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Vetrina/ Poeti maltesi 
A cura di Paola Mara De Maestri
07 Febbraio 2023
 

Queste sono le poesie di alcuni scrittori maltesi, di EspRimi. Mi sono state inviate da Emmanuel Attard-Cassar, Presidente di questa Associazione culturale. I testi sono stati tradotti in italiano dagli stessi autori.

Buona lettura!

 

 

Cammino e spero

 

Cammino nel fango

e piango.

 

Piango su figli morti,

su vedove con cuori lacerati.

Piango su città distrutte,

su ponti caduti,

su fiumi di sangue.

Piango su paesaggi perduti,

sperduti,

senz’erba, senza fiori, senz’alberi

 

Dove sono le farfalle,

gli uccelli? Tra nuvole gialle

volano aerei neri, ronzando,

portando

morte per tutti. E piango,

Piango ancora.

Piango un fiume, un lago, un mare;

ma spero.

 

Spero che cresca dell’erba,

un fiore,

un albero nuovo,

una bella città piena d’amore.

Spero che nascano figli

tra braccia contenti dei padri

e baci gioiosi dei madri.

Spero di più non vedere

soldati

e bombe e carri armati

 

Spero di non piangere più.

 

Alfred Caruana Ruggier

 

 

Orfani

 

s’aderiscono al protocollo

della sventura,

gli ultimi nell’appartenenza

 

mendicano alle porte dei cuori

degli stranieri

per un brandello d’amore

 

riescono o falliscono

secondo il lor coraggio, l’illusione

risorsi sbilanciati

 

la mancanza gl’accompagna

in ogni dipartimento

dell’esistenza

 

la sorte li fa giocare

il passio della passione

alcuni si fendono, altri s’annegano.

 

Therese Pace

 

 

Nascondiglio

 

Spesso s’incontrano i bambini mentre sono ancora piccini,

a nascondiglio giocano giorno e notte finché non si stancano

poi crescono e non si vedono, per poco si nascondono

con la ragazza fanno il gioco e la sera la mano prendono.

 

Non solo questi si nascondono

sanno il gioco tutti i tizi.

Qualche volta uno si nasconde

e non si trova mai.

 

Quando uno un po’ potente più soldi vuole ammucchiare

dal fisco si nasconde, qualche numero grande rimpicciolisce.

Molte nazioni sanno nascondersi quando si stringono la mano,

con la bocca dicono ‘pace’ e nascondono gli armamenti.

 

Non solo i bambini si nascondono

fanno il gioco anche adulti

che dovrebbero guidare il mondo,

per apparire migliori di quanto siano.

 

L’operaio si nasconde, sparisce dal lavoro

i proprietari fanno il gioco, parlano di perdite e mai di profitto

anche i vecchi si nascondono, cominciano a vivere nel passato

fanno tutto per apparire giovani almeno una volta per poche ore.

 

Poi arriva l’ultimo nascondiglio, non rimaniamo tra i vivi

e lì non c’è più gioco o condannati o beati.

 

Mario Debono

(Primo premio del Festival della canzone “L-Għanja tal-Poplu”)

 

 

Guaritore ferito

 

Formidabile è la chiave che attraversa l’infinito

Condurvi attraverso la porta dell’eterno

Fatta di luce dorata e di incommensurabile

Chi sono io per tenere un tale dispositivo simile all’infernale?

 

Lanciarsi nell’ignoto fino ai confini del mondo

Trovare il filo per estrarre la spada dalla roccia

Nulla avrebbe importanza in questo buco dove espiare

Un abisso che porta alla sempre prova del Tutto

 

Frenetici e inimmaginabili sono gli eventi che si verificano qui

Eppure è la via per trovare un nuovo mezzo di vero inizio

La ferita che dà potere nella sua costante guarigione

Un mezzo e un movente della parola che non è solo sognare

 

Così è vivere il destino conferito dall’Uno

 

Michael Aquilina

 

 

Una poesia d’amore

 

In fondo vince l’amore.

In fondo ci salva l’amore.

 

In questo mondo tecnologico e tecnocratico

in cui ci frettiamo

ad obbedire agli automi,

in cui le sfide

sono le parole di uno contro l’altro.

Rispondiamo con le passwords

e i doppi controlli

cosi gli automi

possono fidarci di noi

 

Io e te

ci parliamo con parole dolci.

Credo al tuo sguardo

e non ho bisogno della macchina della verità.

 

In fondo vince l’amore.

Ci salva

e ci salverà sempre

solo l’amore.

 

Emmanuel Attard Cassar

 

 

Itinerario

 

C’è stato un tempo in cui nessuno sapeva di me perché non esistevo.

C’è stato un tempo in cui due cuori si sono innamorati ed erano felicemente uniti.

C’è stato un tempo in cui l’umano si è unito al Creatore per concepirmi.

C’è stato un tempo in cui un ragazzino giocava allegramente e spensierato.

C’è stato un tempo in cui chi mi ha creato mi è stato rubato e ho pianto.

C’è stato un tempo in cui l’infanzia svanì lentamente e pigramente.

C’è stato un tempo in cui emergeva un giovane desideroso di futuro.

C’è stato un tempo in cui il pensiero volava in sogni senza fine.

C’è stato un tempo in cui il mio amore eterno è entrato nella mia vita.

C’è stato un tempo in cui due sono diventati tre, quattro, cinque e più.

C’è stato un tempo in cui abbiamo condiviso con affetto la nostra vita insieme.

C’è un momento in cui guardiamo indietro; guardiamo avanti.

 

Alfred Camilleri

 

 

Pellegrinaggio

 

La Discesa

Anni fa, nella festa della Concezione,

Facevamo il pellegrinaggio al Ahrax.

Camminando e pregando con devozione,

Lentamente senza lamentarci.

 

Alle dieci passavamo vicino al Santuario

Devoti con la corona nelle nostre mani

Don Mosè recitando il rosario

Insieme a quelli accanto a noi.

 

Fino alla spiaggia di Ghadira

Dalla chiesa siamo scesi,

È facile scendere, ma dall’Ahrax

Incomincia l’ascesa! Che duro!

 

Quando batte il sole, ci sono quelli

Che dicono addio alla processione!

 

L’Ascesa e il Dopo

Abbiamo seguito. Non ci siamo resi.

Senza soffrire, siamo andati su,

lentamente, ritmicamente, abbiamo detto

una preghiera. Anche l’Ave Maria.

 

Quando siamo andati su, abbiamo fatto un sospiro

Invece di Marfa, siamo andati verso la punta.

Non ci siamo mai fermati, solo riposato un po’,

O parlato tra di noi.

 

Ave Maria, abbiamo continuato a ripetere

Padre Nostro, dopo il mistero

Se piove, non c’è dove rifugiarsi,

A volte dubito se quello che ho detto e davvero successo.

 

Mi ricordo solo che finalmente abbiamo visto la cappella

Dove abbiamo ascoltato la santa messa.

 

Joseph Felix Cachia

 

 

Le orme

 

L’acqua che viene versata sul terreno

scomparirà subito

e non rimarrà più l’erba

e i campi moriranno.

 

Riesco ancora a vedere

le sue impronte sul terreno.

Ma anche se il vento cancellerà le orme,

camminerò sui suoi passi.

 

La sua voce e i suoi consigli

risuoneranno nel vento,

fino a quando ci incontreremo di nuovo!

 

Omar Seguna

 

 

»» L’Italiano che cresceva con noi

di Patrick Sammut


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