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Maria Lanciotti. Campo lungo 
Tra il secondo dopoguerra e il boom
25 Aprile 2023
 

Questa terra che bestemmia amore è un libro di versi vivificati da un dolce lirismo dove tuttavia la Storia e la vita graffiano amaramente

(Antonio)

 

 

Vita

 

Tutto passa.

Rimosse le macerie

si coltivano i campi.

Si attendono i reduci.

Anche se torneranno interi

saranno mutilati nella mente:

dei compagni perduti

dei figli che non hanno visto nascere

di quelli che non hanno visto crescere

degli amplessi mancati con le spose

della vecchiaia dei genitori

che non hanno accudito.

Troveranno il mondo nuovo

per cui hanno mangiato

polvere e sangue

e ancora polvere e sangue

masticano dolorosamente.

Troveranno un’aria festosa

di ricostruzione

e ostinati

si rimetteranno a spaccare pietre,

a piantare la rosa antica

nei recinti

e bimbi nel ventre caldo delle spose.

 

Sullo sfondo vita.

 

 

Antenne

 

Sorgono tralicci dalla terra

l’asfalto si riversa sugli

sterrati

intorno al borgo

crescono cubi di cemento

e acciaio

autostrade sezionano pascoli

e prati

sormontano gole

e fossati

forano montagne.

I bimbi ben vestiti

e pettinati

le donne con la permanente

e le gonne corte

sorridono

a quel sol dell’avvenire

che si rifrange

sulle lamiere colorate

dei bolidi lanciati

a cento all’ora.

 

Sullo sfondo antenne.

 

 

Aeroplani

 

I nonni che rimangono alla rocca

custodiscono l’odore della stalla

i chiaroscuri della pergola di vite

il forno a legna

la madia di castagno

la grotta fragrante di vinaccia

la terra sacra dei morti

rimasti sempre vivi nei ricordi.

Aspettano i nipoti

la domenica

fra gli aromi d’una cucina

ricca

di ginepro e timo

e carni bianche

e ciambelle al vino.

La sera forse rivedranno

qualche lucciola vagare nei boschi

e le stelle nicchiare

al chiaro della luna.

 

Sullo sfondo aeroplani.

 

 

Scogli

 

In colonia

coi cappellini e i costumini

bianchi

a giocare con l’onda

e sotto i pini

a filtrare la rena fra le dita

a cercare pinoli

sotto gli aghi

a contare nel cielo

cavalli e redi

la sabbia rovente

sotto i piedi

la brezza carezzevole

sul viso

l’acqua salmastra

che sfiamma abrasioni.

 

Sullo sfondo scogli.

 

 

Ardesia

 

La storia si studia sui banchi

di scuola,

battaglie date e luoghi

nozioni da mandare a memoria.

Non parlano i libri

dei padri che portano nella carne

le ferite

di crudeltà indicibili

e maledette strategie di morte,

delle madri che portano nel petto

lutti e cordoglio

e lacrime rapprese,

dei figli che non vogliono ascoltare

la storia narrata dai protagonisti.

 

Sullo sfondo ardesia.

 

 

Rondini

 

Il grembiulino nero

il fiocco bianco

gli scolaretti

fermi sull’attenti,

le tasche pesanti di sassetti,

fremono di corse

trattenute

e alberi da scalare.

Il grembiulino bianco

il fiocco azzurro

le scolarette

sedute in prima fila

attendono lo scatto

che fisserà un istante

dell’infanzia.

Gli occhi corruschi

e docili

carichi di sogni e di domani.

 

Sullo sfondo rondini.

 

 

Pianoro

 

Gigli di bosco

e luce di primavera,

il pallone stretto sotto il braccio,

il vento nei capelli.

Il prato fitto d’erba

sconfina con la fila di casette

bianche di calce a spruzzo,

stagliate contro i monti.

La maestra in disparte

osserva il gioco.

 

Sullo sfondo pianoro.

 

 

Piastrelle

 

Si cimenta il bambino

con le costruzioni

di legno

sperimentando

assorto

equilibri instabili

e forze di inerzia.

Come suo padre

muratore

vuole erigere

le mura per un tetto.

 

Sullo sfondo piastrelle.

 

 

Greggi

 

Nella prima domenica di maggio

pellegrinaggio

alla Madonna nera.

Fiori di carta

incorniciano stendardi

e sacre icone.

Si canta e si prega

con gli occhi lustri

e il cuore intenerito,

si fanno penitenze e devozioni.

Sbocciano fra i giovani

amori e giuramenti.

 

Sullo sfondo greggi.

 

 

Roveti

 

I chierichetti

con gli scarponi

e la cotta smerlettata,

gli angioletti con la tunica

di raso

le donne scalze

con la candela

accesa

le bimbe vestite

da prima comunione,

il rosario d’argento

fra le dita,

si snoda la processione

a passo lento

fra canti gregoriani

e liturgie

sotto il benevolo sguardo

del Patrono.

 

Sullo sfondo roveti.

 

 

Lenzuola

 

Mentre si fa la fila

alla fontana

si raccontano sogni e desideri,

piano, come in confessionale.

Le comari si raccontano i fatti

della vita

sferruzzando alacri

e c’è chi giura

che fra il lusco e il brusco

ha visto trasformarsi un uomo

in lupo.

Le conche lucidate

con la cenere

brillano come l’oro rosso,

gli occhi delle fanciulle

invaghite

brillano come smeraldi.

Canta la fontana

la sua canzone

gaia

di vita che scorre.

 

Sullo sfondo lenzuola.

 

 

Scampanio

 

Esce la sposa vaporosa

di tulle

diretta alla chiesa

al braccio del padre.

L’attende compìto

lo sposo

in doppiopetto.

Rituale di nozze

e il bacio

che suggella l’unione.

Poi tutti sul sagrato

per la foto di gruppo,

sotto una pioggia di riso

e confetti.

Parte il corteo

verso il cantinone.

Fanno ala i paesani

augurando felicità

e figli maschi.

 

Sullo sfondo scampanìo.

 

 

(da Questa terra che bestemmia amore, raccolta poetica suddivisa in tre sezioni ‒ Fotogrammi, Campo lungo, Panorama ‒ ispirata al libro di foto d’epoca in b/n L’immagine dei ricordi di Tarquinio Minotti. Edilet 2009, nella collanaCastalia” diretta da Marco Onofrio)


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