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Luigi Zuzzi. Storia di Ciampino (Roma) ‒ 2. E allora, ‘sta “Città Giardino”? 
A cura di Maria Lanciotti
(Foto Archivio
(Foto Archivio 'Anni Nuovi') 
26 Dicembre 2022
 

Ma questa fantomatica Città Giardino che fine ha fatto? E i palazzi da quattro, cinque, sette piani sulle strade che dovevano ospitare villini di due, come ci sono cresciuti?

 

Nel precedente intervento su un po’ di questioni che riguardano Ciampino abbiamo messo in chiaro (almeno si spera) alcuni punti fermi nella confusione:

 

La data di nascita di Ciampino la registriamo il 14/12/1916.

Quel giorno prenatalizio Tosatti dott. Arturo, notaio in Roma, aveva lasciato, per l’occasione che evidentemente giudicava particolarmente importante, la stanza del suo studio di via Torre Argentina 34 per accomodarsi in una delle stanze del vicino palazzo Caetani.

Davanti a lui presto si presentarono:

il procuratore dei Colonna, Principe on. Leone Caetani;

il Presidente della Cooperativa Colli Parioli Gr. Uff. Comm. Avv. Alfredo Mazza nato ad Alessandria d’Egitto e residente a Roma in via De Pretis galleria Margherita;

il Consigliere segretario della C.P. Gattoni Cav. Tito nato a Roma domiciliato a via S. Nicola da Tolentino 53 (tenere a mente questo indirizzo: tornerà ancora nella nostra storia).

L’occasione che il notaio Tosatti aveva giudicato importante erano le firme che era stato chiamato a certificare su un contratto di compravendita tra gli eredi Colonna, rappresentati dal Principe Leone Caetani, e la cooperativa Colli Parioli, che a seguito di uno specifico CdA era rappresentata dal suo Presidente e dal suo Consigliere Segretario Tito Gattoni (che possiamo chiamare l’onnipresente: lo incontreremo, negli anni, in tutti i documenti riguardanti la cooperativa).

Si trattava del primo contratto d’acquisto di un lotto di 11 e rotti ettari che il notaio specifica esser in “località Ciampino nuovo”: uno spicchio triangolare di quella che oggi chiamiamo “la raggera del Centro storico”. Presente all’atto anche il Cav. Luigi Capri Cruciani, affittuario della tenuta di cui fa parte il fondo venduto “che non ha nulla da opporre alla vendita” e che si adopererà per facilitarne la consegna ai nuovi proprietari: ovviamente vedrà ridursi il pagamento del canone d’affitto, dovuto ai Colonna, proporzionalmente all’area oggetto della vendita. Il cognome di questo personaggio (che in questa circostanza nelle stanze del principesco palazzo Caetani sembra tra tutti il più dimesso e presente per caso) oggi a Ciampino ancora evoca qualcosa.

 

Il 29 ottobre del 1910 invece lo lasciamo a quei 12 pionieri che si ritrovarono in quel lontano giorno a Roma nello studio del notaio Stame a firmare tutti insieme come scolaretti in festa l’Atto costitutivo e lo Statuto della loro cooperativa che molti di noi si vantano di conoscere come si conosce con affetto una vecchia e stimata zia: la Colli Parioli. Di solito dal notaio si va di pomeriggio, ma non è detto, non sappiamo l’ora, e non sappiamo nemmeno se era una bella ottobrata romana o se erano già iniziate le noiose giornate novembrine romane.

Ma sì, lo avranno fatto un brindisi di buon augurio quei dodici signori impettiti nei loro panciotti scuri ed i loro belli orologi intarsiati nel taschino. No, documenti in merito non ne abbiamo.

 

Il centenario dell’aeroporto ricorrerà a gennaio del 2023.

Sempre che si possa definire aeroporto un praticello da dove si sollevavano delle “lambrettine con le ali”.

Centocelle era lo scalo della capitale, il primo aeroporto in assoluto costruito in Italia, dove dall’aprile del 1909, uno dei due fratelli Wright (Wilbur) brevettò i primi grandi aviatori italiani che alla fine del primo decennio del XX sec. e per tutto il secondo, mieterono trofei su trofei.

Wilbur era stato ingaggiato da Maurizio Valentino Mario Moris (è una sola persona, tenere a mente se non i nomi almeno il cognome: ci torneremo sopra).

È solo nel 1926 che il blasonato aeroporto di Centocelle cede il ruolo di scalo della Capitale al nuovo aeroporto di “Ciampino Sud”; finalmente un aeroporto vero (non un improbabile campo di atterramento) sorto sul prato prospiciente il più “adulto”, ed ormai noto in tutto il mondo, aeroscalo di Ciampino.

Se riusciamo ad esser un po’ pazienti forse può esser più convincente il 2026 per celebrarlo cent’anni dopo questo benedetto aeroporto.

 

Mi aspetto ora qualche domanda dai più curiosi.

Tipo: ma questa fantomatica Città Giardino che fine ha fatto? Ed i palazzi da 4, 5, 7 piani sulle strade che dovevano ospitare villini di due, come ci sono cresciuti? Che c’entra la Marina Militare a Ciampino? Perché per la costruzione della strada dall’Appia all’Anagnina interviene la struttura statale del “Genio Bonifica”? Ma che è ‘sto Genio Bonifica? Indotto dell’aeroscalo sul territorio circostante? Ma non si può esser generici su questi argomenti servono fatti, servono numeri. Ma è sicuro che ancora nel 1916 qui non c’erano nemmeno case sparse? Ma scusate non c’era qui la tenuta di quel Ciampini (un prete, un cardinale, un qualcosa del genere) che ci ha lasciato il nome e a noi adesso ci chiamano ciampinesi?

 

Mi spiace, dobbiamo tutti pazientare, riprenderemo a cianciare alla prossima puntata per cercare di sbirciare, con molte altre pillole, come è stato usato, da chi ci ha preceduto, il nostro territorio: informazioni che ci potrebbero essere utili oggi.


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