Ogni causa politica vorrebbe forse indurre una rappresentazione della realtà con i mezzi dell’arte, nella quale non soltanto i propri principi risultino positivi, ma anche vincenti, a costo di forzare e di semplificare la realtà. Questa tendenza vale anche naturalmente per le cause con cui possiamo simpatizzare, come quella per la libertà sessuale anche delle minoranze, di chi, per gusti o per transizione di genere, sia stato più di altri soggetto alla repressione. Un autore potrebbe sentirsi obbligato a far sfociare il racconto di questi casi, in un trionfo della libertà e della felicità.
A mio parere, un merito della serie intitolata “Prisma”, scritta da Alice Urciuolo e da Ludovico Bessegato che l’ha anche diretta, uscita su Prime Video, è che, pur essendo evidentemente realizzata con una sensibilità libertaria, è venata da un senso di intima incertezza, di malinconia, di sofferenza, così persistente che già in partenza si può dubitare che potrà sciogliersi in un finale del tutto positivo.
Ho accennato alla transizione di genere e all’omosessualità. In effetti la serie non è focalizzata esclusivamente su questi temi. Protagonisti della storia sono due fratelli gemelli adolescenti. Uno dei due è attratto dalle ragazze, ma i suoi rapporti con loro sono ostacolati da un’abnorme timidezza, dal sentimento di essere inferiore, inadeguato, che si acuisce fino alla disperazione se per caso si scopre vittima di un tradimento.
Suo fratello con le ragazze appare più disinvolto. Ha anche delle storie d’amore con loro. Ma coltiva in segreto l’abitudine di truccarsi e travestirsi da donna. Sotto un’identità femminile ha anche creato un falso profilo sui social. Attraverso tale profilo gli capita di essere contattato da un conoscente del fratello, da cui lui è evidentemente attratto. Si presta al dialogo in incognito con lui all’inizio un po’ riluttante; ma via via quello scambio di battute diventa un’abitudine alla quale nessuno dei due riesce a rinunciare, perché sembra così aprirsi tra loro un canale di comunicazione intima. Ma quando il ragazzo, più risoluto e intraprendente, vorrebbe incontrare di persona la sua presunta interlocutrice, l’altro troverà il coraggio di rivelargli la sua vera identità?
È proprio questa domanda che crea la suspense sottesa agli otto episodi della serie, che però comprende anche altri avvenimenti, tocca temi ritenuti caratteristici della vita degli adolescenti di oggi. Si racconta del rapporto d’amore che nasce tra due ragazze; poi del complesso musicale che mette insieme un gruppo di ragazzi (la canzone che suonano è stata composta proprio per la serie da Achille Lauro), di un video musicale che realizzano e del successo che riscuote sui social.
L’onnipresenza nella vita quotidiana dei social e dei telefoni cellulari è uno dei motivi portanti del racconto, ma anche lo spaccio di marijuana, un blando bullismo, l’attività sportiva (soprattutto il nuoto).
Ma il pathos della vicenda si addensa proprio intorno alla difficoltà di essere liberi in primo luogo nella propria vita amorosa. La storia si svolge a Latina. Ma a pochi chilometri, alla portata dei personaggi, che almeno una volta ne approfittano, ci sono a Roma le popolari serate queer di Muccassassina, c’è una libreria lesbica, c’è una linea telefonica di ascolto e soccorso per le persone alle prese con problemi di identità di genere o di scelte sessuali.
Si potrebbe allora ritenere che il clima intorno ai personaggi sia in genere incoraggiante alla liberazione. Ma che certi nodi psicologici e culturali siano ancora tutt’altro che risolti, lo dimostra persuasivamente la dolorosa perplessità che affligge in particolare il gemello segretamente transgender, interpretato con discrezione e con finezza da Mattia Carrano (che interpreta anche il fratello); mentre il ragazzo con cui interloquisce è interpretato con altrettanta credibilità da Lorenzo Zurzolo.
Gianfranco Cercone
(Trascrizione della puntata di “Cinema e cinema”
trasmessa da Radio Radicale il 18 marzo 2023
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