Quante donne persero la vita, arse vive sul rogo, per un ostinato e malvagio pregiudizio e per l’irragionevole superstizione di popolo e autorità? E prima ancora erano state sottoposte ad atroci torture per farle confessare peccati e colpe d’ogni sorta. L’accusa era quella di esser streghe, di commerciare con il diavolo e di ordire malefici.
Una pagina nera nella storia dell’umanità. Un’oscura storia che si trasmise attraverso i secoli costando ragione ed esistenza a decine di migliaia di donne.
Eppure questo capitolo tenebroso accese la fantasia di innumerevoli artisti, da cui si generarono opere che rappresentavano un documento estetico, non solo dichiarazione di distanza o atti d’accusa, stigma del potere ottuso e mille altre implicazioni lasciate a noi posteri.
La mostra “Stregherie. Fatti, scandali e verità sulle sovversive della storia” alla Villa Reale di Monza si dispiega imponente spalancando vista e intelletto su quelle antiche vicende e vicissitudini. Come detto, l’esposizione è ricca e illuminante, giovandosi di pezzi pregiatissimi, dalle stampe, fra cui Albrecht Dürer, con un bulino che raffigura una strega a rovescio sul caprone, Hans Baldung Grien, con La strega e il palafreniere (1544/45), Joseph Apoux, con le acqueforti sulle streghe di Notre-Dame (1888), e Goya (impressionante la sua serie dai Capricci) – ma anche gli anonimi raggiungono esiti straordinari – a trattati cinquecenteschi, feticci, amuleti, strumenti rituali, sino ai manifesti cinematografici.
La danza macabra e oscena del sabba, una congerie di scene le più varie, streghe volanti, l’esperienza immersiva in una sala buia ove si possono udire le parole da un antico processo, Anno Domini 1539, a una presunta strega nel modenese: selvaggiamente torturata, la sventurata rinnegò e abiurò quel che non aveva fatto e si salvò la vita, seppur marchiata dall’ignominia.
Tuttavia la mostra è... “crudi episodi di stregoneria ma anche scene luminose di streghe buone, zingare che guariscono bambini dalle malattie e simboli magici nascosti in quadri pastorali” o il mondo “dell’Antica Religione della Grande Madre [...] dalla tradizione mitologica fino alla definizione della figura in epoca moderna”.
Sono un centinaio le incisioni originali scelte dal curatore Luca Scarlini dalla Collezione Guglielmo Invernizzi, da cui provengono anche volumi quali il Malleus Maleficiarum, un manuale sulla caccia alle streghe (edizione del XVI secolo), nel quale “sono indicati caso per caso i supplizi e le pene da fare soffrire a chi era accusato di stregoneria”. I manifesti, le locandine e le fotobuste con il tema del maligno arrivano invece dalla collezione di cimeli cinematografici di Alessandro Orsucci, a cui si aggiunge “una serie di oggetti originali, mai visti in Italia, legati al mondo della stregoneria – antichi calderoni, bacchette, feticci, amuleti e talismani – prestati dal leggendario Museo specializzato in Stregoneria di Boscastle, in Cornovaglia. Inoltre, una sezione di interesse locale, è dedicata al raro romanzo storico La strega di Monza, scritto da Giuseppe Bertoldi da Vicenza nel 1861, proveniente dalla Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, che racconta le vicende della Matta Tapina, Strega herbaria, che visse nel “Bosco Bello”, selva poi inglobata nel Parco di Monza”.
Una sezione separata, poi, ospita sei illustrazioni originali e inedite di Gloria Pizzilli, illustratrice di fama mondiale che collabora con prestigiose testate quali The New Yorker, The New York Times, Scientific American, The Boston Globe, GQ Usa, La Stampa, L’Espresso e Il Corriere della Sera. “Con uno stile tra il burlesque francese e le donne di Klimt le streghe di Gloria Pizzilli sono terrificanti, nude e bellissime, con curve che sembrano abbracci, ma con una atrocità talmente palpabile e aggressiva da aver richiesto una sezione chiusa per non urtare la sensibilità dei visitatori meno preparati”.
