È una storia di famiglia quella che va in scena alla Tate Britain di Londra fino al 24 settembre. Ma è anche una storia di arte, di sentimenti e di dolore. La mostra “The Rossettis”, a cura di Carol Jacobi e James Finch, riunisce 150 tra dipinti, disegni, fotografie e poesie di Dante Gabriel Rossetti (1828 - 1882), della sorella Christina Rossetti (1830 - 1894) e della musa e moglie Elizbeth Eleonor Siddal (1829 - 1862). Si tratta anche della prima retrospettiva mai dedicata a Rossetti dalla Tate e della più ampia in assoluto negli ultimi due decenni, oltre a essere la prima completa esposizione di Siddal da trent’anni a questa parte.
Figlio di un letterato italiano esule in Inghilterra in seguito alla partecipazione ai moti rivoluzionari del 1820 - 1821, Dante Gabriel Rossetti, molto legato al padre, rivelò un precocissimo talento come poeta (a solo sei anni compose The slave e a dodici Sir Hugh the heron, a legendary tale in four parts) e soprattutto come pittore. Alla King’s college scool di Londra si distinse per le sue opere e strinse amicizia con il gruppo dei pittori (tra i quali Ford Madox Brown, William Hunt, John Everett Millais) insieme ai quali fondò nel 1848 la Confraternita dei Preraffaelliti. Questo periodo iniziale è testimoniato in mostra da opere come L’Annunciazione del 1850, per la quale posarono il fratello William Michael e la sorella Christina, che proprio in quel anno, con lo pseudonimo di Elle Alleyne, aveva pubblicato componimenti poetici sul periodico dei Preraffaelliti, The Germ.
Il 1850 è anche l’anno in cui Elizabeth Siddal, povera, bella e colta modista, poetessa oltre che musa e modella dei preraffaelliti, conosce Dante Gabriel Rossetti. Formatasi artisticamente da autodidatta, a partire dal 1854 Siddal si mise in luce per i suoi acquarelli. Tre anni dopo, era la sola donna presente nella mostra londinese dei Preraffaelliti, sostenuta da John Ruskin e dallo stesso Rossetti, al quale resterà legata, in una relazione complessa e morbosa, fino alla propria morte, avvenuta nel 1862 in seguito all’assunzione di una dose eccessiva di laudano, proprio nel giorno in cui, un secondo dopo, la poetessa americana Sylvia Plath si tolse la vita. Ironia della sorte, in quello stesso anno Christina Rossetti pubblicò la sua opera più importante, Goblin market and other poems, di cui in mostra è presente l’edizione del 1865.
M.P. F.