Tutti insieme strumenti suonate,
lode salga da ogni respiro:
date lode al Signore, alleluia.
Così chiude il Salmo 150, “Ultimo Alleluia”, nella versione di David Maria Turoldo (Edizioni San Paolo 1987, I Salmi, pag. 512), che scrive:
Ma in finale si leva un suono supremo, è il respiro di ogni essere vivente che si fa preghiera e lode, con questo canto cosmico, spesso trasposto in musica, si chiudono i tehillim, -le lodi- come gli Ebrei hanno chiamato i Salmi.
Israele si radicò nelle terre che erano state regnate da Accadi e prima Zumeri, che hanno lasciato i paleonimi; nessuno li cura come Cana da ka.na.an, “anima generata (dal) Cielo”.
Nella scorsa primavera esaminai il Salmo 149, dei guerrieri ebr. Hashidim.
Quest’anno provo a comparare dall’ultimo Salmo l’ebraico tehillim col zumero precedente. Nessuno, finora, ha osato fare questo e quel che feci l’anno scorso. Devo solo continuare ad osare.
Esamino i zumero-grammi simili:
te, de4
n., cheeck; skin; membrane; thorn, sting; characteristic symbol, tattoo (cf., temen; me-te) [TE archaic frequency].
v., to prick, pierce; to dye red; to tattoo (usually reduplicated) (cf., te, de4, teg3; ten/ te-en).
Emesal dialect interrogative, ‘when?; why? ’. (John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 274)
Fin qua abbiamo l’identità: te = te. Uguali sono anche: tehi, giste-hi (gis = albero):
giste-hi 4 , dehi4 [IDIM]
staff, support. (Halloran: 274)
Nota che il riassuntivo [IDIM] sta per primavera. Siamo sulla buona strada:
idim, edim
n., spring, underground water; weight, mass (ida2, ‘river’, + mu2, ‘to sprout, appear’). (Halloran: 120)
Adesso, con tehillim, abbiamo lo scoglio (i)l, che termina con l’identità –lim = “mille, schiacciante”:
lima, limu, lim
thousand; overwhelming, awesome, fearsome (may be Akkadian loanword from lim, ‘thousand’, but a thousand is four hundred greater than gesh2 x u, ‘six hundred’; cf., limmu(2,4,5), lim2). (Halloran: 126)
Lo scoglio è rappresentato da -il-. Il è Dio in zumero
Il è il più antico nome di Dio:1 (spiega bene il bene).
Capodanno accado: a.ki.til = “semea (in) Terraki maturotil”
til; til3 [TI]
to be ripe, complete; to make complete; to perform required service; to finish paying off a contract, complete a transaction; to pluck; to put an and to, spend, exaust, finish; to cease, perish; to be halted (became same thing as idim; cf., sumun/sun) (iti, ‘moon’, + il2, ‘to be high; to shine’ (?) [ignorato il = god = Dio! ti-il = vita Dio] [? ZATU]. (Halloran: 276)
Carlo Forin
1 Secondo Robert A. Di Vito, Studies in third millennium sumerian and akkadian personal names, The designations and Conception of the Personal God, E.P.I.B., Roma, 1993: “the element il”: 235 sgg.