Cristina Papini violino, Silvia Maria Gira violoncello, Andrea Napoleoni pianoforte
Direttore artistico Giancarlo Tammaro
Auditorium Romina Trenta alla Casa delle Culture e della Musica in Velletri (Roma)
Concerto straordinario quello cui ha assistito un pubblico numeroso ed entusiasta la mattina di domenica 30 Aprile nell’Auditorium “Romina Trenta” della Casa delle Culture e della Musica di Velletri: straordinario sia per la bravura dei giovani e validissimi componenti del Trio Aeonium – Cristina Papini violino, Silvia Maria Gira violoncello e Andrea Napoleoni pianoforte – sia per il programma proposto. Concerti di tale levatura danno sicuramente lustro a questa bella struttura, nata per la fruizione della grande musica e che da anni viene valorizzata dalle iniziative musicali dell’Associazione Colle Ionci di Valeriano Bottini, coadiuvato dal Direttore Artistico de “Il Suono di Liszt a Villa d’Este” Giancarlo Tammaro. Quest’ultimo ha trasferito qui da quattro anni questa prestigiosa rassegna concertistica sul pianoforte Erard come quello di Liszt, nata e affermatasi nella Villa d’Este di Tivoli e nella quale si sono esibiti e si esibiscono nomi di grande spicco internazionale (per il 14 maggio è prevista la partecipazione di un “mostro sacro” del pianismo mondiale qual è Leslie Howard) ma anche giovani talenti in grande ascesa nel panorama musicale italiano ed estero, com’è il caso di questo fantastico Trio costituitosi appena tre anni fa nel 2020.
Come spiegava il direttore artistico, il Trio Aeonium tornava, dopo aver partecipato lo scorso anno, per adempiere alla promessa di interpretare tutte le composizioni di Franz Liszt per trio con pianoforte, tre in tutto e di rarissimo ascolto, alle quali per l’occasione ha accostato, con eccellente gusto, il più conosciuto e peraltro bellissimo Trio di Ravel. I primi tre brani eseguiti, le composizioni di Liszt per trio, sono tutte trascrizioni, come spiegato nella sostanziosa brochure dell’intera stagione: la prima “Orpheus” è in origine un poema sinfonico per orchestra, arrangiato per trio da Saint-Saëns, compositore francese peraltro molto amico di Liszt che ne ha approvato il lavoro, ed ha un clima piuttosto sereno, dovendo simboleggiare il potere civilizzatore dell’Arte; il secondo “Tristia” è in originale la “Vallée d’Obermann” per pianoforte solo, trascritto dall’allievo di Liszt Eduard Lassen col contributo del maestro stesso, ed è certamente il più intenso emotivamente, col suo andamento ora calmo ora drammaticamente tempestoso; infine “Il Carnevale di Pest” è la “Rapsodia Ungherese n. 9” nata per pianoforte e trascritta per trio dallo stesso autore Liszt, ed è un pezzo virtuosistico, alla maniera delle orchestrine tzigane, che ha rasserenato e concluso in allegria questo vero e proprio “trittico lisztiano”, come in realtà è risultato nell’esecuzione; il pubblico avendo intuito l’intenzione ha applaudito, con grande calore, solo alla fine dell’ultimo brano, senza mai interrompere un’atmosfera che sembrava magica grazie anche alla interpretazione assai coinvolgente del Trio Aeonium.
Altrettanto sentita e coinvolgente la lettura che i tre giovani interpreti hanno dato del “Piano Trio in La minore”, l’unico Trio composto da Maurice Ravel. È un brano del 1914 che poteva sembrare anacronistico per il pianoforte ottocentesco protagonista di questa particolare rassegna concertistica ma, per quanto spiegato dal direttore artistico e nel programma, Ravel aveva proprio un pianoforte Erard del 1909 dalle caratteristiche identiche a questo di 30 anni prima, poiché Erard aveva mantenuto sempre le stesse particolarità costruttive, che ancora lo rendono unico per qualità di suono, un suono che risulta amalgamarsi perfettamente con quello degli archi. In effetti ne è risultato un ascolto magnifico in tutti i quattro movimenti, con un Finale (Animé) che conclude il Trio in modo vivacissimo e virtuosistico, analogamente a quanto era accaduto con il pezzo finale della trilogia lisztiana, tale da strappare applausi entusiastici e prolungati che hanno richiesto ovviamente un bis. Pur essendo sicuramente provati da un programma così bello ma faticoso (oltre un’ora di musica impegnativa al netto degli applausi), il Trio concedeva il bis e proponeva un piccolo estratto dal “Dumky Trio” di A. Dvoȓak. Calorosissimi applausi finali interrotti solo, per motivi di tempo, dal direttore artistico per consegnare ai componenti del Trio un omaggio floreale e una medaglia ricordo della manifestazione.
Una vera festa di grande musica, che sicuramente costituisce un titolo di merito per l’Associazione che l’ha organizzata e la Fondazione che l’ha ospitata, e di cui la città di Velletri può andare decisamente fiera.
Alberto Pucciarelli