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Danilo Rea & Michel Godard in “La finestra di Puccini” 
A Morbegno sabato 28 gennaio per “AmbriaJazz”, stagione invernale 2022/2023
22 Gennaio 2023
 

Sabato 28 gennaio alle ore 21:00, sul palco dell’Auditorium Sant’Antonio di Morbegno, AmbriaJazz presenta due dei nomi più importanti della scena europea: Danilo Rea al piano e Michel Godard alla tuba e serpentone. Il nuovo progetto, La finestra di Puccini, è ideato e curato da Toscana Produzione Musica. I due artisti partiranno dalle musiche di Giacomo Puccini per aprirsi agli orizzonti dell’improvvisazione.

Il concerto rientra nel programma Morbegno musica promosso dal Comune di Morbegno e dalla Fondazione Enea Mattei in collaborazione con AmbriaJazz e le altre associazioni del territorio.

Danilo Rea, uno dei pianisti più conosciuti della scena nazionale e Michel Godard, uno dei più raffinati compositori e abili virtuosi di tuba e serpentone (antico strumento suonato nelle chiese francesi, antesignano del basso tuba), si incontreranno sul terreno comune dell’amore per la musica dell’operista lucchese Giacomo Puccini la cui musica, tra XVIII e XIX secolo, dopo Verdi e Wagner, conquistò i teatri di tutto il mondo.

Lontani dai manierismi di molti progetti di rilettura in chiave jazz di repertori operistici Rea e Godard esplorano Puccini non solo attraverso l’improvvisazione sul canovaccio di arie note e meno note, ma anche ritrovando l’eredità del suo travolgente lirismo in alcune selezionate composizioni originali. Il risultato è una musica universale, senza tempo e oltre i generi, che riesce a toccare corde intime e profonde in chi li ascolta. Un sodalizio tra Maestri.

Andare incontro alla musica con consapevolezza dunque è il modo migliore per cogliere ogni aspetto di un concerto, lasciarsi possedere goderne e abbandonarsi all’ascolto non esula dalla conoscenza: per questo AmbriaJazz promuove e diffonde la cultura della musica e la conoscenza degli artisti che ospita, consapevole dell’incomparabile ricchezza della musica jazz.

Ecco chi sono i due ospiti di AmbriaJazz.

Danilo Rea: nasce a Vicenza il 9 Agosto 1957, si trasferirà poco dopo a Roma con tutta la famiglia dove, tra le pareti di casa, l’incanto per i vecchi vinili di Modugno è più forte, già da piccolissimo, di qualsiasi divertimento: il vero gioco è suonare il piano, il vero incanto è la musica. La passione diventa studio al Conservatorio di Santa Cecilia, dove si diploma in pianoforte con il massimo dei voti e dove insegna, ottenendo la cattedra di jazz, fino al 2017. Studi classici, rock e pop influenzano la sua formazione e convergono attraverso il jazz, la sua vera passione, in uno stile inconfondibile e unico composto di due ingredienti fondamentali: melodia e improvvisazione.

Appena maggiorenne Rea esordisce con lo storico Trio di Roma, con lui Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto; parallelamente accompagna come pianista i più importanti cantautori italiani: Mina lo vuole prima ancora di Gino Paoli, ed entrambi gli restano fedeli negli anni, fino a oggi. Collabora con Claudio Baglioni, Pino Daniele, Domenico Modugno, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano.

Il suo talento lo porta ben presto ad affermarsi anche sulla scena internazionale e a suonare al fianco dei più grandi nomi del jazz come Chet Baker, Lee Konitz, Steve Grossman, Bob Berg, Phil Woods, Michael Brecker, Tony Oxley, Joe Lovano, Gato Barbieri, Aldo Romano, Brad Mehldau, Danilo Pérez, Michel Camilo, Luis Bacalov.

