Nella conferenza stampa di fine anno, alla domanda se non sia giunto il momento di costruire gli Stati Uniti d’Europa, Giorgia Meloni ha dichiarato di non essere d’accordo sul modello federale di Unione europea. «L’Europa che può dare soluzioni migliori», ha detto la nostra premier, «è un’Europa di stampo confederale, ovvero nazioni sovrane che decidono di condividere alcune grandi materie piuttosto che continue cessioni di sovranità per creare un superstato europeo estremamente burocratizzato che rischia di ingolfare il sistema».
Diversamente da quanto affermato dalla Presidente del Consiglio crediamo che sia l’Europa federale la soluzione ai problemi che preoccupano i cittadini europei. All’Italia conviene far parte di una federazione e non di una confederazione, dove i Paesi più forti hanno la meglio. Inoltre è bene sottolineare come la federazione non sia un superstato come vuole far credere la Meloni, perché in uno stato sovranazionale solo alcune materie sono considerate prerogativa del livello superiore. La politica estera e di sicurezza, così come quella energetica, sono sicuramente incluse nel novero. In questi casi la sovranità degli stati viene condivisa, e non ceduta, a livello federale e le decisioni vengono prese a maggioranza e non all’unanimità, con un sistema bicamerale che rappresenta gli stati e i cittadini. La sovranità condivisa tramite un governo federale comune comporta anche minori costi per i cittadini, basti pensare al risparmio che potremmo ottenere con una sola centrale di acquisto energetica e un’unica forza armata al posto di ventisette eserciti.
Su un aspetto siamo però completamente d’accordo con la Meloni: tutte le questioni che possono essere risolte meglio a livello nazionale devono restare di competenza di ogni singolo stato, secondo il principio di sussidiarietà. Il modello a cui fa riferimento la nostra premier è l’Europa delle patrie di De Gaulle, in cui gli stati restano sovrani. La storia ci insegna che tale modello non funziona, come dimostra l’esempio degli Stati Uniti d’America. All’inizio erano infatti una confederazione, ma dopo pochi anni compresero che il sistema confederale non consente di prendere decisioni efficaci, e così decisero di diventare una federazione e di dotarsi di un governo comune.
L’Europa ha bisogno di acquisire una propria autonomia se non vuole restare succube delle grandi potenze. Se si vuole che l’Ue sia meno burocratica e si occupi delle questioni importanti occorre che gli stati nazionali le forniscano i poteri per decidere celermente quando necessario. Per tale motivo il governo italiano dovrebbe dar seguito alle richieste avanzate dalla Conferenza sul futuro dell’Europa e favorire un processo costituente che possa fornire all’Ue gli strumenti per diventare un effettivo protagonista a livello mondiale e tentare di governare la globalizzazione, invece di subirla.
Giuseppe Enrico Brivio - segretario della sezione “Ezio Vedovelli” Valtellina-Valchiavenna del Movimento federalista europeo
Guido Monti - responsabile del Comitato provinciale per l’Europa di Sondrio