Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Lo scaffale di Tellus
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Marisa Cecchetti. “Alle corti dei re” di Alessandra Altamura
17 Gennaio 2023
 

Alessandra Altamura

Alle corti dei re

EIF, 2022, pp. 252, € 16,00

 

Le corti hanno costituito l’elemento tipico della campagna lucchese, con le unità abitative attaccate l’una all’altra, terratetto con la facciata rivolta a sud, che condividevano l’uso dei servizi come il forno, il pozzo, il rudimentale gabinetto, e con l’aia davanti dove si raccoglievano e si essiccavano granaglie e legumi. La gente lavorava la terra e viveva dei suoi raccolti.

Si estendevano in latitudine quando si costituiva un nuovo nucleo familiare -figli che si sposavano-, ragione per cui oggi le corti portano tutte il nome di una famiglia. In questo contesto abitativo Alessandra Altamura ambienta i suoi racconti.

Ora le famiglie delle corti non appartengono più allo stesso ceppo, rimangono sì gli orti da lavorare, ma si vive di altre entrate e spesso tra una unità e l’altra sono stati eretti dei bassi muretti divisori. Ma non è cambiato lo spirito, lo si respira nei racconti della Altamura che apre su questi ambienti periferici dove tutti si conoscono, dove ognuno è definito con un soprannome legato a caratteristiche fisiche o comportamentali, dove la grande distribuzione non fa ancora da padrona e il bar, anzi, il barino, è luogo di incontro e di sosta di uomini più o meno giovani. Soprattutto meno giovani, perché hanno un po’ di pensione e molto tempo libero, anche se portano avanti qualche lavoretto artigianale.

Seduti sulle sedie di fianco agli usci di casa trascorrono chiacchierando le ore più calde d’inverno, e in estate quelle meno calde che vanno verso il tramonto. Non è cambiata l’arte di sapere tutto di tutti -senza malizia e cattiveria, ovviamente!- come se un venticello portasse di corte in corte le informazioni.

Figurarsi lo stato d’animo di questi “cortigiani” quando il dilagare del virus, a inizio 2020, li costringe a stare chiusi in casa, a uscire solo per estrema necessità, a usare la mascherina protettiva dentro e fuori, a stare distanziati, a non poter più darsi un abbraccio nemmeno tra parenti. E a dimenticare il barino e le partite a carte. Ciò che prima sembrava un peso ora appare un dono: “Andare al supermercato per la spesa settimanale è l’unica uscita di Alfio e Irma e, se prima era un’incombenza, una faccenda da sbrigare più o meno come tutte le altre rogne della quotidianità, adesso è un momento atteso e desiderato: quel fugace e tuttavia indispensabile contatto con la realtà, sia pur velato da mascherine, visiere, guanti e sterilizzato dagli odori d’alcool dei gel igienizzanti”.

I racconti della Altamura riescono a entrare dentro le case di corte, a farci ascoltare le conversazioni, i dubbi, le domande senza risposta, la paura di chi sta dentro. Rinchiuso.

Ma non si limita a questo, infatti l’isolamento attiva il ricordo: nei racconti si recupera il vissuto delle persone, ma anche la storia locale, le tradizioni, le usanze, i riti carichi di fascino che talvolta rimangono solo nella mente dei più vecchi, anche se nel tempo si sono trasformati perdendo le caratteristiche originarie e svuotandosi di significato.

Quello che rende particolari i racconti è l’uso del dialetto inframezzato alla narrazione, con i dialoghi tra marito e moglie dietro le finestre chiuse, nel linguaggio più colorito e spontaneo, senza un limite alla fantasia creativa, un conversare che strappa sempre un sorriso, che il lettore attende per entrare anche lui dentro le stanze.

I proverbi rimangono a sintesi di saggezza popolare, ma il vernacolo raccoglie anche l’arguzia della gente e il desiderio di fare ancora una risata, nonostante tutto: – O Irma, lascia perde’, s’anderebbe volintieri a prende’ ir bombolone co’ la crema. Che dici, s’ha a anda’?

Un ni scherzi mia, c’ho da leva’ tutte le lezzore da casa-[…]Un lo vedi che sono tutta sgrendinata? Un so’ che mettimi.

Che t’ha a di’, o Irma, un ni fa nulla, mettiti la pelle da rovescio!

Le lezzore sono le ragnatele!

Il dialetto rende leggeri i racconti anche quando si affrontano problemi pesanti e dolorosi. Infatti la Altamura non si ferma alle corti, ma di lì parte per abbracciare le problematiche sociali e umane più scottanti e irrisolte, come lei fa di solito: sono gli emarginati, i migranti, i diversamente abili, i dimenticati da Dio e dagli uomini, tutti coloro che vivono nella violenza e nel bisogno, quelli a cui lei rivolge la sua preoccupata attenzione, in una denuncia costante dell’indifferenza, in una richiesta indiretta e continua di intervento per il cambiamento, per il superamento delle voragini che separano socialmente, economicamente e umanamente.

I dodici racconti lasciano l’immagine di una umanità dolorante- e non solo per il dramma del virus- e sono completati ciascuno da una poesia su ogni tematica: ne deriva una narrazione varia nel registro linguistico e nel ritmo, fatta di quadri che si accostano - quasi come le case di corte - insieme ad un alternarsi di sorriso e di consapevolezza del dolore.

 

Marisa Cecchetti


Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy