Jim Nichols
Blue Summer
Traduzione di Nicola Manuppelli
Nutrimenti, 2022, pp. 286, €19,00
Copre un arco temporale di oltre trent’anni a partire dal 1964, il romanzo di Jim Nichols, statunitense nato e cresciuto nel Maine. Ha una struttura che ondeggia tra il presente e il passato, accompagnata da una melodia che nasce improvvisa, si forma e trasforma secondo le emozioni, Blue Summer, che dà il titolo al romanzo. Il protagonista, Calvin Shaw, racconta dal carcere, ormai adulto.
Vivevano in una fattoria del Maine. Era una famiglia dove la sua vita scorreva serena, insieme al fratello Alvin, la sorella Julie, il padre John titolare di una concessionaria, nonostante la madre Betty, purtroppo “un autentico pezzo di ghiaccio”, distaccata e incapace di calore umano. Il padre, centro di affetto e sicurezza, muore in un incidente il 4 luglio, giorno del Ringraziamento, Calvin ha dieci anni, il fratello due di più, Julie una ragazzina di quindici anni.
L’incapacità della madre di tenersi un lavoro per mantenere i figli la porta ad accettare presto la proposta di matrimonio di un uomo dalla posizione economica sicura, che entra in casa da padrone ma si sente rifiutato dai ragazzi con i quali il rapporto diventa sempre più difficile, sotto gli occhi della madre che tace.
Soprattutto Julie si ribella, così i due diventano nemici e lei subisce punizioni pesanti. Sola nella sua disperazione, con segreti che racconta al diario, ribelle, trova spesso rifugio nella stalla dove sfida i pericoli salendo in alto e muovendosi su travi pericolose. Un giorno cade e muore, senza che Calvin sia riuscito ad afferrale le mani abbastanza a lungo per salvarla.
Questo è il peso che lui si porta addosso, guardato con distacco dal gruppo e dai familiari come un vile che non ha avuto il coraggio delle sue azioni, perseguitato dal patrigno.
Nella emarginazione in cui vive, l’adolescente cerca i peggiori e sfida la legge subendone le conseguenze. Ancora immaturo nel gestire i rapporti affettivi, trova un unico punto sicuro nello zio Gus, insegnante di musica.
La musica è la sua salvezza, la cornetta sempre con sé, quella che, se arriva una melodia, lo costringe ad afferrarla, rimandando magari pensieri nefasti.
Trascorre vent’anni lontano dal Maine, suonando, lavorando, arrangiandosi per sopravvivere, con qualche soggiorno in carcere, con qualche periodo di disintossicazione dall’alcool. “Ci sono mille cose che potrei raccontarvi su Portland, e altre mille su New York, e nel mezzo snocciolarvi la mia carriera da ubriacone e come scivolai dalla condizione di ragazzo che cercava di guarire le sue ferite a quella di festaiolo, e di alcolizzato che comunque riusciva a mantenere il controllo a quella di ubriacone non più così affidabile fino ad essere un avvinazzato marcio”. Sono state troppe le ferite e troppo presto ha sperimentato il rifiuto e il senso di abbandono.
Ma le sue radici sono sane e ci può essere salvezza anche per lui: quando avrà finalmente fatto chiarezza sulla fine di sua sorella, quando avrà fatto giustizia, pur nella consapevolezza del carcere che lo attende.
Un viaggio nella vita e nella musica, quello di Blue Summer, che ci porta nel lungo percorso di ritorno di Calvin dalla Florida al Maine: è un adulto irrealizzato, carico di brutti ricordi e di domande: che cosa troverà alla fattoria? Chi è rimasto? Come sarà accolto?
Questo ritorno suggella il suo destino e il suo futuro. Il romanzo coinvolge e stupisce, trascina e ammalia come una bella musica jazz.
Marisa Cecchetti