Il Musée de Beaux-arts di Digione presenta un percorso cronologico dell’opera di Maria Helena Vieira da Silva intitolato “L’oeil du labyrinthe”, e una seconda parte della mostra, “L’oeil des collectionneurs”, incentrata sul rapporto tra l’artista e la coppia di collezionisti Katheleen e Pierre Granville, iniziatori della collezione museale che conta quaranta opere dell’artista portoghese. La mostra, a cura di Nais Lefrançois e Agnés Werly, racconta la storia di un’artista che ha unito culture diverse in un unico caleidoscopio.

‘In Viaggio’. Maria Helena Vieira da Silva (Lisbona, 1908 – Parigi, 1992) arriva a Parigi sul finire degli anni Venti; sposa il pittore ungherese Arpada Szenez e frequenta la produzione del pittore uruguaiano Joaquìn Torres Garcìa. Trascorre gli anni del Secondo conflitto mondiale prima in Portogallo e poi in Argentina, tornando a Parigi con un’opera fortemente contaminata dalle esperienze moderniste incontrate in quei Paesi. Per decenni produce tele d’impianto ottico dove soggetti figurativi sono affrontati con pattern astratti. Dopo la morte del marito, nel 1985, Vieira da Silva affronta un nuovo periodo della sua produzione, denotato da candide composizioni evanescenti. La grande chambre bleue è un’opera che ben riassume la poetica più emblematica di Vieira da Silva, incentrata sulla rappresentazione di spazi architettonici.

‘Spazi e Atmosfere’. La produzione pittorica di Vieira da Silva può essere letta sotto numerose lenti, non ultime quelle che la mettono in relazione alla pittura senese, ma sempre presenta una trasfigurazione ritmica degli spazi e atmosfere che l’artista ha assimilato nei viaggi della giovinezza.

Maria Paola Forlani