Ricchezze virtuali
Bertolt Brech diceva: “Che cos’è rapinare una banca a paragone del fondare una banca?”.
Lo so, il sentore, con questa citazione, è quello della facile battuta, rivolta alla pancia di chi legge ma l’occasione di due banche, di due paesi che normalmente sono portati alle stelle (uno anche alle strisce), che falliscono, scusatemi, ma non me la perdo per nulla al mondo. Non è rivalsa nazionalistica la mia, non avrebbe senso, ma apprezzamento degli effetti che i due fallimenti causano.
Pensate ai nostri paperoni che hanno portato i soldi in Svizzera, al Credit Suisse, da quali devastanti problemi intestinali devono essere stati colti. Chissà come malediranno di non aver aderito allo scudo fiscale mentre consumano capitali in pannoloni.
Diversa, ma non meno esilarante, la situazione causata dalla Silicon Valley Banck che probabilmente non aveva informato i clienti che il denaro versato finiva nel metaverso dove si moltiplica in maniera esponenziale rendendo tutti dei virtuali Paperon de Paperoni e contemporaneamente dei reali Paperino.
Fate come me, invece di mettere i soldi in banca ho comprato 10.000 bulbi di tulipani olandesi, mi hanno assicurato che a meta anno avranno decuplicato il loro valore.