Nel 1997, con Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, fonda Doctor 3, il trio che per tre anni riceve il premio della critica come miglior gruppo jazz, e che per più di dieci anni lo porterà a calcare i più importanti palcoscenici italiani ed esteri con esibizioni in Europa, Stati Uniti, Sudamerica e Cina. A partire dal 2000 Danilo Rea trova nella dimensione in piano solo il momento ideale per dare forma al proprio universo espressivo e al suo talento naturale per l’improvvisazione: le idee che convergono nelle performance sono delle più varie, dai capisaldi del jazz, passando per le canzoni italiane, fino alle arie d’opera. Il suo primo lavoro da solista è Lost in Europe (2000) composto durante un tour in Europa; nel 2003 pubblica Lirico, in cui miscela lirica e jazz improvvisando sui temi operistici mettendone in luce la grande attualità. L’intenso rapporto con la musica classica, che prosegue tuttora, lo porta ad inaugurare il Festival di musica lirica internazionale “Festival del bel canto” con il concerto “Belcanto Improvisations”. Seguono Solo (2006) e Introverso (2008), album in cui Rea si cimenta con composizioni inedite di piano solo, fino ad arrivare al pluripremiato A Tribute to Fabrizio de André, omaggio al grande cantautore e poeta italiano, inciso per la prestigiosa etichetta tedesca ACT nel 2010.

I suoi concerti di piano solo, con le sue improvvisazioni che spaziano su qualsiasi repertorio, conquistano le platee di tutto il mondo: oltre a essere il primo jazzista ad avere un concerto di piano solo alla sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica (nel 2003), nel 2006 è protagonista di un memorabile concerto al Guggenheim Museum di New York. Successivamente, con “Concerto per Peggy”, in occasione del 60° anniversario della Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, rende omaggio a Peggy Guggenheim con un recital pianistico che attraversa e celebra la musica classica americana della prima metà del secolo scorso. Nel 2009 si esibisce al Teatro la Fenice di Venezia e chiude la 68° stagione della Camerata Musicale Barese con un concerto al Teatro Petruzzelli.

Tra le sue collaborazioni più recenti troviamo i lavori con Gino Paoli, già compagni di avventura in numerosi progetti. Nel 2014 Rea firma le musiche per il film Quando c’era Berlinguer e nel 2015 quelle per I bambini sanno, entrambi per la regia di Walter Veltroni; nell’estate dello stesso anno viene presentato in anteprima mondiale a Umbria Jazz “...IN BACH?”, il progetto live a quattro mani con Ramin Bahrami, omaggio all’imponente eredità musicale di Johann Sebastian Bach che nel 2017 diventa un disco edito dalla DECCA, dal titolo Bach is in the air. Il 16 ottobre 2015 esce Something in our way (Warner Music Italy), nuovo disco in piano solo ispirato all’indimenticabile repertorio dei Beatles e dei Rolling Stones. Dal 27 Aprile all’8 Maggio 2016, attraverso il tour di “Umbria Jazz in Cina 2016”, i suoi concerti in piano solo toccano prestigiose sale ed importanti teatri nelle città di Pechino, Shangai, Qingdao e Canton. Nel 2016 gli viene consegnato il prestigioso Premio “Vittorio De Sica per la Musica”, sempre nel 2016, a seguito del successo ottenuto dal tour di Umbria Jazz in Cina, gli viene conferito il Leone D’Oro, assegnato a personalità del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo che si sono distinte nelle relazioni con la Cina.

Nel 2017 l’Accademia di Belle Arti di Frosinone gli conferisce il Diploma Accademico di Secondo Livello Honoris Causa in Nuove Tecnologie dell’Arte per il profondo impegno profuso nel diffondere l’arte della musica. È tra i pochi italiani ad essere menzionato nella più accreditata enciclopedia globale del Jazz The Biographical Encyclopedia of Jazz di Leonard Feather e Ira Gitler; da dieci anni contribuisce all’impegno di volontariato dell’Associazione Donatori di Musica, tenendo concerti gratuiti negli ospedali italiani. Ad oggi, la sua attività concertistica prosegue prolifica con tournée in Italia e all’estero. Nell’Aprile del 2018 viene pubblicata da Rai Eri la sua biografia, dal titolo Il Jazzista Imperfetto, scritta da Danilo Rea insieme a Marco Videtta. Nel 2020-2021 prende parte, alla trasmissione radiofonica su Rai Uno dal titolo “Il Jazzista Imperfetto” come autore e conduttore sempre in coppia con Marco Videtta.

Michel Godard: è uno dei pochissimi solisti di tuba e probabilmente l’unico solista di serpentone, strumento antenato della tuba, che nasce come il basso della famiglia dei cornetti e che non aveva mai goduto di un repertorio solistico. Godard, dal 1979, sviluppa su questo strumento dimenticato il suo enorme talento tecnico, vi esegue un repertorio che va dalla musica del XVI secolo al jazz, alla musica improvvisata.

