Due storie forti, drammatiche.
Due storie di studenti del CIA, il Civico Centro di Istruzione per l’Adulto e l’Adolescente “A. Manzoni” di via Deledda a Milano.
La prima, quella di un giovane che parte dalla Burkina Faso, arriva in Libia, attraversa il Mediterraneo per giungere, infine, a Milano.
La seconda, quella di un ragazzo come tanti cresciuto a Quarto Oggiaro, che finisce prima al Beccaria e poi a San Vittore.
Due storie, a lieto fine.
Perché Eliassa, adesso, sta per sostenere gli esami per accedere alla V PSS. Mentre Daniel, dopo avere studiato al CIA, si è laureato e lavora come educatore in mezzo a quei ragazzi con gli stessi problemi che lui stesso ha conosciuto.
Queste due “avventure” sono state il tema dell’incontro intitolato “Giovani resilienti. Due storie del CIA”, che si è svolto il 21 marzo scorso presso l’aula Magna del Polo Scolastico Manzoni di via Deledda alla presenza di Luisa Cameroni, preside della Scuola, Lucia Scopelliti (Direttrice Area Lavoro e Formazione del Comune di Milano), Giulia Tosoni (Direttrice Progetto Promozione Giovanile e Transizione Scuola Lavoro, sempre del Comune di Milano), Arianna Curti (Assessora alla Cultura del Municipio2) ed Elisabetta Schneble della Associazione Soroptimist.
Oltre a loro, Angela Bachi, volontaria nel carcere di San Vittore e di NoWalls, l’associazione che si occupa di giovani migranti. Dove, un giorno, si è presentato Eliassa Wandaogo, il protagonista della prima vicenda, attualmente iscritto del CIA, che è stato intervistato dalla “sua” professoressa Federica Cecco e da Danilo, uno degli studenti che formano la Redazione di Radio CIA Manzoni, la radio della scuola che trasmette ogni giovedì sulla webradio Shareradio.
Il racconto del suo viaggio, del suo spaesamento in un Paese sconosciuto, della sua iniziale solitudine, delle sue emozioni (confluite anche in bellissime poesie), hanno profondamente colpito gli spettatori che hanno potuto toccare con mano (ma anche col cuore) cosa si provi a migrare in terre lontane e talvolta ostili, lasciando a casa tutti gli affetti famigliari.
Le vicissitudini del secondo protagonista, Daniel Zaccaro, sono addirittura diventate un libro di successo, Ero un bullo, scritto da Andrea Franzoso per la De Agostini. L’ex studente del CIA, che ha interloquito con i redattori Giulia e Fabio, ha narrato dei suoi rapporti con i genitori, della sua appartenenza a una baby gang, del suo passare dagli “scavetti” (piccoli furti a coetanei) alle rapine in banca. Degli errori compiuti senza consapevolezza, solo per il desiderio di possedere vestiti firmati e oggetti altrimenti inaccessibili, che lo hanno condotto alla dura vita del carcere. Da cui, dopo un percorso accidentato e grazie ad aiuti di educatori, psicologi e uomini di fede come don Burgio della Comunità Kayros, è uscito completamente cambiato. Un processo di crescita e di riscatto sociale in cui, secondo Daniel, sono state fondamentali, oltre alle persone, la scuola e la cultura, i tanti libri letti nelle lunghe ore passate come persona detenuta.
Anche questa esperienza di vita, raccontata con leggerezza, ironia e – nello stesso tempo – profondità, ha conquistato gli studenti presenti, i docenti e i molti esterni intervenuti alla serata aperta a tutta la cittadinanza.