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L’italiano a Malta 
di Paola Mara De Maestri
09 Gennaio 2023
 

Sono di ritorno da Malta, dove ho trascorso qualche giorno di vacanza con la mia famiglia, in compagnia di amici maltesi. Ero ospite, come poetessa e responsabile del Laboratorio Poetico di èValtellina, dell’iniziativa di poesia e musica organizzata dall’Associazione maltese EspRimi il 5 gennaio 2023. Durante questo incontro lo scrittore, insegnante di maltese e italiano al college De La Salle, Patrick J Sammut ha declamato un suo componimento dal titolo “L’italiano che cresceva con noi”. Una poesia molto significativa che racconta in versi un’esperienza personale relativa all’apprendimento della lingua italiana a Malta, in anni recenti.

Facciamo un passo indietro. L’arcipelago maltese dista dall’Italia poche centinaia di km e quindi l’influenza italiana si è fatta sentire nel corso del tempo. A questo influsso si possono asserire molteplici motivazioni: sin dai tempi antichi, le persone attraversavano l’Italia e la Sicilia per abitare sull’isola o per commerciare a Malta. I romani, ad esempio, dedicarono molto tempo alla coltivazione dell’olivo e della vite. Più tardi nella storia, Malta è entrata a far parte del Regno di Sicilia, fattore che ha lasciato un segno evidente linguisticamente e culturalmente. Nel 1530 l’italiano fu dichiarato lingua ufficiale dai Cavalieri di San Giovanni, e tale rimase fino al 1934. In tempi più recenti, le emittenti televisive italiane furono praticamente le uniche emittenti sintonizzate dai maltesi per un periodo che durò circa 40 anni, tra gli anni ’60 e 2000.

La poesia di Patrick, qui sotto riportata in maltese e in italiano, è stata tradotta nella nostra lingua da Alfred Palma, vincitore del prestigioso “Premio Dante Malta” nel 2021, assegnato dal comitato di Malta a chi promuove e tutela la lingua italiana nel mondo, in quanto, tra le altre cose, Alfred Palma ha tradotto la Divina Commedia in maltese.

 

 

L’italiano che cresceva con noi

(Tradotta dal maltese in italiano da Alfred Palma)

 

Spesso chiedo a me stesso

Com’ho preso questa lingua?

Quale fu quella parola,

quando fu che l’ho parlato?’

Certo ero un ragazzino

nella casa di mia madre,

coi fratelli e pa accanto,

mi è sboccata in Italiano.

Ore e ore abbiam passato

presso la televisione,

allor con pochi canali,

produzioni in bianco e nero.

Dalla nonna passavamo,

ore belle, e d’infanzia,

Remi, Heidi, Raffaella,

TG Uno, ore piene.

Del Vietnam la fin ricordo,

il cadaver d’Aldo Moro,

ballerine e vallette,

terrorismo, uccisioni.

Ma passavam tante ore

ver la cassa incantata,

bei cartoni, teleserie,

assorbiti sul divano.

Imparammo le parole,

cantavam delle canzoni,

corri, ferma, all’attacco,

piangi, ridi, ch’abbiam visto!

Venner poi gl’anni ottanta,

a colori e Mediaset,

Bim Bum Bam, Paolo Bonolis,

Mike Bongiorno in prima fila.

L’Italiano parte nostra

lungo il dì l’ascoltavam,

 

appen’alzati, dopo scuola,

su accendi, non tardar.

Quiz, pellicole d’azione,

calcio, tennis, altri sport,

polizieschi e avventura,

ver lo schermo tutti nsiem.

Quando insieme d’Italiano

a lezione tutti attenti,

nomi, verbi, aggettivi,

qualch’idioma, a ricordar.

Quelli eran altri tempi,

l’Italiano familiare,

facile comprender tutto,

io non mento, è realtà.

 

Oggi tutto è cambiato,

molti scartan l’Italiano,

una lingua come gl’altri,

si comprende poco ormai.

Sono contento ch’ero parte

di quella generazione,

che so la lingua di Dante,

credo sia benedizione.

Non scartare delle lingue

la saggezza, eredità,

che c’unisce si con quelli

che crescevano con noi.

 

 

It-taljan li kiber magħna

(Testo originale di Patrick J Sammut in maltese)

 

Spiss naqbadni nistaqsini,

Din il-lingwa kif tgħallimtha?

Liema kienet l-ewwel kelma,

meta kien illi tkellimtha?’

Żgur li kont t’età bikrija,

miġbur ġewwa id-dar t’ommi

b’ħuti u l-pa bilqiegħda ħdejja

bit-Taljan ħarġet minn fommi.

Kemm qattajna sigħat twal

quddiem it-televiżjoni,

dak iż-żmien ta’ ftit kanali

bianco e nero l-produzzjoni.

Għand in-nanna konna nqattgħu

waqtiet sbieħ, żmien it-tfulija.

Remi, Heidi, Raffaella,

TG1, jiem mimlija.

Tal-Vjetnam it-tmiem niftakar,

t’Aldo Moro il-katavru,

ballerini u vallette,

terroriżmu u qtil makabru.

Imma tant sigħat qattajna

imqabbdin mal-kaxxa msaħħra,

cartoons sbieħ u teleserje

mas-sufan ilkoll imwaħħla.

U bil-mod il-kliem tgħallimna

kanzunetti tant kantajna,

corri, ferma, all’attacco,

piangi, ridi, oh kemm rajna!

Imbagħ’d waslu s-snin tmenin

bil-kulur u Mediaset,

Bim Bum Bam, Paolo Bonolis,

Mike Bongiorno quddiem nett.

It-Taljan kien parti minna

nisimgħuh matul il-jum,

kif inqumu, w’ra l-iskola,

fittex ixgħel, le iddum.

Kwiżżijiet u films t’azzjoni,

futbol, tennis, u sports oħra,

polizjeski u avventura,


mal-iskrijn ilkoll imwaħħla.

Meta konna għal-lezzjoni

tat-Taljan kulħadd attent,

nomi, verbi, aġġettivi,

xi idjomi, anki bl-amment.

Imma daka kien żmien ieħor

mat-Taljan tant familjari,

nifhmu kollox bla tbatija,

din mhix gidba, ’mma reali.

Iżda llum il-biċċa nbidlet

it-Taljan bosta barruh,

sar ilsien bħal ilsna oħra

illi ftit għadhom jifhmuh.

Jien kuntent illi kont parti

minn dik il-ġenerazzjoni

li lsien Dante tgħallimt tajjeb

fhimt li din benedizzjoni.

Għerf il-lingwi ma tridx twarrab,

dan hu parti mill-wirt tagħna,

dan hu dak illi jgħaqqadna

mal-ġirien li kibru magħna.

 

 

 

Patrick J. Sammut (foto) è nato a Malta nel 1968. Ha studiato Lingua e Letteratura maltese e italiana e Didattica all’Università di Malta e anche all’Università degli Studi di Firenze. Per tanti anni ha fatto parte del comitato dell’Associazione dei Poeti Maltesi. Nel 2012 ha fondato ed è Direttore della rivista letteraria virtuale Il-Pont. È insegnante da 28 anni, e autore di collezioni di poesia, racconti per bambini, libri di didattica, e raccolte di interviste con autori e poeti maltesi e da tutto il mondo. Ha appena conseguito un dottorato in Letteratura italiana contemporanea con una tesi sulle opere di Elena Ferrante. È sposato con tre figli.


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