Il 25 aprile 1945 il CLNAI di Milano emette il comunicato col quale si ordina l’insurrezione generale contro il nazismo ed il fascismo di Salò. Scendono i partigiani dalle montagne, escono dai casolari, dalle fabbriche e in pochi giorni conquistano tutto il Nord del Paese.
Il 25 aprile è la festa della Liberazione! Significa Liberazione dal fanatico totalitarismo del Terzo Reich che occupa, comanda, uccide, spesso civili inermi, divide il Paese in due. Significa Liberazione dalla dittatura fascista, col suo ventennale e lugubre elenco di violenze, condanne, esiliati, torturati, fucilati ed impiccati, di ebrei perseguitati ed avviati nei lager nazisti, di militari inviati nei campi di lavoro tedeschi dai quali tanti non tornano. Liberazione che riunifica il Paese sotto un unico Stato indipendente e sovrano. Liberazione che rappresenta la fine di una guerra dissennata che produce lutti e macerie.
Questo spiega la gioia irrefrenabile dei cittadini all’arrivo dei partigiani. Riappaiono i tricolori, la gente si stringe attorno ai partigiani, li abbraccia, li bacia. Per molti giorni una folla festante e plaudente invade le vie e le piazze. Ritorna la voglia di vivere. Le nostre valli vengono liberate quando gli Alleati sono ancora lontani. La prima a liberarsi, il 27 aprile, è Chiavenna, dopo la dura battaglia dell’Angeloga. Lo stesso giorno si libera Morbegno. il 28 è la volta di Sondrio e, verso sera, di Tirano, dopo aspri scontri. Infine, il 3 maggio, l’ultimo presidio tedesco sui tornanti dello Stelvio si arrende ai partigiani di Cesare Marelli.
Ho avuto la ventura di assistere, con amici, alla Liberazione di Sondrio. I partigiani scendono dalla Valmalenco, oltrepassano il ponte di Via De Simoni, salgono attraverso il Lungo Mallero verso il Castel Masegra, ove si sono rintanati i fascisti dopo la fuga dei tedeschi. Sentiamo una breve sparatoria, poi i fascisti si consegnano ai partigiani. Nelle piazze, nelle strade, esplode la gioia della popolazione, stretta accanto ai “suoi” patrioti. E che diamine! La guerra è finita! Finite le infami dittature del Terzo Reich e della Repubblica di Salò, con quel cumulo di tragedie, di morti e di orrori. Cessati allarmi, bombardamenti, rastrellamenti, deportazioni, fucilazioni senza motivo, tessere annonarie, borsa nera. Tutto questo è finito. Per sempre.
La festa dura a lungo. Molti anni dopo, il DPR 16 marzo 1987 concede la medaglia d’argento al valor militare alla Provincia di Sondrio. Nelle motivazioni, tra l’altro si legge: «Tra l’autunno ’43 e la primavera ’44 si vennero costituendo le formazioni partigiane “Garibaldi” e “Giustizia e Libertà” nelle quali accorsero numerosi valligiani ed antifascisti… Le popolazioni, senza la cui solidarietà attiva e costante non sarebbe stata possibile la lotta partigiana, pagarono duramente la colpevole connivenza e partecipazione, con repressioni e ritorsioni terroristiche, come testimoniano i casi più drammatici di Buglio in Monte, Sernio, Campo Tartano, Mello, Vervio, Triasso, Uzza, Boirolo, dove la furia vendicativa si manifestò con incendi e fucilazioni. 140 caduti partigiani, 48 caduti civili e 144 mutilati, invalidi e feriti convalidano ed esaltano il contributo corale della gente, degne protagoniste del Secondo Risorgimento Italiano».
A consegnare la medaglia d’argento viene a Sondrio (29 maggio 1988) il Presidente del Senato Giovanni Spadolini, che la appone sul gonfalone della Provincia alla presenza delle autorità provinciali e di tutti i sindaci delle nostre valli.
Quest’anno la cerimonia celebrativa ufficiale per il 25 aprile si terrà a Tirano.
Sergio Caivano