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Albano Laziale. In piazza contro il mega inceneritore di Gualtieri per la monnezza di Roma 
di Maria Lanciotti
29 Marzo 2023
 

Ennesimo corteo sabato 25 marzo per ribadire il no alla costruzione di nuove bombe ecologiche. Né qui né altrove.

È chiara la volontà di chiudere la bocca ai cittadini, altrettanto chiara dovrà essere la volontà popolare di rispedire al mittente questo mortifero progetto che ha il solo scopo di moltiplicare ricchezza nelle tasche di pochi e condannare interi territori e la salute di migliaia di cittadini”.

Piazza Mazzini ad Albano Laziale, ore 15:30. Mentre si prepara la partenza del corteo No Inc diretto ad Ariccia, raccogliamo voci.

Una domanda secca per una risposta netta: perché ci troviamo qui?

Cecilia S. 68 anni, già operativa nell’ambito dei Beni Culturali: “Sono qui perché vorrei vivere e non trovarmi con un tumore nei prossimi anni, se come sembra si voglia procedere con questo impianto cancerogeno per l’uomo e per la natura. Troppi interessi non chiari sulla gestione dei rifiuti”.

Antonio B. pensionato: “Mi trovo qui per i miei nipoti e i miei figli. Questa cosa rappresenta una minaccia da qualunque punto di vista si consideri. Non c’è una giustificazione, discariche e inceneritori è risaputo che sono la risposta sbagliata, e se si deve parlare di produzione di energia non è certo quello il sistema. Prima di tutto ridurre i rifiuti”.

Simona B., 50 anni, operatrice centri antiviolenza: “Sono qui perché non potremmo che essere qui. Alla discarica di Roncigliano, al Comune di Roma, alla Regione. Una volta eravamo in piazza con i figli piccoli per mano e ora scenderemo con i passeggini dei nostri nipoti. Ma qui siamo”.

Francesca G. 45 anni, grafica: “Sono qui perché non bisogna smettere di lottare per i nostri elementari diritti e perché ci si attenga alla Costituzione che è più proiettata di noi nel futuro”.

Antonio G. pensionato: “La cosa che più fa incazzare è come si possa passare sopra la testa della gente, il che vuol dire non tenere in considerazione gli interessi dei cittadini”.

Mario D. 62 anni, dipendente pubblico: “Siamo qui perché c’è una discarica a Cecchina ed è stata discarica della Capitale per gravi negligenze del Comune di Roma e della Regione Lazio. Ci troviamo oggi tutti assieme ad affrontare il grave pericolo dell’inceneritore a Santa Palomba. E questo incontro viene fatto anche per dare un segnale, e non solo ai nostri figli, sui rischi dell’inquinamento ambientale”.

Eleonora N. 37 anni, neo eletta segretaria Pd di Pomezia: “Non vogliamo l’inceneritore di Roma perché è una politica vecchia nel merito e nel metodo. Perché dobbiamo parlare del ciclo dei rifiuti, che è il futuro”.

Andrea M. 21 anni, ingegnere informatico: “Sono venuto qui da Roma per prendere parte alla protesta. È ingiusto che non vengano rispettate le leggi per il profitto che non tiene conto delle necessità delle persone”.

Chiara S. 44 anni, impiegata: “Vogliamo far sentire la nostra voce a chi ha il potere che impone dall’alto soluzioni che non sono legittime. Un abuso di potere”.

Elena C. 40 anni, parrucchiera: “Siamo qui per lottare contro la costruzione di impianti nocivi le cui conseguenze minano la salute nostra e dell’ambiente”.

Matteo M. 30 anni, programmatore: “Contestiamo il modello della gestione dei rifiuti che riteniamo sia sbagliato. Si faccia il porta a porta. Roma ha avuto in passato la possibilità di adottare un sistema di gestione virtuosa dei rifiuti e ha ripiegato invece su un modello superato basato sulla ricerca del profitto”.

Manuela M. 41 anni, disoccupata: “Sono qui in piazza perché spero tanto che si eviti di inquinare ulteriormente il territorio”.

Federico P. 19 anni, in attesa di una occupazione: “E ci manca solo questo!”

Aldo Garofolo del Coordinamento No Inc, al volo: “Si è raccolta l’adesione di molti comitati dell’area sud di Roma, della zona di Santa Palomba, e molti comitati di quartiere dei Castelli Romani e di Albano. Per noi è molto importante l’adesione di alcuni comitati romani, in particolare del Coordinamento Regionale Sanità e dei Movimenti per il diritto all’abitare. Giovedì scorso, 23 marzo si è svolta un’assemblea pubblica informativa al Porto Fluviale in zona Ostiense sull’intero piano dei rifiuti di Roma incentrato sull’inceneritore”.

Pareri discordi sull’opportunità o meno di tali manifestazioni da parte dei commercianti sul Corso Matteotti, c’è chi ‒ come Gianluca P. ‒ commenta: “Ben vengano, e a ragion veduta” e altri che lamentano: “A noi ci porta male, pur ritenendo valide le motivazioni”.

Camminando camminando, raccogliamo spezzoni dei vari interventi, accesi e lucidi, che si alternano al megafono:

Cittadini e cittadine, non è vero che non serve a niente scendere in piazza. Partecipare alle iniziative ed essere solidali, questo significa essere cittadini in un paese democratico”.

Con l’inceneritore si consumerebbe acqua che non abbiamo, Lago Albano e di Nemi che vanno prosciugandosi, disastro ambientale ed economico per cui paghiamo e pagheremo, anche sanzioni a livello europeo”.

Unici interessati i poteri economici. Una soluzione che non possiamo permetterci, non solo per noi ma per chi verrà. E non è vero che non c’è alternativa”.

Ferdinando Bonessio, consigliere al Comune di Roma: “Nessun luogo può accettare un inceneritore nel 2023. Siamo stanchi. È stata appurata la presenza di microplastiche nella placenta umana. Altro che sciare a Copenaghen sull’inceneritore!”

Siete voi, siete voi, la rovina dell’Italia siete voi” ‒ s’alza il canto sulle note di “È tutto un attimo”.

Di bambini ne nascono sempre meno in Italia, ma sabato 25 marzo se ne sono visti tanti circolare lungo il corteo, una lunga camminata controsole nell’aria primaverile.

Una bella dimostrazione sul ponte di Ariccia con la formazione delle lettere NO INC tramite disposizione di corpi e cartelli bianchi puntati in alto verso possibili droni magari della Nato, e si arriva a Piazza di Corte.

In conclusione: “Siamo in tanti contro la costruzione di ecomostri. Nel 2008 sembrava cosa fatta l’inceneritore a Roncigliano ma così non è stato. Solidarietà e continuiamo così. Un impegno personale. Faremo comunque in modo di vendere cara la pelle. Ricordare i passaggi positivi e rimanere in contatto, stabilire iniziative e fare il punto della situazione come si fa da quindici anni. Con la voglia, il coraggio la rabbia che ci hanno permesso di arrivare fin qui. No agli inceneritori, né qui né altrove”.

E questo, succintamente, è quanto. Si prosegue, con spirito alto, bandierine e nuovi striscioni.

Passaparola. (Castellinotizie.it)

 

» Coordinamento contro l’inceneritore di Albano
Contro tutte le nocività


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