellule e materia di Arianna o Apollo o Marsia a Lucetta Frisa, cosa che fa cambiare prospettiva ma anche le forze in campo. È Arianna Dafne o Demetra nella loro statura epica a parlarci? O è Lucetta Frisa che ne ha percepito le radici, arrivando a crescere e a toccare i pensieri, la bocca, di Arianna o Demetra per innestarvi i propri pensieri, la propria bocca? Dall’incandescenza del respiro che anima le parole di questa raccolta si direbbe che le cose siano andate proprio nel secondo modo. Un passaggio di interiorizzazioni, ossia: la vicenda Arianna che si disvela a Lucetta, e Lucetta che fa crescere, e accresce, Arianna con la propria sensibilità, con se stessa.

Nel labirinto c’era molto freddo/ seguendo il filo dei ragionamenti/ non si usciva all’aperto non era vero/ si sprofondava nel buio avanti e indietro/ trafelati angosciati correndo smarrendo/la direzione. Nessuna sosta./ Curve e curve - una spirale -/ e quanti erano morti cercando il centro.// Per non perdere la testa si fermò rannicchiata chiocciola di vetro. Girava in tondo il mondo e qualcuno/ sempre mutando aspetto non smetteva/ di guardarla e lei murata dietro/ al suo guscio riusciva a non fiatare. […] Solo dopo secoli/ avrebbe forse evitato i labirinti/ affrontato mostri e salvatori/ le loro richieste senza supplicarli/ di restare con lei.

Ecco, Arianna che si accresce della sensibilità di Lucetta Frisa, una tragedia, quella di Arianna, che non rimane così solo su un epico sfondo ma che si umanizza, e si scopre tempo, tempo che scorre, scorre per noi ma anche, ci dice Lucetta, scorre per Arianna e gli dei. Sono gli stessi dei ad averne consapevolezza, una consapevolezza che acquisiscono in pienezza attraverso lo sguardo e la parola di Lucetta Frisa. Uno sguardo dritto agli dei e al tempo che pensavano per loro eterno, e una sfida. La sfida di Lucetta. Quella di arrivare a far dire agli dei: anche qui dove abitammo/ inavvertito il tempo dilagava/ e la luce dei giorni l’opacità/ dei crepuscoli ci lasciava sempre più/ fragili. Perdemmo le nostre forze/ insieme a voi,/ Sempre trionfava / lui su ogni cosa.

Sfida vinta, quella di Lucetta. Per empatia e interiorizzazione. Per i suoi versi tersi e piani che parola dopo parola si incuneano in prospettive che sembravano essere algide e ieratiche e che il tempo invece piega ponendo tutti, uomini e dei, nelle maglie degli interrogativi del tempo e di fronte al loro destino. Un destino che ha bisogno della luce della parola per viversi scoprirsi e tracciarsi. E che ha bisogno di scrivere, di continuare a scrivere, anche senza sapere il perché (continua a scrivere e non sa perché).

La scrittura, dunque, come chiave, non importa se inconsapevole, per intridere tempo e destino della nostra presenza. Per essere anello di congiunzione (ombelico?) di un tempo che dall’epica e dal mito si snoda fino ai giorni nostri e ancora più oltre. E noi qui, ora, a viverlo provando ad amare sempre tutto:

sono in questo assoluto non luogo che esiste in me prima di me, in una profondità dove mi attende, immobile, l’altra me stessa; ostile, inadeguata al mondo che sempre mi ha sottratto. Il mio sguardo verso il centro è calmo e dritto: vedo infine il mio destino e lo amo, amo il mio nulla e il demone che lo abita.

 

Silvia Comoglio

 

 

Lucetta Frisa, La lezione degli dei

New Press, Lomazzo, 2023, pp. 88 € 12,00


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