Godard nasce a Belfort, nella Franca Contea nel 1960. Conduce una carriera tra jazz, musiche improvvisate e musica classica. Nel versante classico dal 1988 partecipa come solista alle attività dell’Orchestre Philharmonique de Radio France, con l’Orchestre National de France, con l’ensemble Musique Vivante, con l’Ensemble La Fenice di Parigi, con XVIII-21 Musique des lumières, con l’Ensemble Jacques Moderne.

Nell’ambito del jazz, ha suonato, con Rabih Abou-Khalil, Christof Lauer, Luciano Biondini, Linda Bsiri, Michel Portal, Louis Sclavis, Henry Texier, Enrico Rava, Michael Riessler, Kenny Wheeler, Ray Anderson, Sylvie Courvoisier, Klaus König, Simon Nabatov, Wolfgang Puschnig, Linda Sharrock, Misha Mengelberg, Maria Pia De Vito, Willem Breuker, Herbert Joos, Dave Bargeron, Steve Swallow, Roberto Martinelli, Gavino Murgia. Inoltre ha collaborato con la Bagad bro Kemperle, orchestra bretone di bombarde, cornamuse e percussioni di Quimperlé, assai nota soprattutto in Francia, con la star reggae Alpha Blondy, con la compagnia di danza contemporanea Taffantel, con i musicisti rock John Greaves e Pip Pyle, tra i protagonisti della Scena di Canterbury, con la scrittrice Nancy Huston. Il primo progetto a suo nome è stato Le Chant du Serpent, del 1989, nel quale lo affiancano Philippe Deschepper alla chitarra, Jean-François Canape alla tromba e al flicorno, Jacques Mahieux alla batteria e la cantante Linda Bsiri. Tra i successivi progetti a suo nome, sono soprattutto da ricordare Archangelica, in cui è accompagnato dall’Atelier des musiciens du Louvre, un gruppo di musicisti specializzati nella musica barocca e classica su strumenti originali; Castel del Monte, registrato nel 1998 appunto a Castel del Monte, dove è affiancato tra gli altri dal clarinettista Gianluigi Trovesi, dal percussionista Pierre Favre, dal trombettista Pino Minafra e dalla cantante umbra di musica popolare Lucilla Galeazzi. Ancora, Castel del Monte II: Pietre di Luce, nel quale i suoni del quintetto jazz, composto dalla Bsiri, dal clarinetto di Gabriele Mirabassi, dal violoncello di Vincent Courtois e dalla percussionista Marie-Ange Petit, molto nota in ambito classico, si mescolano a quelli delle voci e degli strumenti antichi del gruppo di musica medievale Ensemble Calixtinus. Come compositore, ha scritto brani per Radio France, per la Sudwestrundfunk e per il Ministero della Cultura francese.

 

Il talento, la sensibilità, l’estro e la forza creativa di Danilo Rea e Michel Godard saranno protagonisti sabato 28 gennaio all’Auditorium Sant’Antonio di Morbegno alle 21:00. Per dirla con Danilo Rea: “Nulla è già deciso: per me un concerto è come un salto in un mondo che ti si apre strada facendo. È un po’ come raccontare una storia, cercando di costruirla parola dopo parola e trovando spunti per reinventarla ancora, sempre viaggiando melodicamente sul filo dei ricordi comuni”.

I biglietti del concerto sono acquistabili sul sito di AmbriaJazz a questo link.

Nelle giornate di venerdì 27 gennaio e sabato 28 gennaio, in concomitanza con il concerto di Danilo Rea e Michel Godard, sarà visitabile la mostra fotografica “Note il bianco e nero” del fotografo valtellinese Michele Bordoni. La Vernice della mostra si terrà venerdì 27 gennaio alle ore 18:00 preso la sala Boffi, all’interno del complesso monumentale Sant’Antonio di Morbegno. Gli orari sono i seguenti: venerdì 27, 16:00 – 20:00; sabato 28, 10:00 – 13:00, 14:30 – 23:30. In collaborazione con AbriaJazz, AFIJ, e con il patrocinio del Comune di Morbegno e della Fondazione Enea Mattei.

 

Camilla Moretti

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