Il percorso espositivo è suddiviso in dieci stanze a tema, con un accompagnamento sonoro (“voci, sussurri e grida strazianti”) teso ad accrescere la suggestione delle immagini, a suggerire, quindi, un’evocazione multisensoriale. “La mostra è accompagnata da un volume di Luca Scarlini, edito da Skira, concepito come un racconto sulla strega, scandito come l’esposizione in dieci capitoli, che ne affrontano tutti gli aspetti di maghe, veggenti, profetesse, pizie, accogliendo anche immagini della mitologia classica, rimanendo sempre decisamente nel mondo femminile”.
Una mostra da brivido!
Alberto Figliolia
Stregherie. Fatti, scandali e verità sulle sovversive della storia, a cura di Luca Scarlini. Mostra ideata e prodotta da Vertigo Syndrome, con il patrocinio del Comune di Monza. Belvedere della Villa Reale, viale Brianza 1, Monza. Fino al 26 febbraio 2023.
Info: sito Internet www.stregherie.it.
Orari: gio e ven 10:30-18:30; sab e dom 10:30-20:00.
Catalogo mostra: Skira (skira.net).
Perché serviva una mostra sulle streghe. Cosa è Vero?
“Con il marchio infame di “Strega” nei secoli, spesso si bollava una donna semplicemente più desiderabile delle altre, più libera, guerriera, colta e riservata, portando a persecuzioni ed esecuzioni violente di donne innocenti, roghi, impiccagioni, decapitazioni che servivano ad instaurare nel popolo una paura reverenziale della giustizia divina contro il paganesimo, il satanismo, il sesso ed eresie di vario genere. Ma essere creduta una strega non è sempre stato un nome scomodo da portare cucito addosso. Infatti essere credute capaci di scatenare un potere arcano, sconosciuto, inspiegabile e terribile è stato talvolta un’efficace e modernissima strategia di branding per sopravvivere, essere temute e rispettate a uso e consumo di donne che altrimenti sarebbero state sopraffatte e sottomesse dal patriarcato dilagante del mondo antico. Le streghe sono davvero state sempre tra noi? I racconti di donne sapienti e sagge, dalle infinite conoscenze della natura e con poteri capaci di aprire finestre sul futuro, affondano le radici nel nostro passato più lontano, eppure abbiamo sempre cercato di rimuovere queste figure dal pensiero razionale, e considerarle un frutto dell’immaginazione, imbarazzante e da nascondere. Le streghe non sono state perseguitate nel più cruento dei modi soltanto nei periodi più bui della nostra storia, infatti ancora oggi, in molti paesi del mondo, l’accusa di stregoneria è tristemente viva e miete ancora le sue vittime”.
Stregherie spiegata dal suo curatore Luca Scarlini
“La donna nasce fata, in amore è maga, ma per le società e per le religioni è strega. Il racconto creato dalla mostra permette ai veri appassionati di temi di femminismo, di letteratura gotica, di metalrock, di film dell’orrore, di antropologia, come di folklore, o di realizzazione di domestici incantesimi, di avvicinare il percorso come macchina narrativa, seguendo le stanze che sono dedicate ai momenti più rilevanti della vicenda della strega e di sentire storie originali ispirate alle opere presentate nell’esposizione. Al di là delle infinite manipolazioni storiche, il termine strega in sostanza segnala una identità profondamente legata al mondo della natura, una donna spesso esperta di erbe e maestra dell’interpretazione dei segni, che il folklore delle Alpi Retiche definiva perfettamente con il termine “Signora del gioco”, titolo di un celebre saggio di Luisa Muraro del 1976 dedicato a ricostruire episodi della caccia alle streghe”.